mercoledì 3 aprile 2019

#273 Gli anni invincibili

Ci sono stati anni, in passato, in cui mi sono sentita invincibile.
E' un privilegio della gioventù, il sentirsi invincibili. Pensare di poter fare tutto senza aver nulla da perdere.
Per ognuno sono anni differenti. Per me, che a casa con i miei avevo i movimenti limitati come se portassi il braccialetto elettronico, sono arrivati tra i 24 e i 29, per lo più.
Sono gli anni che bruciano in fretta, quelli delle piccole e grandi stupidaggini. Quelli che, se ti va bene, dopo, sei ancora tutto intero. 
Io sono cresciuta in una famiglia che non mi permetteva molto ma che mi ha trasmesso sempre grande rispetto per la vita e rispetto per me stessa e per il prossimo. Questo, devo dire, in talune occasioni è stato essenziale.
Comunque, gli anni in cui mi sono sentita invincibile hanno diviso il mondo in persone che non dimenticherò mai e persone che, neanche con impegno, riesco a ricordare. Quale sia stato il discrimine, giuro, lo ignoro. Ma ci sono uomini e donne di cui, in sostanza, sapevo poco o niente che sono rimaste indelebili. Altre, con cui magari ho passato serate e sbruffonate, sono svanite.
A volte la mia mezza mela, con cui ho condiviso parte di quegli anni invincibili, mi racconta di qualcosa che è successo e in cui io ero presente e mi sembra che parli di un'altra. A volte cerca di farmi ricordare volti che il mio cervello ha completamente dismesso.
Mi piace dare la colpa al fatto che ho sempre fatto lavori a contatto con tantissima gente, ma credo che sia qualcosa di diverso.
Fatto sta, che oggi ho saputo della morte di un uomo che ha attraversato quegli anni in cui mi sentivo invincibile e che mi ricordo molto bene. L'ho saputo dai social perché, oltre al nome e alle vicissitudini di vita che ci hanno fatto incontrare per un periodo, di lui non sapevo nulla. Nulla esclude che se lo avessi conosciuto in maniera differente potrei avere ricordi spiacevoli. Nulla esclude l'esatto contrario.
Ma quegli occhi azzurri, il sorriso che usciva anche quando era stanco, le cazzate il mattino alle tre e quella musica che ci trascinava a ballare anche quando non potevamo perché eravamo al lavoro saranno sempre una parte di me.
Nel mio caso, gli anni in cui mi sentivo invincibile sono anche stati i più superficiali di tutta la mia vita.

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