venerdì 17 maggio 2013

Stop homophobia

Oggi è la giornata mondiale contro l'omofobia e la transfobia.

Voglio celebrarla con una "chicca" di conversazione avuta con una persona (italianissima) - che il 100% delle persone non avrebbe alcun problema a definire rispettabile, gentile ecc ecc - parlando, post trasmissione televisiva, di Wladimir Luxuria.

Persona (P): «Ah guarda mi fa venire un nervoso...»
Io: «Perché?»
P: «Una volta quelli come lui mica vivevano a lungo, quelli con un handicap» (mima un calcio dalla rupe a mo' di spartani)
Io: «Ma guarda che essere transessuali non è mica un handicap»
P: «Magari no ma dovrebbero stare a casa loro non andare in tivù»
Io: «In un posto con delle gabbie, cartelli e un percorso guidato, no?» (detto OVVIAMENTE con tono ironico)
P: «Oh beh, no... ma a casa loro... perché se hanno un problema fisico non mica colpa della collettività»
Io: «Ma veramente... non hanno nessun problema fisico. Hai più problemi fisici tu»

La morale è che con chi ha i paraocchi non si può discutere. Il pregiudizio è talmente radicato da cancellare ogni forma di ragionevolezza. Bisognerebbe organizzargli un gay pride sotto casa ogni settimana.

Siamo tutti differenti. Questa è la vera, grande, inestimabile ricchezza di questa umanità.

mercoledì 8 maggio 2013

Imu o non Imu arriveremo a Roma

Questo post è ciò che in gergo tecnico si direbbe un editoriale. Lo specifico per quanti tendano a considerare "articolo" un qualsivoglia scritto nella pagina delle opinioni o delle lettere. Un articolo è (o dovrebbe essere) il resoconto, quanto più obiettivo e completo, di un avvenimento, firmato generalmente da un giornalista. Un editoriale è un'opinione, più o meno autorevole, che parte da fatti reali (che nel giornalismo non si dovrebbe inventare niente) per dare una personale interpretazione degli eventi, generalmente seguendo la linea della testata su cui è scritto. Una lettera nella pagina delle opinioni, dunque, non è un articolo e neanche un editoriale. E' un'opinione, più o meno autorevole, di un lettore.

Ciò premesso racconto un fatto. Quello da cui sono partita. Conosco una donna madre di famiglia (che non cito perché non è dirimente e perché non ho chiesto la sua autorizzazione) il cui marito è stato licenziato dopo   tanti anni di lavoro in fabbrica. In famiglia sono in quattro e hanno la grande "fortuna" di avere la casa in proprietà. Per qualche mese ancora, il marito di questa donna percepirà 600 euro al mese di cassa integrazione. Poi, la prospettiva sarà il nulla. Lei non lavora perché si occupa dei bambini, non abbastanza grandi per poter stare a casa da soli. Come sempre accade, lo Stato è manchevole nei confronti delle donne e soprattutto delle mamme che considera sostanzialmente nulla e che di fatto, invece, sono l'unica forma di welfare esistente.

Ieri sera ho fatto il grande errore di guardare un pezzo di Ballarò. Vedere quelle donne, dietro i cancelli della fabbrica che le ha lasciate a casa, chiedere aiuto e sentire la risposta (per citare quella che mi ha fatto più invelenire) della europarlamentare Pdl Lara Comi mi ha fatto venire il latte alle ginocchia. In realtà anche molto altro, ma non lo scrivo perché le parole sono pietre e vanno usate con equilibrio.

Il problema, oggi, mia cara Lara Comi non è per nulla l'Imu. Perché queste famiglie in difficoltà, per larga parte, usufruiscono già degli sgravi, non solo per la prima casa e per i figli ma anche perché la fascia Isee in confronto alla sua è talmente bassa che in un grafico matematico sarebbe non rilevabile.

Il problema, oggi, non è l'Imu ma è il fatto che abbiamo al governo persone come Lei, che dell'Imu fanno una bandiera solo per poter stare là, nella stanza dei bottoni, a fare tutt'altro che il bene del Paese. Il problema, oggi, non è solo la mancanza di lavoro (su cui io, se governassi, mi concentrerei invece di fare proclami) ma la miopia ormai palese di chi ci governa e ci ha governato negli ultimi 40 anni e di cui la nomina di viceministri, sottosegretari e presidenti di commissione è lo specchio evidente. Ricordo che sono riusciti a trovare un posto a tutti i trombati alle elezioni, tra cui Formigoni (accusato di corruzione e appropriazione indebita quando era presidente di Regione Lombardia) o Biancofiore, il cui pensiero "illuminato" sull'omosessualità ha fatto storia e satira.

Ricordo che l'Imu, tassa che andrebbe versata ai Comuni e su cui lo Stato trattiene il "pizzo", serve per dare servizi (scuola, trasporti, assistenza ai disabili e alle fasce deboli) che il Comune non potrebbe più erogare diversamente. Quanto costerebbe tutto questo alle famiglie in difficoltà?

Io credo e non penso di sbagliare, che a quella famiglia interesserebbe di più riavere la speranza di poter dare tutti i giorni da mangiare ai propri figli che quella di non pagare l'Imu (o persino di riavere indietro le poche decine o centinaia di euro versate). Io credo che questa miopia trasversale stia decidendo del futuro dei nostri figli e che la gran parte delle persone realmente interessate a non pagare l'Imu si potrebbero permettere questo e altro.

Intanto sono passati mesi dalle elezioni. Abbiamo un governo che non abbiamo votato e che, in compenso, non sta facendo nulla di quello che serve all'Italia. Buona camicia a tutti.