mercoledì 30 ottobre 2019

#63 Giovedì

Oggi è giovedì.
Nella realtà della settimana naturalmente no ma, di fatto, domani è l'ultimo giorno lavorativo della settimana e, se i pianeti saranno allineati, io e la mia mezza mela partiremo per un paio di giorni e un po' di quiete ci sta proprio. A dire proprio la verità anche se non andassimo via, un po' di quiete ci sta lo stesso. Viva i fine settimana lunghi.
Magari riuscirò a scrivere anche qualcosa di più interessante di amene banalità.
Domani è anche Halloween.
Magari anche la mia zucca si sentirà più a suo agio.

martedì 29 ottobre 2019

#64 Sintomi

Il nostro corpo è una macchina perfetta.
Quando abbiamo un dolore, per esempio alla spalla, il nostro corpo reagisce per sollevarti da quel dolore. Alleggerisce la spalla usando gli altri muscoli, quelli della schiena in primo luogo. Solo che, i muscoli della schiena, sovra-utilizzati, cominciano a soffrire anche loro.
Questa è la ragione per cui se uno ha male a una spalla dovrebbe curarlo e non fare in modo che il corpo si curi da sé.
Questo per dire che, ogni sintomo non dovrebbe essere trascurato.
Neppure quello che a noi pare una sciocchezza.
Il nostro corpo è una macchina perfetta.
Lo stesso vale per la nostra mente, che a un dolore reagisce in modi strani, non sempre facili da comprendere come può essere parlando di un muscolo semplice.
Ma lo fa. Cerca di "guarirci" dandoci vie d'uscita. E noi, giustamente, le sfruttiamo. Tuttavia, prima o poi, con quei sintomi dobbiamo fare i conti altrimenti saremo sempre "storpi", ci mancherà un pezzo e quanto importante sia quel pezzo lo sapremo solo vedendo quanti altri pezzi si sforzeranno di fare il suo lavoro. E, dunque, soffriranno.

lunedì 28 ottobre 2019

#65 Domani

Stasera la tastiera è pesante.
Una persona che ha fatto parte in modo importante della vita dei miei figli, e della mia, ci ha lasciati.
I ragazzi sono colpiti, per la prima volta, dalla vita in tutta la sua realtà. Ognuno di loro reagisce in maniera diversa. Perché sono diversi. Ma quest'affetto che provano è reale, bellissimo e, oggi, drammatico.
Non so cosa aggiungere, amiche ed amici.
A domani.

domenica 27 ottobre 2019

#66 L'allineamento

Io adoro l'ora solare.
Il mio bioritmo si è subito allineato con l'universo.
Chissenefrega se la sera è buio più presto. Chissenefrega di tutte le paranoie da bruciati. 
Se volete il chiarore svegliatevi un'ora prima così sarete stanchi un'ora prima e non vi accorgerete di nulla. 
Ecco.
L'ho detto.

Nel 2021 l'ora non cambierà più. Dovranno solo decidere se adottare per sempre la solare oppure la legale. A me, basta che si decidano. E non mi facciano fare più questo balletto idiota delle lancette. 
Io non lo so per quale ragione l'ora solare mi faccia sentire più a mio agio. Lo ignoro e non credo che sia solo perché posso dormire un'ora in più, perché quello potrei farlo ogni fine settimana o quasi.
Sento che io e il globo terracqueo siamo più in sintonia in questi mesi.
Sarà probabilmente solo una mia abluzione psicologica e non qualcosa di reale. 
Ma io sto bene.

sabato 26 ottobre 2019

#67 Gli strumenti di pressione

Siccome ieri ho riesumato la chitarra, stamattina io e la mia mezza mela siamo andati ad acquistare una muta di corde (che risalivano ad almeno sette anni fa), un capotasto e un paio di plettri.
Ho scoperto che i capotasti come quello che avevo io non li fanno più.
La tecnologia va avanti anche con semplici strumenti di pressione delle corde.
Per il resto ho approfittato della temperatura per fare alcune lavatrici. Altre le farò domani. Una settimana di pioggia mi aveva saturato i porta-biancheria. Detesto stendere dentro. Già c'è umidità con il maltempo e la roba che asciuga non aiuta per niente.
Con il sole che splende è bello persino fare i lavori di casa.
E' bello cambiare le corde alla chitarra.
Sarebbe stato bello anche andare in montagna, ma non si può fare tutto.
Domani abbiamo amici a pranzo.
La giornata si prospetta, oltre che calda, anche divertente.

venerdì 25 ottobre 2019

#68 Il punto di partenza

Stasera ho riesumato la chitarra ed era tempo che non la toccavo. 
La mia figlia femmina vuole provare a imparare. 
Io non sono proprio la maestra che dovrebbe avere, perché quello che so l'ho imparato da sola alla sua età e, comunque, so suonare (neanche benissimo) solo gli accordi. Le note non le conosco. Lei sì, perché per anni è andata a scuola di musica e suonava il clarinetto.
Ma io non so trovarle sulla chitarra.
O meglio, le so trovare ma mi ci va mezzora perché devo contare i capotasti. 
Insomma un dramma.
Io so giusto suonare gli accordi per far cantare la gente sulla spiaggia. Ma la mia figlia femmina sostiene che sia un adeguato punto di partenza.

Solo che per imparare a suonare la chitarra, come ogni altro strumento, ci vuole sacrificio, dolore alle dita, frustrazione di non riuscire a far suonare tutte le corde, crampi da arpeggio, maledizioni lanciate e tanto altro.

Poi, un giorno fai il La- e non solo te lo ricordi ma suona anche. 
Quello che vien dopo è tutto in discesa, se hai voglia e ti alleni.
Se, poi, vai a lezione di chitarra da uno bravo è anche possibile uscire dal tunnel del suonare sempre i soliti quindici accordi.

giovedì 24 ottobre 2019

#69 The house of the rising sun

Stasera sarei veramente voluta andare a un concerto.
Alla Sacra Birra suonano The animals. Quelli di The house of the rising sun, per intenderci.
E niente, non è proprio serata. Meno male che non ho prenotato. 
La mia mezza mela è dovuta restare fuori per lavoro e, in compenso, piove. 
Ancora. 
Che barba.
E non ho voglia di andare fino ad Avigliana da sola sotto la pioggia.
Sto proprio invecchiando.
E' un concertone. Una roba proprio bella.

Sono diventata un'ameba.
La forma di vita appena sopra l'ameba. Giusto perché l'ameba non ha gli arti.

Il mio umore

The animals.
Non li vedrò sicuramente mai più nella vita.
Sono proprio un'ameba,
Con tutto il rispetto per l'ameba. Che pure un suo ruolo nel mondo ce l'avrà. L'avrò anche studiato a scuola ma non me lo ricordo. Non mi ricordo neanche come si riproduca. E non me ne frega neanche un granché.
Ci sono cose che vorrei fare e che non sto più facendo. Mi sono fatta annientare dalla quotidianità di questo ottobre infinito.
E' necessario reagire.
Indispensabile.

PS
Oh mama, tell your children no to do what I've done...

mercoledì 23 ottobre 2019

#70 La monotonia e il piumone

Come si fa ad avere sempre qualcosa di nuovo da scrivere facendo sempre le stesse cose tutti i giorni? Non si può. La monotonia non è fonte di ispirazione, se non in rari casi.
Così ci si ritrova sempre a parlare delle stesse cose. E io vorrei fare tutto tranne che parlare sempre delle stesse cose.
Vorrei avere un libro da commentare ma non sono più riuscita a leggere nulla.
Questa cosa mi manca assai ma se mi metto a leggere la sera, in questo periodo, finisce che dopo due pagine dormiamo sia io che il libro. Leggere mi manca. Mi manca anche fare la pasta fresca ma a quello rimedierò nel fine settimana, che già i ragazzi mmi han chiesto le lasagne e sono almeno un paio di mesi che non le cucino.
Mi manca anche il sole. So che sono solo quattro giorni che fa brutto ma a me sembra una mezza eternità in questo 67844esimo giorno di ottobre.
Anche alla mia figlia femmina sembra che sia ottobre da sei mesi, perciò non sono solo io ad essere problematica. Ma si sa, il frutto non cade mai lontano dall'albero.
Non ho ancora messo il piumone. 
L'ho messo ai ragazzi ma a noi no.
Mi sa che questo fine settimana non potrò esimermi. Da tre giorni ormai il riscaldamento si accende il mattino perché la temperatura in casa scende sotto i 18 gradi. Pare che si avvicini davvero l'inverno. E io non so se sono pronta.
La nota positiva è che spero di riuscire, quest'anno, a mettere gli sci ai piedi almeno un paio di volte.

martedì 22 ottobre 2019

#71 L'omm 'e mmerd

E' una delle poche volte che do il titolo al post prima di scrivere, ma la smorfia napoletana mi ha ispirata non appena ho scritto il numero.

In realtà non volevo parlare di numeri e tanto meno del loro significato.

Pensavo che il concetto di ricchezza è assai soggettivo. Dipende dal proprio stile di vita, dall'estrazione sociale, dalla parte del mondo in cui sei nato, dalle aspettative di vita.
Io potrei considerarmi ricca se non dovessi pensare ogni momento a quanto costa una cosa che mi serve. E, sottolineo, che mi serve. Perché raramente compro qualcosa solo per sfizio. Solo per il gusto di possederla. E, forse, sarei ricca anche se potessi permettermi di comprare o fare qualcosa (un viaggio, per esempio) che non mi serve ma che mi piace e mi rende felice.
Ci sono persone nel mondo che mi considererebbero assai facoltosa e altre che mi considererebbero una pezzente.
Questo, parlando solamente di risorse economiche.
Ma il discorso vale anche per tutto ciò che non si può comperare: la salute, l'amore, l'amicizia, la famiglia, la serenità. Son cose che solo parzialmente dipendono dalle questioni economiche ma che, in ogni caso, non le prescindono del tutto.
Non è che ci sia un punto al quale io voglia arrivare.
Le riflessioni non hanno sempre una risposta generale.
Ma possono averla per noi stessi se riusciamo davvero a misurarci con quello che siamo, il luogo in cui viviamo e le persone di cui ci circondiamo.
Comunque sarà sempre una risposta puntuale. Ovvero una risposta che vale in quel momento preciso ma che potrebbe variare in un altro. Anzi, che quasi sicuramente varierebbe.

lunedì 21 ottobre 2019

#72 I cachi

Piove.
Dovrei dire che, finalmente, piove dopo un lungo periodo di siccità che alla natura non fa bene.
Ma alzarmi dal letto e vedere tutto grigio, andare a lavorare e vedere tutto grigio, uscire e vedere ancora tutto grigio, tornare a casa e ancora tutto grigio... beh, non mi piace per niente. Pensavo di non essere particolarmente sensibile al maltempo e, invece, sono stata tutto il giorno bigia come il cielo.
Per tirarmi su di morale questa sera ho cucinato due diverse vellutate, una di zucca e una di porri, che fanno molto autunno ma un autunno adorabile. Vellutata e crostini, funghi, castagne e vino rosso. L'essenza dell'enogastronomia d'autunno.
I cachi no.
I cachi sono disgustosi.
Perciò non entrano nella mia lista insieme a quelle altrettanto disgustose nespole.
Persino le carote acquistano dignità in confronto ai cachi e alle nespole.
Persino l'anguria e il melone. Che con l'autunno c'entrano niente ma a me non piacciono lo stesso. Ma, se costretta, li mangio. 
I cachi no.
Devo essere proprio al livello di morire di fame.

domenica 20 ottobre 2019

#73 L'albero

Un fine settimana di quasi inattività totale mi ha rimessa al mondo.
Non che impazzisca di gioia all'idea che domani sia lunedì, ma me ne farò una ragione. D'altra parte oggi è il 16435 ottobre. Prima o poi anche questo mese finirà. 
I miei figli ascoltano già le canzoni di Natale e sono un po' inquietanti. Di questo passo ai primi di novembre mi costringeranno a fare l'albero. Li minaccerò dicendo loro che metterò sotto l'albero subito i loro regali e gli toccherà di aspettare il 25 mattina per aprirli. Secondo me, regge. Non resisterebbero mai.
Anche l'Ikea si è adeguata a Poltrone&Sofà facendo già ad ottobre la pubblicità natalizia. Questo mi inquieta anche più dei miei figli. Ma d'altra parte bisogna far girare l'economia e soprattutto per chi è capace di comperare i doni con un paio di mesi di anticipo senza farsi scoprire e senza temere di doverli cambiare entro sette giorni.

sabato 19 ottobre 2019

#74 L'anatra

Stasera ho cucinato il petto d'anatra per la prima volta nella mia vita.
Non è venuta come nella foto. Ma non era male. La prossima volta sarà meglio.
Ho cucinato l'anatra con l'aceto balsamico con patate, cipolle caramellate e pancetta croccante. Quando ho finito la cucina era un pelino fumosa ma era tutto buono. La nostra cappa fa quello che può. Non ha certo gli aspiratori di un ristorante.
Le cipolle erano quelle del nostro orto, che quest'anno sono venute ottime. Ne abbiamo messe solo un po' poche. Il prossimo anno ce ne andranno di più.
Ieri sera, io e la mia mezza mela abbiamo chiacchierato un po' delle mie idee e abbiamo cercato le soluzioni a qualcuno dei miei dubbi in merito alla tenuta della storia. Perché una delle mie idee è una storia. Che oltre ad essere avvincente dovrà anche essere plausibile.
E' assolutamente indispensabile che regga in ogni sua parte.
Ed è bello discuterne e vederla prendere forma.


venerdì 18 ottobre 2019

#75 Lo spaventapasseri

Oggi sono una fucina di idee. Il fine settimana che incombe ha stimolato tutte le mie sinapsi. Così, visto che ho tutta l'intenzione di muovermi da casa il meno possibile potrò cominciare a svilupparle, quelle idee.
Il grosso problema delle idee e dei loro sviluppi è che vengono nei momenti meno opportuni: tardi la sera, mentre sono al volante dell'auto, mentre sto lavorando o sono in altre faccende affaccendata. E non è che si può mollare tutto e dedicarsi a sviluppare le idee.
Bisognerebbe scrivere subito. Almeno una nota. Perché le idee, quando ci ripenso dopo, non sono mai quel lampo che erano quando sono nate. Perché le parole hanno un loro peso specifico. Una parola al posto di un'altra cambia l'effetto.
Quando si parla o, peggio, si discute è impossibile pesare ciascuna parola. I pensieri emergono come il cervello li formula ed escono con molti meno filtri. Ma quando si scrive, no. Quando si scrive si ha il tempo di scegliere il vocabolo più adatto, la perifrasi esatta per descrivere una situazione o uno stato d'animo.

Bando alle ciance.
Ho un quesito da porvi. Come si dice spaventapasseri in piemontese?

giovedì 17 ottobre 2019

#76 La memoria episodica

Io ho un cane attore.
Ma ho anche un cane ladro.
Ladro ma attento a non lasciare prove.
Il problema del cane è il cibo apparentemente abbandonato.
Per esempio, il cibo del gatto.
Il cibo del gatto è in realtà, secondo il suo modo di vedere, è cibo per lui abbandonato in una ciotola messa appositamente in alto per provare le sua abilità ginniche.
L'unico modo per salvaguardare il cibo del gatto, finché il gatto non se ne nutra, è quello di chiudere fuori il cane per un tempo sufficiente affinché il felino, con i suoi tempi, decida che è venuto il momento di mangiare. Il gatto non mangia quando vuoi tu. Mangia quando vuole lui. 
Stasera ho lasciato quattro fette di pane sul tavolo. Poi sono uscita di casa per circa sette minuti. Lui ha identificato il pane, lo ha mangiato dal centro della tavola senza lasciare prove e senza spostare le sedie. L'Arsenio Lupin della razza canina.
Poi ha fatto anche finta di non essere stato lui.
Ho letto da qualche parte che i cani (come la maggior parte degli animali) hanno una memoria episodica di circa 30 secondi. Ovvero, se tu li rimproveri per qualcosa che hanno fatto trascorsi quei 30 secondi, loro non sanno perché tu lo faccia.
Io e la mia figlia femmina, stasera, abbiamo chiacchierato un po' di questa cosa immaginando il genere umano con una memoria episodica simile.
Abbiamo riso molto.

mercoledì 16 ottobre 2019

#77 A.D. Quattrolmiladodici ottobre

Meno male che è già mercoledì sera perché questa settimana la inserirò volentieri tra quelle da dimenticare.
Settantasette post. Mancano solo più settantasette post alla fine dell'anno e poi il mio proposito di inizio 2019 troverà il suo termine. Forse mi mancherà questo momento giornaliero. Forse no. Comunque, dimostrare costanza, talvolta, è assai faticoso. Specialmente certe sere in cui vorrei solo cadere in stato catatonico davanti alla tivù sul divano.
Ottobre è come maggio. Sono due mesi che hanno nella realtà 31 giorni ma io riesco a percepirne novemilaottocentosei.
La mia mezza mela ed io abbiamo in programma di fuggire a fine mese qualche giorno da casa approfittando del mini-ponte dei Santi. Abbiamo già cercato di organizzarci un paio di volte ma, alla fine, partiremo alla ventura come già abbiamo fatto un'altra volta. Non riesco a pensare a un tragitto. C'è un posto che vorrei vedere ma, al di là di questo, non mi viene in mente nulla. E mi piace pensare di partire senza una meta definita e andare dove ci porta l'automobile.
Non sono mai stata brava a programmare le cose a lungo termine. Cambio idea mille volte e nulla mi pare adeguato. Mi sembra che avendo il tempo per pensarci dovrei fare o pensare a qualcosa di eccezionale ma, poi, se non si rivela eccezionale ci resto malissimo. Invece, senza farmi nessuna aspettativa riesco a godermi ogni momento.
Sarò strana, ma sono fatta così.

martedì 15 ottobre 2019

#78 La mancia

Sto seguendo con molto interesse (il tono è da intendersi ironico) le questioni relative alle ricette del nuovo governo per recuperare fondi.
La lotta all'evasione è un sempreverde.
Ogni governo trova la cura del debito pubblico nella lotta all'evasione.
In linea generale non che sia sbagliato. Anzi. 
Il punto è che non è mai intenzione di qualsivoglia governo quella di colpire i grandi evasori. Quelli che fanno i miliardi di buco, per intendersi.
Però è comodo un po' a tutti (senza fatica e tutto sommato senza perdere l'elettorato che conta) andare a beccare chi non ha pagato qualche contributo o qualche multa ma guarda caso ha qualcosa di intestato (tipo un'auto o una casa in cui abita) o meglio ancora una busta paga.
Anche la soglia del pagamento in contanti mi appassiona. Perché mille o tremila euro non fanno per nulla la differenza se vuoi pagare qualcuno in nero. Tanto i soldi son soldi. E chi va in un negozio a pagare 2000 euro di vestiti, di cibo o di altro in contanti? Giusto per capire.
Certo è che se vai da un professionista costoso e ti dicono che il tuo acquisto indispensabile costa 2000 euro con fattura o 1500 senza e tu guadagni mille euro al mese, può darsi che tu decida di prelevare anche duecento euro per volta per risparmiarne 500. Mettessero un limite più basso, anche 50 euro a volta.
Il caso B invece vuole che tu sia ricco. E te ne freghi delle soglie e di qualsiasi cosa perché tanto troverai sempre un commercialista o un avvocato abbastanza in gamba da far "sparire" quello che serve. E di pagare i vestiti in contanti manco ci pensi. Figurati di preoccuparti per 500 euro di fattura dal professionista costoso perché 500 euro sono spiccioli che lasci di mancia al portiere per Natale. 
Se il portiere non è simpatico.

lunedì 14 ottobre 2019

#79 La taxista

Quando sono neonati, non vediamo l'ora che facciano i primi passi e dicano le loro prime parole.
Quando sono bambini, non vediamo l'ora che comincino ad andare a scuola, in bicicletta, alle lezioni di calcio/danza/skate/qualsiasi cosa.
Quando sono un po' più grandi non vediamo l'ora di vederli più indipendenti e di smettere di fare da taxista per qualsiasi cosa. Prima o poi prenderanno la patente, no?
Quando prendono la patente speriamo sempre che non gli capiti nulla in auto, che trovino un bravo ragazzo o una brava ragazza, che trovino un bel lavoro e che tutto li renda felici.
Avere dei figli significa sempre sperare qualcosa.
C'è chi ripone alte aspettative. C'è chi vuole nei figli ciò in cui egli/ella ha fallito. C'è chi vorrebbe che loro siano qualcosa di diverso da cosa loro realmente sono.
Io mi limito a sperare che stiano sempre bene, che siano sereni e che riescano a navigare nelle difficoltà senza affondare.
E comunque mi sembra, a volte, di essere fin troppo ottimista.

domenica 13 ottobre 2019

#80 Potrei

Questo fine settimana siamo riusciti a stare a casa molto poco. E devo dire che questa cosa mi è mancata. Domani ricomincia la giostra e il lunedì non è una giornata simpatica a causa dei numerosi impegni di tutti.
Di buono c'è che almeno stamattina sono riuscita a dormire fino a dopo le nove. Ma non sono riuscita a fare nulla a casa e, siccome in settimana, le ore a disposizione sono soltanto serali, spesso non riesco oppure non ho nessuna voglia di dedicarmici.
Comincia a fare freddo la sera.
Il mio termometro reale sono i gatti.
Quando cominciano a uscire solo se costretti (comunque molto poco) e quando vengono a dormire in braccio appena ci stendiamo da qualche parte, vuol dire che la temperatura è scesa. D'estate li vediamo giusto per la colazione, quando diventiamo dispensatori di cibo.
Comincia a fare freddo anche la mattina.
Esco con dodici strati che abbandono a metà giornata, dimenticandone puntualmente sei in auto. L'auto-armadio. 
Potrei brevettarla.

sabato 12 ottobre 2019

#81 A volte ritornano

Non lo vedevo dagli anni '80.
E se qualcosa è rimasto in quegli anni, un motivo c'era.
Stasera siamo andati a mangiare fuori con mio fratello e la sua famiglia e mentre uscivamo dal ristorante è entrato lui: l'uomo con la giacca indossata sulla canottiera.
L'orrore. 
Come il calzino con il sandalo.
Il nude leggins taglia XL.
Le paperine con il collant coprente.
La canottiera a rete.

Di solito non faccio caso a com'è vestita la gente.
Ma è stato come incontrare uno zombie.
Son cose che lasciano il segno.

venerdì 11 ottobre 2019

#82 Soundtrack

Ho quasi sempre lavorato ascoltando la musica.
Prima ancora, ho quasi sempre studiato ascoltando la musica.
Per divertirmi andavo ai concerti, ascoltavo chi suonava o ci si trovava con la chitarra a cantarne due.
La musica ha attraversato tutta la mia vita.
Ora che lavoro in un posto dove la musica non si può ascoltare canticchio tra me e me e anche il macchinario che uso canta. 
La parte da vocalist dice "Simmons" a ritmo. Sibilo, pausa breve, suono basso, altro sibilo. Di base, un tempo composto che un jazzista riconoscerebbe ma io no perché esula dai quattro quarti su cui la mia mente è inquadrata.
Quando canticchiamo insieme, devo rallentare tutti i pezzi perché il macchinario non si distrae mai. Come un serissimo batterista.
Spesso io e la mia mezza mela chiacchieriamo ascoltando musica.
Mettiamo un pezzo a testa oppure no. Oppure facciamo andare Youtube o la radio.
La musica.
Cosa sarebbe questa mia vita senza la musica?
La musica è come la letteratura. E' capace di dire le cose che pensiamo meglio di come le sapremmo dire noi. 
Non riesco ad ascoltare musica italiana o brani stranieri che conosco a memoria leggendo un libro perché sono continuamente distratta dalle parole. Posso scrivere perché la mia mente dà priorità al mio pensiero. A meno che la canzone non sia proprio tra le mie preferite. In quel caso, il cervello segue la canzone.
La musica.
Un giorno dovrei provare a costruire una colonna sonora della mia vita.
Ma se per la colonna sonora di un film ci vogliono tra le quindici e le venti tracce, quante ne servirebbero per accompagnare una vita?

giovedì 10 ottobre 2019

#83 Prima

Un giorno mi faceva male una spalla. Male che non riuscivo quasi più a sollevare il bicchiere pieno. 
Era circa tre anni fa.
Sono andata dal medico che mi ha prescritto alcuni esami, tra cui un'ecografia.
Sono andata a farla. Mi hanno trovato alcune calcificazioni nel muscolo dovute a un'infiammazione trascurata. Il dottore mi chiese "Perché è venuta solo adesso?". Gli dissi che avevo "solo" male a una spalla e pensavo che sarebbe passato prima o poi.
Sono seguite fisioterapia e onde d'urto. E un po' di sollievo.
Ma come ogni dolore che si rispetti, appena scende la temperatura si ripresenta.
Quest'anno ha fatto il bis.
Tutte e due le spalle.
Riesco ancora a sollevare i bicchieri pieni.
Magari stavolta mi faccio vedere prima.

mercoledì 9 ottobre 2019

#84 Ancora calcoli... come sono noiosa.

Questo lavoro, seppur temporaneo, mi ha dato l'opportunità di conoscere nuove persone. Alcune delle quali, devo dire, mi sono molto simpatiche.
Uno spot pubblicitario che ho visto stasera dice, non so su quali basi, che (in media, suppongo) conosciamo 80mila persone nel corso della vita.
E' curioso.
Chissà quante persone ho già conosciuto io, avendo avuto la fortuna di svolgere numerosi mestieri a contatto con la gente.
80mila persone.
Ho fatto un breve calcolo.
Ogni anno ha 365 giorni. Supposto che si abbia la fortuna di vivere mediamente 70 anni significa che dovremmo conoscere, sempre mediamente, 3,1 persone al giorno. Ogni giorno. Da quando apriamo gli occhi appena partoriti fino a quando esaliamo l'ultimo respiro.
E' vero che quando andiamo a scuola il primo giorno (o al lavoro) magari veniamo in contatto con una decina di persone tutte insieme ma, diciamo, che il resto della nostra settimana potrebbe essere un po' più statica: famiglia, amici di medio o lungo corso e al limite un negoziante o qualcuno a cui diamo una spallata per strada senza volere.
Non so, 80mila persone mi sembrano una stima per eccesso.
Ma, forse, mi sbaglio. 
Dietro il bancone del bar oppure di un negozio magari tre o quattro persone al giorno che non abbiamo mai visto ci capita di vederle. Ma, a mio parere, non significa affatto conoscerle.
Quando ritrovo quello spot pubblicitario (che non mi ricordo cosa pubblicizzava) ci faccio caso. Magari non erano 80mila.
Magari ho sentito male.

martedì 8 ottobre 2019

#85 Meme e genitorialità

Nel fantastico mondo dei meme, quello che posto qui sotto mi ha fatto più ridere in assoluto in questi giorni.


Esiste anche già tradotto in italiano ma non l'ho trovato subito e non avevo voglia di passare dieci minuti sul web a cercarlo. Qui per i non anglofili: "Ti senti una cattiva madre? I quokka lanciano i loro cuccioli ai predatori così da poter fuggire".

Lo so è una cosa che appare tragica. 
Mia madre direbbe che non c'è niente da ridere. 
Lo direbbe molto seria.
Ma a me fa schiantare.
Ridimensiona i nostri piccoli sensi di colpa genitoriali in modo simpatico.

Se fossimo roditori e facessimo due cucciolate l'anno di sei, nove o dodici figli l'una, probabilmente non avremmo le stesse ansie che abbiamo nei confronti dei nostri cuccioli. 
Ma il quokka è un marsupiale. Si riproduce una volta l'anno e generalmente partorisce un solo cucciolo alla volta. Che cresce per un anno. Poi, la bestietta viene considerata adulta e prende la sua strada. 
Il quokka vive circa 10 anni.
In proporzione, avrebbe diritto ad avere le nostre medesime ansie genitoriali.

A chiudere, diciamo che il quokka raramente si trova a compiere tale drammatica scelta di fronte a un predatore.
Succedesse a noi, ci butteremmo nelle fauci del predatore per salvare il nostro cucciolo.
Niente. 
Non siamo neanche un po' quokka.
Ma ogni tanto, il pensiero di scagliare qualcosa (di solido e poco predatore) contro il nostro cucciolo adolescente credo sia passato nella mente a chiunque. 
Anche alla migliore delle madri.

lunedì 7 ottobre 2019

#86 Grey's

Lettrici e lettori è ricominciata Grey's anatomy.
Chi ha già visto la 15esima serie, taccia.
Volevo dirvelo perché se questo post apparirà un po' distratto, la ragione è che lo compongo solo ed esclusivamente durante gli spot pubblicitari (che abbondano quindi ho tempo).
Ieri ero un po' fuori forma, forse a causa di un piccolo inizio d'influenza ma l'ho sedata sul nascere con una serie di medicinali e stasera va molto meglio.
Tutte le volte che mi passa un fastidio o un dolore o una malattia, faccio caso a come si sta bene quando si è sani e quanto, di solito, io lo sottovaluti. Poi smetto di farci caso più o meno il giorno dopo. Credo che sia normale. Però mi fa pensare lo stesso. 
Ma, pensare e guardare Grey's anatomy è davvero difficile.
Dopo 15 serie mi ci sono affezionata. 
Come alla mia salute.
Sperando che abbia una vita più lunga di Grey's anatomy.

domenica 6 ottobre 2019

#87 Tre

Volevo fare duemila cose, oggi, ma ne avrò fatte tre.
Non è grave. La domenica serve anche a questo. Per riposare.
Ieri, nel canavese abbiamo raccolto un po' di castagne sotto l'albero dei nostri amici. Ne ho fatte bollire alcune ma mi sa che ho esagerato con il sale. Domani, quando avrò la mente più lucida cercherò di separare quelle buone da quelle bacate e poi mi dedicherò con più attenzione alla loro preparazione.
Adesso l'unica cosa che ho ancora la forza e la voglia di fare è di riposare il più possibile perché domani ricomincia la settimana. 

sabato 5 ottobre 2019

#88 Surfista delle rocce

Sabato quieto. 
Un ottimo pranzo in un posto bellissimo con persone care.
Serata con le amiche di sempre.
Senza mangiare. Perché il pasto del pranzo basterà fino a domani sera, io credo. Oltre che ottimo è stato piuttosto abbondante.
Percorrendo la Torino-Aosta in auto, ho notato una strana lunghissima montagna che non avevo mai notato prima, nonostante quella strada l'abbia fatta numerose volte. Sembrava un'onda gigante ma fatta a montagna.
Ho scoperto che la stranissima montagna si chiama Serra morenica di Ivrea. Ho scoperto, come è successo un sacco di volte nella mia vita, che praticamente solo io non sapevo della sua esistenza. Che è la più grande formazione di quel tipo in Europa e che è frutto della glaciazione del periodo quaternario. Ci sono mille mila documentazioni in merito e io non ne avevo mai sentito parlare.
Mi era già successo negli anni '90 quando sono finita ad Alberobello e tutto il mondo sapeva che lì c'erano i trulli e io no. E mi hanno perculata pure abbastanza perché c'era scritto su tutti i sussidiari delle elementari. Per lo meno, così sostenevano i miei amici.
Fatto sta, che ogni tanto mi sorprendo di cose che pare siano di dominio pubblico.
Comunque sono 20Km di onda-montagna veramente fenomenali con soli 350mt di dislivello tra l'inizio e la fine.
Mi è venuta voglia di percorrere tutta la cresta e sentirmi come una surfista delle rocce.

Da Wiki-p

venerdì 4 ottobre 2019

#89 Problema con soluzione

Problema.
In ogni scatolone, ci sono due scatole. In ogni scatola ci sono venti pacchetti con dodici oggetti dentro. Se a spacchettare 4300 pezzi, lavorarli e rimpacchettarli, Paola ci mette quattordici ore. Quante ore impiegherà Paola a finire i 12000 pezzi richiesti?

Soluzione.
Circa 39 ore. Per la precisione 39,06 ore.

A voi, lo svolgimento. Domande aggiuntive per livello elementare: quanti pezzi ci sono in ogni scatolone? Quanti pacchetti? Quanti gliene restano da fare?

Questa è la breve storia di oggi.
Stasera però Paola e la sua mezza mela vanno a cena fuori.
E comincia finalmente il meritato fine settimana.

giovedì 3 ottobre 2019

#90 Discrepanza

Spesso, la prospettiva dalla quale si guarda una cosa che accade ne varia la percezione.
Ci sono eventi chiari ed assolutamente insindacabili ma sono rari.
Noi giudichiamo ciò che ci accade e ciò che accade intorno a noi guardando da un solo punto di vista. La saggezza starebbe nel riuscire a visualizzare anche altri punti di vista prima di prendere una qualsivoglia decisione sul giudizio definitivo.
Il problema è che, a volte, è possibile avere a disposizione altri punti di vista. A volte, no.
Quando non ci sono, si potrebbe provare a immaginarli ma questo ci potrebbe distanziare dall'accaduto reale.
Questa discrepanza tra i fatti (ciò che è accaduto) e la nostra percezione di essi è una delle questioni su cui sto ragionando in questi giorni.
Molte cose accadono apparentemente senza una ragione. Ma nessuno agisce e nulla succede senza una ragione, per quanto possa essere complicato per noi scoprirla.
Poi, c'è un secondo passo. Sapere la ragione di qualcosa che accade non significa che siamo in grado di comprenderla. E men che meno di farla nostra. 
Qui, subentra il giudizio. Abbiamo conosciuto i fatti da diversi punti di vista e ce ne facciamo un'idea.
Ultimamente leggo e sento spesso commenti di persone che, secondo me, non solo non hanno provato a cercare più di un punto di vista, ma spesso erano distratti anche guardando dal loro.
Anche queste persone avranno una ragione per comportarsi così. Ma io le giudico ugualmente, comportandomi (in un certo senso) come loro. Ho provato, devo dire, talvolta a intavolare una discussione, scritta od orale, per capire. 
L'ho trovato un po' frustrante.
Probabilmente sono solo io che ho bisogno sempre di sapere il perché delle cose.
C'è chi si fida.
Non so su che base, ma si fida.

mercoledì 2 ottobre 2019

#91 Ma dai... il vento! Incredibile!

E' tornato il vento.
Non che ne sentissimo la mancanza ma questa valle e il vento sono un binomio inscindibile, come il tiramisù e le calorie.
Nel frattempo, nel mondo succede un po' di tutto. Solitamente riesco a seguire un po' le vicende di attualità ma questa settimana mi viene difficile. A volte riesco anche a guardare un tiggì, ma non mi rimane nulla in testa. 
In compenso, svolgendo le mansioni manuali che il mio lavoro richiede mi è venuta un'idea per scrivere un racconto o, forse, qualcosa di più lungo. Lo sto elaborando giorno dopo giorno, visto che man mano che passa il tempo il mio cervello è sempre meno impegnato a star dietro a quello che devo fare. Questo è, forse, l'unico lato positivo dello svolgere mansioni ripetitive e non impegnative dal punto di vista cerebrale.
Quindi, può darsi che quando avrò il tempo di star dietro alla tastiera per un tempo sufficiente, comincerò a buttar giù qualcosa.
Potrebbe essere un modo per reinventare questo blog, dal momento che dovrete solo più sopportare i miei post giornalieri per 90 giorni; 91 compreso oggi.
Potrebbe essere un racconto lungo pubblicato a paragrafi.
Una serial novel.
Non lo so ancora. Ci sto lavorando.
Ai posteri l'ardua sentenza.

martedì 1 ottobre 2019

#92 Le sirene

Se la settimana prosegue come questi due giorni, si prospetta un fine settimana di completo letargo. Sono stanchissima ed è solo martedì.
La mia mezza mela non è ancora riuscito a rientrare a casa dai viaggi di lavoro.
I miei figli hanno cominciato a fare l'orario scolastico pieno e arrivano cotti anche loro.
Ciò nonostante la mia figlia femmina mi ha promesso che mi avrebbe sistemato le unghie. Ha detto "Faccio una telefonata e scendo". E' scomparsa da mezz'ora. Presumibilmente andrò a dormire con le unghie tutte diseguali. Non sono portata per queste cose. E' già strano che sia riuscita a farmele crescere.
In televisione non c'è nulla di interessante. 
Mio figlio maschio guarda la partita della Juve.
Lo so.
E' juventino.
Non ho potuto farci nulla.
Ognuno ha i suoi difetti.
Io non so se arriverò a vedere il secondo tempo. Il letto canta come le sirene di Ulisse. E io non ho i tappi di cera. E non sono legata all'albero maestro della cucina. Forse perché la cucina non ha un albero maestro.