lunedì 30 settembre 2019

#93 L'iperbole

Beh, ventinove gradi alle 12,30 del 30 settembre possono apparire un po' strani.
La roba stesa asciuga. Il riscaldamento non va acceso. Il cambio di stagione giace.
Ghiacciaio più o ghiacciaio meno.
La bellezza delle progressioni iperboliche è che all'inizio sembrano lente, persino piacevoli.
Poi, però prendono un andamento un po' accelerato.
Noi siamo lì, mi pare, con il clima. Quando l'iperbole smette di essere una dolce salita e comincia a guardare in verticale.
Siamo alle pendici del Rocciamelone matematico. Abbiamo affrontato i primi cinquecento metri con calma e ora la cima ci guarda dall'alto e ci obbliga a camminare in maniera differente.
Io non ho mille anni. Ricordo che solo vent'anni fa era tutto molto diverso.
Era rarissimo che in una giornata di fine settembre si potesse indossare una canottiera.
Magari ho la memoria corta ma non me ne ricordo neanche una.

L'iperbole è una figura matematica semplice ma interessante.
Spiega anche perché le persone siano disposte a sopportare una determinata dose di rotture di palle solo fino a un certo punto e poi sbottino.
E' vero che dipende sempre dall'equazione. Ma data la stessa, coerente con i dati, non si scappa.
Anche nella lingua italiana l'iperbole è un'esagerazione, un'amplificazione (per eccesso o per difetto). Una figura retorica per spiegare un'accelerazione improvvisa.
Non credo sia un caso.
Comunque la roba stesa asciuga. E il riscaldamento non dev'essere acceso. Nell'immediato, l'iperbole non sembra tanto cattiva.
Solo perché non abbiamo ancora fatto ulteriori passi avanti sull'asse di riferimento.

domenica 29 settembre 2019

#94 Unici

Domenica di fine settembre. Temperatura tardo-estiva.
Una brutta notizia l'ha funestata. 
Un'amica ci ha lasciati troppo presto.
Sono andata a trovarla. 
Per fortuna, eravamo solo io e lei.
Non credo di potercela fare stasera a parlare del mio rapporto con la morte. Quello che voglio dire è che, nel corso degli anni, ho smesso di ricordare le persone come le ho viste quell'ultima volta.
Ora riesco (a vent'anni non ce la facevo) a ricordare i sorrisi e le espressioni, le battute e tutto quello che fa di noi esseri viventi speciali e assolutamente unici.
Ora, per me, è diventato un momento irrinunciabile quell'ultimo saluto a chi in qualche modo ha fatto parte della mia vita. Ed è una cosa che faccio per me e la ragione, ve l'assicuro, non la so neppure.
Io posso essere considerata una persona cinica. Estremamente pragmatica. Utilizzo metodi a me comprensibili per elaborare ciò che succede. Metodi che gran parte delle persone, intorno a me, interpreta come indifferenza.
Forse, il problema è che io non so spiegare perché e come io sia tutt'altro che indifferente. Forse, non ho ancora gli strumenti. Forse, non li ho mai cercati perché tutto sommato non mi importa nulla se le persone mi credano indifferente. Sebbene, neppure a quello io sia indifferente.

sabato 28 settembre 2019

#95 Tempus fugit

La Machete gaming esiste e ne ho le prove.
Pare che siano numerosissimi gli adolescenti a conoscerla.
Se cantino non saprei. Se giochino alle console, neppure. Però hanno un Dj. Che mette musica per adolescenti.
Io e la mia mezza mela non eravamo solo tirannosauri al Milan Games Week, ma forme di vita unicellulari. Credo che mi sarei sentita altrettanto fuori posto solo a un comizio di Salvini.
Ma, mio figlio maschio era contentissimo. Ha racimolato tutti gli autografi che desiderava (dopo ore di coda). Mia figlia femmina, la mia mezza mela ed io... beh... abbiamo fatto passare il tempo.
Tanto tempo.
Tantissimo tempo.
Ma in uno stand abbiamo anche trovato le vecchie console dei primi anni '90.
Arkanoid. Pac-man. Donkey kong.
Il nostro interesse è comunque deperito dopo cinque minuti.
Il tempo a nostra disposizione, tuttavia, nel bene e nel male è limitato. Dunque, siamo riusciti ad abbandonare Milano fiere dopo circa sei ore.
Tempus fugit.


venerdì 27 settembre 2019

#96 I tirannosauri

Come ci si veste per andare a fare la ggiovane alla settimana dei videogiochi a Milano?
Chiedo perché mio figlio maschio ci ha talmente frantumato le scatole con questo evento che domattina sacrificheremo, in quattro, una dormita con i fiocchi per andare al Milan Games Week.

- Tu non capisci... c'è anche la Machete Gaming!
- ... che sarebbe?
- (spiegazione di due minuti totalmente incomprensibile su rapper e giocatori e strane attitudini)
- Ma quindi giocano o cantano?
- Cantano, ma poi... (altra spiegazione di due minuti totalmente incomprensibile)

Insomma, Machete Gaming o no, domani saremo là e lui è già tutto galvanizzato.
Un po' come se, a me, avessero regalato un biglietto per andare a sentire i Red Hot Chili Peppers oppure un week-end in una Spa all-inclusive.

E, domani, io e la mia mezza mela potremo anche indossare jeans e t-shirt ma sembreremo lo stesso due tirannosauri del Cretaceo superiore.
Non so bene cosa aspettarmi.
Magari in una roba dedicata ai ragazzi non c'è neanche un bar che serva la birra.
E dubito ci sia una sala dove giocare a Candy crush su mega schermo.
Metteranno tutti gli adulti in una sala apposta, con vecchi pc dotati di Tetris e Pac man, come si fa con i bimbi piccoli all'Ikea.

Non ho neanche un orribile pantalone con il risvoltino e una maglietta della Trasher da indossare.

giovedì 26 settembre 2019

#97 Filibustiere

Io ho un cane filibustiere.
O un cane strano.
O un cane attore.

Comunque stasera ha fatto prendere a tutta la famiglia (mezza mela per procura, che è fuori per lavoro).
A cena ha cominciato a zoppicare visibilmente. Non riusciva neanche a mettersi sulle zampe. Non si muoveva neanche per il cibo. Sottolineerei neanche per il cibo.
Sembrava semi-paralizzato di colpo.
Controllo le zampe.
Controllo la schiena.
Mi guarda, non guaisce, non fa niente. Mi guarda solo con aria sofferente.
Dopo un'ora presa malissimo chiamo la veterinaria (santa donna).
Mi dice "se lo vedi proprio male portalo ad Avigliana in clinica".
Io e e mio figlio maschio ci muoviamo. Per salire in auto, il cane, si fa prendere in braccio.
Mi guarda con aria sofferente.
Partiamo. Voliamo ad Avigliana.
Arrivati, dico a mio figlio maschio di tenermi tutta la roba che devo far scendere il cane.
Appena apro il portellone, quel figlio di un cane scende saltando, piscia per mezzo corso Laghi e mi guarda come dire "E beh?".
Gli dico salta su. Lui salta.
Gli dico scendi. Lui scende.
Gli dico salta su. Lui risale.
Mi è scattata la voglia canicida ma ero talmente in ansia prima, che vederlo saltellare l'ha domata.
Non sono entrata in clinica per farmi perculare anche dal veterinario.
Mi sono accertata che saltellasse anche altrove.
L'ha fatto.

Non l'ho ucciso.
Sappiatelo.

mercoledì 25 settembre 2019

#98 Il blocco

Stasera ho il blocco da foglio bianco.
Sarà che la giornata è trascorsa nella totale mediocrità.
L'unica nota positiva è stata la temperatura decisamente mite.
Il fatto che non sia successo nulla di particolare non ha impedito che mi stancassi assai, ma mi aspettano solo più il divano, l'abbraccio della mia mezza mela e una delle mie serie preferite su TopCrime.
A proposito di mele, stasera ho cucinato il riso basmati con il pollo, la mela e il curry. Non è male. Ma non avevo lo zenzero fresco (indicato nella ricetta) e in effetti una nota piccante ci sarebbe stata bene.
Domani è già giovedì. Settembre sta per finire.
Se ci pensate, tra tre mesi è Natale.
Il tempo vola.
Ma, basta con le ovvietà.
La curiosità per la serie tivù che va ad incominciare mi costringe ad abbandonare la tastiera.
Buonanotte amiche e amici.

martedì 24 settembre 2019

#99 Promosso

Oggi parleremo di una specie assai diffusa.
Quelli che si comprano le macchine nuove (ma anche no) e poi guidano come se avessero un Boing 747 sofferente di qualche malattia terminale: in mezzo alla strada, ai 50 all'ora dove c'è il limite dei novanta, mettendo la freccia a destra sei ore prima o sei secondi prima di girare, non occupando mai la destra neppure in tangenziale nonostante vengano superati pure dalle biciclette.
Quando volevo acquistare la mia prima e unica moto, un motociclista di una certa data mi disse: comprane una che sarai in grado di alzare da sola se ti cade. Ergo, se pesi 60 Kg e vuoi guidare un Fat Boy forse è il caso che ridimensioni le tue aspettative. Vale per tutti, indipendentemente dal genere.
Per le auto dovrebbe essere lo stesso. Se compri un Suv lungo cinque metri e largo due, devi saperlo guidare. Perché le persone che circolano sulla strada mentre ci circoli tu, hanno i medesimi diritti di usufrutto.
Va bene la prudenza. Va bene la paura di rigare la macchina. Va bene tutto. Ma a un certo punto basta.
E' inutile che ci facciano revisionare la macchina ogni due anni.
Dovrebbero far revisionare la patente ogni dieci. Gratis.
Ogni dieci anni, uno che sa guidare sale in macchina con te venti minuti.
E se sopravvive e arriva in tempo dove deve arrivare (sulla base media con cui calcolano in montagna i percorsi a piedi), sei promosso.

lunedì 23 settembre 2019

#100 Mute le tre cifre

Cento giorni alla fine dell'anno.
Da domani, nel titolo ci saranno solo numeri a due cifre.
E oggi posso anche dirvi la novità. Ho trovato un lavoro. Temporaneo, fino a dicembre ma intanto tutto fa. In teoria avrei dovuto prendermi il settembre sabbatico ma quando le occasioni arrivano, vanno colte.
Otto ore al giorno, assunta con contratto (firmato oggi), contributi e tutto il resto. Era già qualche anno che non provavo le brezza di una busta.
Non è un mestiere molto cerebrale, diciamocelo. Ma ogni lavoro ha la sua dignità in quanto tale. Non sto a darvi i dettagli, tanto sono irrilevanti essendo la questione a termine a dicembre.
Poi ricomincerò la ricerca.
Quello che posso dire è che è vicino a casa, cosa che mi permette di tornare in pausa pranzo. E' un vantaggio che, da pendolare perenne, ho avuto solamente quando scrivevo per Luna Nuova. Ed è un vantaggio che apprezzo enormemente.
Dunque, cucino un po' meno. Soprattutto dolci, che per farli ci va tempo.
Ma tanto la mia famiglia era abituata al fatto che io non ne facessi, di dolci, e non sembra patirne più di tanto.
La mia mezza mela, invece, si sta costruendo un angolo in casa per tornare a fare modellismo. Insomma, a distanza di un anno dal nostro trasferimento a Foresto stiamo tutti, pian piano, recuperando anche i nostri hobby.
Va giusto bene in prospettiva dei mesi più freddi.

domenica 22 settembre 2019

#101 L'ho cercato

Andare a dormire tardi e alzarsi presto ha sicuramente un lato positivo, ma io non sono proprio riuscita a trovarlo oggi.
L'ho cercato bene mentre camminavamo per portare un mazzo di fiori sulla lapide partigiana alla piccola Maria Elisa Borgis. L'ho cercato mentre pranzavamo con amici e l'ho cercato mentre tornavamo a casa.
Non trovandolo, ho provato a pensarci facendo una più che ristoratrice pennichella seguita da una meravigliosa doccia bollente. E, incredibilmente, non ho trovato neppure in queste due occasioni il lato positivo dell'andare a dormire tardi quando è necessario alzarsi presto.
E' arrivato l'autunno, ve ne siete accorti?
Camminando nei boschi appena inumiditi dalla nebbiolina cominciano a cambiare le tinte delle foglie. Non di uno o due alberi isolati, ma dell'intero bosco. E' bello camminare in autunno sui sentieri tra mille profumi che d'estate sono tutti appiattiti dal caldo. Io non sono mai stata capace di trovare i funghi, a parte le mazze di tamburo che le troverebbe anche Mister Magoo, ma mi sembra sempre di sentirne il profumo. 
Il bosco in autunno è rilassante.
Mio figlio maschio precisa che ufficialmente solo domani sarà autunno.
Il bosco non guarda il calendario.





#102 Otto righe

Non è solo tardi.
E' tardissimo.
PIù che tardissimo.
Scrivo solo perché l'ho promesso.
Ma sappiatelo, non avrei mai scritto se non lo avessi fatto.
La serata è stata interessante e divertente. Ho visto persone che non vedevo da tempo.
Ogni tanto ci vuole.
Quindi, stasera (stanotte) sono solo otto righe.

venerdì 20 settembre 2019

#103 Flatlandia

Stasera io e la mia mezza mela siamo talmente stanchi da aver perso la tridimensionalità del nostro corpo. Ci muoviamo spiaggiati da un luogo all'altro come i poligoni di Edwin Abbott.
Se non l'aveste mai letto, Flatlandia, lo consiglio. A me è piaciuto molto. Parla di un mondo a due dimensioni che viene a contatto con una sfera (tridimensionale per definizione). Naturalmente un essere bidimensionale non ha accesso alla terza dimensione e, dunque, ha difficoltà enormi a capirla e ad accettarla.
E' una metafora adatta ad un sacco di questioni.
Ma stasera sono talmente bidimensionale che lascio a voi le più disparate fantasie.
Domattina spero di riuscire a ignorare la sveglia automatica dentro di me e dormire almeno fino alle nove. Le dieci sarebbe fantastico. 
Ora, se davvero vivessi a Flatlandia, non potrei sdraiarmi sul divano, ma soltanto avvicinarmi ad esso.
Per fortuna, invece, pare che esso sia comodo e cicciottoso come sempre. Sfrutterò questi ultimi istanti di tridimensionalità per sdraiarmici e godermi mezz'oretta di sonno davanti alla tivù.

giovedì 19 settembre 2019

#104 Vincent Van Gogh

Cosa li mando a scuola a fare i miei figli?
Una in seconda superiore, l'altro in terza media.
E non sanno aprire un foglio di word e gestire, in maniera basilare, un testo.
Ah però, suonano il flauto e, niente popò di meno... attenzione eh!... hanno nel borderò persino un brano di Tiziano Ferro. E a comprare il materiale di educazione artistica spendo di più, ogni mese, che per avere internet a casa 24h al giorno senza limiti.

Conversazione:
- Ma cosa la fare a fare tecnologia alle medie???
- Ma tecnologia significa disegno
- Cioè disegno tecnico?
- Eh
- E allora perché hanno cambiato nome alla materia?

Ora io non commento il ridicolo livello di inglese, matematica e italiano richiesto per avere la licenza di scuola media inferiore ma capisco perché con la licenza di scuola media inferiore non si possa più neanche andare a pulire un pavimento. Perché non è detto che uno sia in grado di leggere l'etichetta. Potrebbe scambiare il detersivo con il dentifricio.

Io in terza media un foglio di word non lo sapevo aprire perché word non esisteva ancora. Figuriamoci OpenOffice. 
E non mi ricordo con quali competenze sono uscita dalla scuola dell'obbligo (ai miei tempi finiva lì). Ma so che in seconda superiore davo ripetizioni di inglese e matematica, senza alcuna difficoltà, a ragazzi delle medie. E non mi sono mai permessa, anche solo per pudore, di scambiare la "o" disgiunzione con la "ho" verbo avere in un qualsiasi scritto. 
Io posso assicurare che a casa mia nessuno mi aiutava nello studio. Studiare era un "progresso" perché c'era chi prima di me non se l'era potuto permettere. Insomma, la nuova generazione dovrebbe essere sempre migliore di quella precedente. Altrimenti che evoluzione è?
Ora, si è sbandierato che la nuova scuola era più vicina al mondo del lavoro, più vicina alle tecnologie, più vicina al futuro.
Beh, parliamone. Perché se non fosse che a casa coniughiamo i verbi in maniera corretta, i miei figli su Instagram scriverebbero "se avrei avuto". E magari penserebbero di essere fichissimi perché hanno le Globe invece di un paio di scarpe da ginnastica comperate al mercato.

Forse la scuola punta sul fatto che diventino tutti musicisti.
O Vincent Van Gogh.



mercoledì 18 settembre 2019

#105 Mancava

Piove.
Fa fresco.
Sembra settembre.
Giornata ricca di novità di cui vi parlerò solo a cose fatte, in un modo o nell'altro. 
Vi lascio con la suspense.
Intanto per celebrare la giornata quasi autunnale ho preparato la zuppa di grissini. La prima volta che l'ho mangiata è stato qui, in valle di Susa, dopo la mia "immigrazione". L'avevano cucinata in una cocotte di terracotta lunga e stretta, che era già una poesia solo vederla. 
Me ne sono innamorata istantaneamente ed è stato, da allora, il piatto che preparo ogni volta che faccio il bollito.
In realtà è la zuppa "dei morti", che si fa a novembre. C'è anche la versione con le foglie di cavolo.
Credo che sia uno dei modi migliori per utilizzare il brodo di carne, oltre a cuocerci i tortellini dentro. Ma siccome a Modena mi hanno spiegato che il tortellino va cotto nel brodo con il cappone e io il cappone nel bollito non lo metto mai, ho deciso che per non offendere i modenesi non rivelerò mai quando cuocio i tortellini nel brodo normale. Anzi farò finta di non averlo mai fatto e di non farlo mai in futuro.
Ho cucinato anche le mele cotte con la cannella.
Mancava giusto l'albero di Natale.

martedì 17 settembre 2019

#106 La misura

C'è da dire che fare la casalinga e la mamma è forse il mestiere più impegnativo che si possa fare. Soprattutto a livello mentale perché non sembra mai di aver fatto abbastanza. E', a mio modo di vedere le cose, estremamente frustrante, soprattutto perché nella gran parte dei casi non viene riconosciuto.
Io faccio un po' eccezione (in questo momento della mia vita) perché questo lavoro mi è riconosciuto e viene condiviso. O meglio, fa eccezione la mia mezza mela, che è sempre presente ed è una gran cosa.
Tuttavia, se nella mia vita ho passato pochissimi periodi facendo "solo" la mamma e la casalinga me ne ricordo le ragioni quando succede. Nonostante ci sia sempre da fare, mi sembra che le giornate siano vuote.
Per i progetti che avevo in mente non ho ancora trovato posto.
Bisogna avere la mente sgombra da ogni interferenza esterna.
Bisogna avere tempo.
Dovrei essere capace di dimenticare le cose da fare a casa per dedicarmi ad altro e non ci riesco. So che sembra stupido, ma mi sento in colpa se mi siedo a fare qualcosa per me se c'è ancora da fare in giro.
Non mi succede quando il mio mestiere principale non è fare la casalinga. Oggi ne cercavo le ragioni e l'unica che mi è venuta in mente è che, non contribuendo al bilancio familiare, mi sembra doveroso almeno fare sì che l'ambiente familiare sia più che vivibile.
Ma se la cosa si prolunga dovrò trovare una misura.
Perché ai miei progetti devo dare la dignità che meritano.

lunedì 16 settembre 2019

#107 Curriculum vitae

Capita così, che alla soglia dei cinquant'anni mi accingo per l'ennesima volta ad elaborare il mio curriculum vitae. Questa volta, utilizzando il graphic design invece del semplice, buon vecchio Word.
Ho pensato che, nel frattempo, potrei ricominciare a dare ripetizioni. Di matematica nello specifico, ma anche del resto se l'allievo rientra nella sfera delle scuole medie. Perciò, se conoscete qualcuno che ne ha bisogno dategli pure il mio numero di telefono. Posso assicurare che non farete brutta figura. Lo so che può sembrare immodesto ma ho diversi allievi che possono testimoniare in mio favore.
Torniamo, però, al curriculum vitae.
Che sembra facile da stilare ma che fa sorgere sempre alcuni dubbi. Ci sono, a volte, mestieri che hanno permesso di apprendere determinate competenze ma che escono, per così dire, dal campo lavorativo generale. Sarà bene metterli? Se da un lato l'eclettismo dovrebbe essere apprezzato, dall'altro può apparire come una perdita di tempo.
Le esperienze lavorative è bene metterle tutte? Perché, alla fine, alla ricerca di un lavoro che non ha necessità di grandi competenze si potrebbe apparire "troppo qualificati".
Ma se si è in cerca di un lavoro e di una fonte di reddito, ogni mestiere giustamente retribuito è valevole di attenzione e di impegno.
Insomma, il curriculum vitae, a una certa età, è un piccolo parto.
Passare il pomeriggio alla scrivania è stato, però, divertente. Perché ho potuto prendermi tutto il tempo per valutare la grafica e il testo e pensare alle parole. E a me piace pensare alle parole. Scegliere i termini.
Alla fine, lo scrittore che è in me si è svegliato.
Ognuno ha i suoi tempi.

domenica 15 settembre 2019

#108 Domenica

Domenica. 
La quiete. Dormire fino a tardi e fare colazione all'ora di pranzo.
Nessun impegno, se non quelli base di procacciare la spesa per cenare e mettersi una maglietta per non ballonzolare in casa in deshabililé. Ascoltare musica e ciondolare qua e là.
La domenica ha tutte le sue ragioni di esistere.
Diventa un po' difficile tirarci su qualcosa da scrivere. E qui ci starebbe davvero lo scrittore che c'è in noi. In me, nello specifico. Lo scrittore dovrebbe riuscire a parlare di nulla con diecimila battute.
Lo scrittore in me, oggi, sta ancora dormendo.
Guarderemo un film stasera. Io, lo scrittore che c'è in me, la mia mezza mela e mio figlio maschio. Monuments men. 
Magari ci addormentiamo tutti oppure lo scrittore che c'è in me farà riflessioni degne di essere affrontate domani.

#109 In pausa

E' di nuovo tardi.
Avevo pensato una cosa stasera mentre io e la mia mezza mela ascoltavamo musica ma, poi, la serata con amici mi ha distratta e me la sono dimenticata. Mi succede un sacco di volte di pensare a qualcosa che meriterebbe una riflessione e, quando ci ripenso, mi sfugge. Perché non la scrivo subito. Perché dovrei staccarmi dalla realtà e dire "aspetta, scrivo una cosa e poi torno".
E non è neppure il sembrare completamente pazza che mi frena.
E' proprio l'idea di mettere in pausa la realtà che non mi riesce.
Fatto sta, che avevo pensato a una cosa e mi sono detta "stasera parto da lì quando scrivo". Ma il non ricordarmi che cosa rende tutto più difficile.
Impossibile.
Diciamocelo.
Ho anche provato a riascoltare la stessa musica.
Ma evidentemente non era la stessa.
E niente.
Potevo dire qualcosa di definitivo e, invece, non dico nulla.
Che tutto sommato non è una novità.
Mica sono il saggio seduto sulla cima della montagna.

venerdì 13 settembre 2019

#110 Internet protocol address

Io ho un fratello genio.
E' sempre stato genio.
Quando avevo undici anni e cercavo di stare a galla nel mare lui, che ne aveva sei, giocava a scacchi con le persone adulte. E, magari, vinceva.
Io gli scacchi al limite li potevo mangiare. O tirare dietro a qualcuno.
In realtà, le regole del gioco le conoscevo anche io perché a papà piacevano gli scacchi e ce le aveva insegnate. Mio papà insegnava sempre le cose a tutti e due, senza distinzione di sesso. Ma non sono mai stata in grado di costruire qualcosa che somigliasse a una strategia. E giocando a scacchi, la strategia è tutto.
Comunque, per quanto riguarda certe questioni mio fratello è sempre stato molto più bravo di me.
Abbiamo scelto la stessa strada all'università: informatica. Io, perché i miei non hanno voluto che facessi veterinaria e non ero disposta a studiare la chimica per nessun altra ragione. Lui perché era la sua strada.
Ogni tanto, come oggi, lo scomodo per risolvere piccoli problemi con il pc che non riesco a sbrigare da sola. Per lui sono giochetti per bambini come per me fare la lavatrice, mentre per me sono montagne insormontabili.
E, ve lo posso assicurare, io non sono per nulla un'analfabeta funzionale. Insomma, qualche cosa so fare. E, soprattutto, so cercare le risposte quando non le conosco. Mi piace smanettare e, spesso, me la cavo.
Ma la tecnologia, negli ultimi quindici anni ha fatto passi da gigante e se non ci stai sempre in mezzo alla fine ti perdi dei pezzi. Che normalmente sono mattoncini base.
E' come studiare la matematica. Puoi anche cercare le "istruzioni" per risolvere un integrale ma se poi non conosci i prodotti notevoli o le equazioni, quell'integrale resterà per sempre un mistero.
Tutto questo per dire che il mio pc ora si connette amorevolmente con tutto il mio hardware, grazie a mio fratello. Dopo dieci minuti di whatsapp scritti. Nonostante io ci abbia smanettato su tre giorni senza soluzione. Perché puoi anche conoscere l'IP di una periferica ma se non sai esattamente cosa farne... beh, non lo puoi neanche mangiare o tirare dietro a qualcuno.

giovedì 12 settembre 2019

#111 Riflessioni

Oggi riflettevo sul fatto che scrivere ogni giorno per 254 giorni mi è servito per elaborare un sacco di cose. Una di queste, la meno importante, è che in realtà bisogna avere sempre qualcosa da dire. L'altra, la più importante, è che in realtà un diario online può funzionare solo se puoi davvero raccontare tutto ciò che ti passa per la testa.
E non lo si può fare, perché raccontare tutto significa coinvolgere inevitabilmente altre persone. Gran parte della nostra vita è intrecciata agli altri. E raccontare di sé vuol dire anche raccontare cosa si pensa di altre persone e cosa si prova per loro. Ma non lo si può fare. O meglio, si potrebbe ma non sarebbe giusto perché chi le conosce o può identificarle (nel caso in cui il loro nome fosse più o meno acutamente mascherato) potrebbe essere influenzato nel bene o nel male.
Così, questo diario online spesso non è che un breviario delle cose simpatiche e divertenti che coinvolgono me o la mia famiglia oppure riflessioni che riguardano solamente la sottoscritta.
Dunque, l'elaborazione è che tra 111 giorni, quando questa promessa a me stessa avrà avuto termine, dovrò capire cosa voglio veramente fare di questo blog. Era nato con uno scopo più che altro ludico, perché a me piace scrivere. Ci avevo scritto un po' di tutto, cronache di eventi e racconti, riflessioni e opinioni. Poi quest'anno è stato lo strumento per testare la mia costanza.
Ma non può restare solo questo.
Dunque, sto pensando a che ne sarà di Valchirie nel 2020. Si accettano consigli e suggerimenti (compreso quello di chiudere bottega, s'intende). Soprattutto da quelle persone che nella vita reale, al di fuori di qui, mi dicono ciò che pensano di queste pagine virtuali.

mercoledì 11 settembre 2019

#112 Al contempo

Il cane avrà una diagnosi domani.
Oggi in studio sembrava ci fosse l'intero universo animale (e non) e la mia gentilissima veterinaria mi ha dato appuntamento domani pomeriggio per evitare di fare sedici ore di attesa.
Al contempo anche i peperoni dovranno aspettare domani perché oggi mi sono persa a far alcune delle grandi pulizie che risultavano indispensabili in casa.
Giusto perché un'amica oggi me l'ha chiesto, ieri sera mi sono addormentata guardando Coco. Ho visto solo l'inizio e la fine. Ma la fine è carina. Assai commovente. E il cane somiglia molto al nostro. Non fisicamente, ovviamente. 
Stasera cambio genere. In assenza della mia mezza mela, nuovamente trattenuto fuori dal lavoro, mi dedicherò ai miei polizieschi preferiti su Top Crime. Tra l'altro ne è uscito uno nuovo, credo si intitoli Deception (ne ho viste solo due puntate) che mi intriga assai. Ma stasera non c'è. In programmazione c'è la sesta serie di The mentalist, cui mi sono affezionata e di cui riesco a guardare anche puntate che ho già visto.
Il divano mi attende.

martedì 10 settembre 2019

#113 Perciò

La giornata del peperone ha avuto inizio ma non ha visto la fine.
Quattordici chili di peperoni al forno e un paio di chili sottaceto non hanno concluso la saga. Nel frattempo ho cucinato il bollito e le pesche ripiene (che tra l'altro era la mia prima volta in assoluto).
Domani, alcuni impegni permettendo, sarà la volta di quelli sott'olio con le acciughe e della peperonata in cui cadranno tutti quelli non ritenuti meritevoli di essere messi via perché in qualche modo imperfetti.
Cucinare mi rilassa. Forse anche perché mi stanca fisicamente. 
Mi piace andare a dormire stanca. 
Mi addormento subito e non penso.
E in questi giorni ho necessità di pensare il meno possibile.
Domani porto anche il canide dal veterinario per verificare la natura della sua afonia permanente. Mangia, gioca e corre come sempre, cosa che non farebbe pensare a un qualsivoglia malanno ma continua ad abbaiare come un chihuahua strozzato quindi qualcosa dev'esserci.
Stasera facciamo serata film scelto dai ragazzi. E ci tocca un cartone: Coco. Di buono c'è che non l'ho mai visto perciò se è noioso tra meno di mezzora russerò sul divano

lunedì 9 settembre 2019

#114 A bagno nell'olio

Lunedì a casa. Mi sono sentita strana.
Non ci sono stati lunedì a casa, se non per via delle ferie o di qualche influenza inaspettata, da sette anni a questa parte.
Mi sono sentita vuota. Poi tranquilla. Poi vuota nuovamente. Poi determinata. Poi piena di dubbi. Per fortuna, ho avuto da fare assai per la scuola dei ragazzi e in casa e, alla fine, è giunta la sera. La mia mezza mela starà fuori per lavoro e, anche lui, ha avuto un rientro impegnativo. Dal punto di vista pratico, sicuramente più faticoso del mio.

Ma, bando alle ciance.
Oggi, Matita ha deciso che poteva fare un bagno nell'olio. Avevo lasciato un po' di olio di frittura in una pentola e tanto va la gatta alla padella che si riempie di unto. Non mi è restato che lavarla... con il sapone. Pensavo che avrei subito graffi anche in luoghi del corpo sconosciuti e, invece, lei è stata ferma e si è fatta lavare e sciacquare. E' davvero una gatta fuori dal comune, più simile a un peluche che a un felino. Non credo di aver mai posseduto un gatto così dolce e indipendente come lei. E' straordinaria.
Forse non ve l'avevo raccontato, ma una sera ha cacciato un topo e l'ha portato a casa. 
Morto. Ma io non lo sapevo. 
Ho una fobia importante nei confronti dei topi. 
Sebbene il roditore avesse sì e no la dimensione di una gomma da cancellare, se non ci fosse stata la mia mezza mela a occuparsi della questione, io avrei dato fuoco alla stanza con la gatta e il roditore dentro. Oppure sarei andata a dormire in un'altra casa fino all'arrivo della disinfestazione.
Mirò, il gatto maschio, non si è mai permesso di portare un topo in casa. 
Uccellini, lucertole, cavallette. 
Ma topi, mai.
Spero che anche Matita abbia capito dalla mia reazione - su cui soprassiedo - che il suo "regalo" non è stato per nulla gradito.
Lo spero soprattutto per lei.

domenica 8 settembre 2019

#115 Dolcissimi bestioni

Domenica sera, dopo una bella giornata trascorsa alla Fiera internazionale del peperone a Carmagnola, in compagnia di amici.
Domani si rientra nel vortice di scuola-orari-cose da fare-questioni da risolvere.
Ho rimandato tutto. Anche alcune cose cui non avevo voglia di pensare perché svuotare il capannone non era il capitolo finale della questione lavorativa. Ci sono ancora alcune procedure da concludere e alcuni problemi da affrontare e, anche se il grosso è fatto, non è ancora finita.
Anche mio figlio maschio preferirebbe rimandare l'inizio della terza media. La mia mezza mela rimanderebbe volentieri la ripresa del lavoro. Solo mia figlia femmina pare essere contenta che cominci la scuola.
Almeno per il momento.
Vedremo in seguito.
La temperatura è scesa parecchio. Il primo lato positivo è che quando accenderò il forno per far arrostire le tre cassette di peperoni che ho comperato oggi non schianterò di caldo. In realtà non li farò tutti al forno. Voglio provare anche a metterne un po' sottaceto e un po' in agrodolce.
Ne ho a sufficienza per tentare tutte le strade. Sono bellissimi, carnosi e spessi. E sono anche buonissimi. Per testare il prodotto stasera ne abbiamo fatto uno in insalata. Quelli che pesano meno, pesano circa due etti e mezzo. Sono dolcissimi bestioni.
I nostri, quelli dell'orto, che sembrano i peperoni dei Puffi, diventeranno peperonata. Per due sere dovrebbe bastare.

sabato 7 settembre 2019

#116 Anche quando non pensi

Settembre, tempo di conserva. Almeno per noi.
Oggi, con il secondo grosso raccolto di pomodori abbiamo fatto un po' di vasetti. La mia mezza mela era dispiaciuto che usassimo i nostri buonissimi cuori di bue per farne conserva ma d'altra parte non potevamo metter via trenta chili di pomodori crudi e sperare tenessero più di una settimana. Almeno abbiamo una buona conserva.
Non ne abbiamo fatta abbastanza per tutto l'inverno ma è un principio e, considerate le premesse (irrigazione evidentemente non esatta e malattie conseguenti alle piante) ci possiamo dire più che soddisfatti. L'anno prossimo saremo più attenti e preparati.
Domani, se tutto va come deve, andremo alla fiera del peperone a Carmagnola e compereremo un po' di prodotto locale da mettere via con cura. Il forno si sta già preparando. Nel frattempo cogliamo l'occasione di passare a salutare una coppia di amici.
Ufficialmente è l'ultimo giorno di ferie. Lunedì ricomincia la scuola.
La temperatura è scesa assai. Oggi, nei pochi momenti soleggiati c'erano circa 20/22 gradi. Ieri l'altro eravamo ancora tutti in canottiera.
La mia figlia femmina oggi mi ha detto "E' quasi Natale!". Anche quando non pensi che il tempo passi, lui lo fa lo stesso.
Ho in mente alcuni progetti per l'autunno. Ma li ho messi in stand-by. Giusto il tempo di riportare il mio cervello nella giusta modalità.

venerdì 6 settembre 2019

#117 We're back

Siamo tornati.
Il termometro dell'automobile segnava al rientro 13 gradi. Pioggia. Nuvole che avvolgevano le montagne. Se non fosse che casa è sempre casa e io la amo proprio perché è esattamente così, sarebbe stato decisamente un triste rientro.
Invece, siamo stati accolti dai gatti che non si capacitavano che fossimo tornati ed erano tutti coccole e distintivo. Erano tutti un prrr prrr prrr. Non che li avessimo abbandonati. Avevano casa aperta e cibo e acqua e anche le visite della mia amica-socia-sorella. Ma erano contenti e ce lo hanno fatto capire.
E' sempre bello tornare a casa. Anche quando in vacanza si sta benissimo. E sapere di avere ancora due giorni tranquilli prima che cominci la scuola, beh, è rassicurante.
Per qualche tempo avrò la fortuna (o la sfortuna, a seconda dei punti di vista) di fare la mamma a tempo pieno e di occuparmi di alcune cose che ho trascurato pesantemente nel mio difficilissimo mese di agosto.
Ma voglio cominciare a pensarci lunedì.
Per adesso, pure a casa, siamo ancora in ferie.

giovedì 5 settembre 2019

#118 Riomaggiore, Lerici e... un pezzo di val di Susa.

Tutto ciò che è bello, alla fine, ha un termine.
Questa è la ragione per cui è bello e non ordinario.
Oggi è la nostra ultima notte alle Cinque Terre. E stasera abbiamo festeggiato mangiando il pesce a Lerici. Che, tutto sommato, ha dei prezzi addirittura accessibili, a differenza delle Cinque Terre. Anche in centro.
Stasera abbiamo fatto appena in tempo a rientrare che è cominciato il diluvio, con tanto di lampi e tuoni. Si sta benissimo. C'è un temperatura meravigliosa e, dalle finestre, si assiste a uno show naturale di luci e colori notevole.
Oggi abbiamo tentato di passare la giornata a Riomaggiore ma il tempo non era granché, così abbiamo deciso di salire a casa per pranzo invece di fare giornata in spiaggia (in cui oltretutto non saremmo potuti stare perché interdetta ai cani).
La valle di Susa ci ha raggiunti anche qui, sotto forma di due amici che hanno deciso di trascorrere il fine settimana a pochi km e hanno pranzato con noi.
A Lerici avremmo voluto dedicare più tempo. Avevamo anche buoni suggerimenti ma questa volta non ce l'abbiamo fatta. Sarà per la prossima.
Siamo stati benissimo.
Domani si torna a casa. I gatti saranno felici. Fa freschetto e loro adorano usarci come stuoini su cui dormire.






mercoledì 4 settembre 2019

#119 Monterosso, Corniglia, Vernazza e (sbagliandoci) Manarola

Giornata di trasferimenti e mille risate.
Il piano era più complesso nella realtà di quanto ce lo aspettassimo programmandolo, pertanto Riomaggiore sarà per domani.
Se il nostro canetto non ci ha ucciso, oggi, e non si è cibato dei nostri resti vuol dire che ci vuol proprio bene. E' salito su due corriere e cinque tratti di treno e non aveva mai fatto nessuna delle due cose. Ci guardava come per dirci "Io sono sempre stato bravo. E' vero, ho rosicchiato scarpe, telecomandi e oggetti vari ma non ho mai fatto niente per meritare questa tortura". Le nostre rassicurazioni sembravano non essere sufficienti per fargli prendere confidenza con queste macchine infernali.
Siamo scesi a Monterosso, stamattina. Che, per fortuna, non è quella orribile versione commerciale di paese in cui si incappa scesi dal treno. Tutta la parte storica è molto bella e il belvedere fenomenale.
Poi Vernazza. Carina, con tutti i suoi carrugi così stretti che, la sera, i dirimpettai possono fare quasi una tavolata unica. Io e il mio figlio maschio ci siamo concessi un altro bagno ristoratore, in un acqua così bella che non ha nulla da invidiare alla Sardegna.
Poi Corniglia. Giusto qualche gradino. In tutta la giornata mio figlio maschio ne ha contati più di duemila. Mia figlia femmina guardava allucinata la sua app sul telefonino che le comunicava che oggi abbiamo fatto l'equivalente di circa 70 piani a piedi e oltre 13mila passi.
A Manarola ci siamo finiti per sbaglio perché siamo scesi alla fermata prima dal treno. Carina, anche lei.
Gente in ogni dove, come fosse agosto.
Tornando a casa in corriera ho intrapreso una conversazione con un ragazzo australiano in vacanza in Europa. Una "vacanzina" di tre mesi. Volevo solo rispolverare il mio inglese e, invece, ho saputo un sacco di cose interessanti sul lontano continente. Alla fine, gli ho chiesto di tutto ma non come si chiamasse. Non che faccia la differenza. 
Arrivati a casa ho chiesto ai miei figli perché non ci fossimo già trasferiti in un Paese anglosassone.
"Dimmelo tu" è stata la risposta della mia figlia femmina.
Io non lo so.
Non è vero, lo so.
Io sono una persona con le radici.







martedì 3 settembre 2019

#120 Porto Venere

Se tutte le Cinque terre sono belle come Porto Venere, questi cinque giorni di ferie si prospettano stupendi.
Bella Porto Venere. Spettacolari le rocce a picco sul mare.
Oggi io e mio figlio maschio ci siamo anche concessi un breve bagno, fino all'arrivo di qualche medusa che han fatto terra bruciata (per così dire). Il tempo è stupendo. Le temperature ideali. Non avremmo potuto chiedere di meglio.
Il canetto continua ad essere afono e, secondo me, preferisce la montagna al mare. Prima di tutto perché in montagna va un po' dove vuole mentre qui è quasi sempre al guinzaglio. Poi perché il mare non stanca solo gli esseri umani.
Il mare vissuto in questo modo è persino piacevole. Passeggiate morbide, bei posti e un tempo limitato di spiaggia. Avremmo potuto anche fare il giro delle isolette in barca ma, alla fine, nessuno di noi era più di tanto interessato alla cosa e tutto è passato in sordina.
La casetta a Biassa è davvero un ottimo riferimento. In mezz'ora si è più o meno dappertutto. Mi permetto di criticare la barbara usanza di suonare le campane alle sette di mattina come se non ci fosse un domani. Stamane sono quasi stramazzata dallo spavento, stante il fatto che la casetta è a 60 metri in linea d'aria dal campanile e sembrava che i rintocchi scoccassero direttamente in camera.
Bocciato il campanile e le zanzare. Tutto il resto, promosso.






lunedì 2 settembre 2019

#121 La Spezia

Il primo giorno di ferie è già stato meraviglioso.
Credo fossero mesi che non mi rilassavo così, senza fare praticamente nulla.
La casetta a Biassa che abbiamo affittato tramite AirBnB è proprio carina. Piccina ma molto carina ed è sita a pochi minuti da La Spezia, dove siamo stati nel pomeriggio. 
Avremmo voluto visitare un paio di luoghi ma: 
- l'ingresso al museo navale non è permesso ai cani
- il castello di San Giorgio, il lunedì, è chiuso
- tutto il resto visitabile, il lunedì, è chiuso.

Ce ne siamo fatti rapidamente una ragione, andando a spasso senza meta per la città, che per quanto simpatica non rientra nella top ten delle mie preferite.
Nella casetta di Biassa c'è tutto quello di cui si può aver bisogno: due stanze accoglienti, una cucina attrezzata (persino con la lavastoviglie), un bagno piccolo ma una lavanderia grande con una seconda doccia veramente spaziosa.
Nell'appartamento sotto il nostro è arrivata, poco dopo di noi, una coppia di tedeschi. Fanno vita meno casalinga, loro. Noi abbiamo pranzato e cenato a casa.
Domani, molto probabilmente, andremo a Porto Venere.
E' ancora estate, qui. Si sta benissimo. 
A parte le zanzare. 
Ma quelle ci sono ovunque.


domenica 1 settembre 2019

#122 Pomodori

Stante il fatto che ci ho messo meno io a svuotare il capannone che il nuovo governo a nascere, oggi è stato il mio primo giorno di nullafacenza che ho trascorso interamente a fare di tutto, tranne che a far nulla.
La sveglia automatica nella mia testa mi ha fatto alzare prima delle otto.
Sono andata all'orto e ho raccolto almeno 15 chili di pomodori che, uniti a quelli che stavano già nel frigo, sono diventati conserva. E ragù.
Ho stirato tutto quello che avevo accumulato per settimane e creato pranzo e cena da un frigo ormai vuoto in previsione della settimana di ferie.
Domattina partiamo presto.
Andiamo alla scoperta delle Cinque Terre, dove io non sono mai stata. 
O meglio, sono stata una volta, molti anni fa, una sera a Lerici con amici ma me la ricordo appena. Mi ricordo di più la cena, in un ristorante dove ci hanno portato milleseicentoventotto portate di pesce e abbiamo speso molto poco, in proporzione.
Sono contenta. 
Sono contenta che vedrò posti nuovi con le persone che amo e il nostro peloso bianco, che da qualche giorno è quasi completamente afono. Cosa che mi preoccupa da un lato, ma dall'altro mi solleva dal sopportare i suoi potenti abbai in casa. Se non gli passa con l'aria del mare, lo porterò dal veterinario al rientro. Tanto comunque ci saremmo dovuti andare per Matita, che è in età di sterilizzazione. Ci manca solo di doverci occupare di nove gattini ogni sei mesi.
Ritornando a noi, sono contenta di essermi scrollata di dosso un peso ma mi sento un po' vuota e scarica.
Con le valigie sto migliorando. Per una settimana fuori, ho occupato solo mezza borsa. Escluse le scarpe. E il beauty. Finirà che riuscirò persino a fare un bagaglio a mano, prima o poi.
Prima che sia l'ora di andare a dormire ho ancora alcune cose da fare.
Quindi è meglio che mi sbrighi.