lunedì 21 marzo 2022

Si è sempre stranieri per qualcuno

I miei tre fatti della settimana. Anzi del giorno.

Numero A - Stamattina ho deciso di andare a fare spesa al mercato a piedi. Nulla di trascendentale. Bussoleno centro dista da Foresto circa 25 minuti a piedi (in camminata normale) e io avevo voglia di camminare. Mi sono detta che alla fine non avevo granché da comprare ma che comunque lo zaino sarebbe stato più comodo delle sporte. C'erano i carciofi in offerta: 15 carciofi per 5 euro. Io adoro i carciofi. Alla fine sono tornata a casa con lo zaino che pesava quanto un masso. Però ero felice. Perché adoro i carciofi.

Numero B - Al Tg ho sentito la notizia che due tizi "di origine italiana" hanno investito con un'auto la folla che si apprestava a festeggiare il carnevale in Olanda. Mi sono immaginata gli olandesi che dicevano come sia sbagliato far arrivare gente dall'Italia perché son tutti criminali. Si è sempre stranieri per qualcuno anche se i pazzi e i criminali non hanno nazionalità.

Numero C - Guardo con figlio maschio un film su un incidente aereo. Io ho il terrore di volare. Non ho mai volato. Figlio maschio ha volato e non ha paura. Per fortuna le fobie non si ereditano. Comunque, all'inizio del film fanno vedere l'incidente e il pilota che dice alle persone di stare sedute accovacciate per prepararsi all'impatto. E lui commenta dicendo che non pensava lo dicessero sul momento poiché prima ti danno un opuscolo dove c'è tutto scritto. Nella mia testa è scattato il film di me che legge l'opuscolo, grida e piange e dice che bisogna fermare il volo perché io esigo di scendere. Poi, razionalmente, ho riflettuto sul fatto che, evidentemente, nessuno legge gli opuscoli.



lunedì 14 marzo 2022

Ops, mi sono persa una settimana

Ho saltato una settimana.

Lunedì scorso avevo da fare e mi sono detta che avrei scritto il giorno dopo ma il giorno dopo è stato anche più affollato di impegni. E via dicendo. Così ho pensato che, potendo, avrei poi scritto due volte questa settimana perché un impegno è un impegno e va rispettato. Anche se è fatto a se stessi (anzi, forse, soprattutto se è fatto a se stessi) e anche se è, tutto sommato, inutile.

Da un paio di settimane a questa parte, l'argomento di conversazione totalizzante è la guerra in Ucraina. Ha completamente annullato il Covid, a livello di conversazione, e credo sia l'unico aspetto parzialmente positivo di questo conflitto allucinante.

Non mi è ancora chiara la ragione per cui chi scappa dalla guerra in Ucraina è considerato un profugo accoglibile a dispetto da chi scappa dalla guerra (o dalla fame) in altri Paesi del mondo, ma conto di capirlo prima o poi. Non mi è ancora neanche chiaro perché calpestiamo la nostra Costituzione per l'ennesima volta inviando armi in Ucraina, considerandola una nazione aggredita e con grande sproporzione di forze rispetto all'aggressore, e non lo facciamo, per esempio, in Palestina, dove a me la sproporzione è sempre parsa più che evidente. E non mi è ancora chiaro perché le Molotov costruite in Ucraina siano accettabili mentre quelle di altre nazioni siano considerate terrorismo.

Per farla breve non mi sono chiare ancora un sacco di questioni.

Ci sono momenti storici in cui grandi domande restano senza risposta. Io temo che questo sia uno di quei momenti.

Quello che certamente mi è chiaro è che la guerra è sempre e solo morte e distruzione. Nonché un vero affare per una cerchia ristretta di persone, che sulla morte e sulla distruzione speculano, lucrano e ingrassano.

E se, già da sola, la guerra è uno dei mali peggiori che si possano immaginare, chi sulla guerra lucra è un male ancora più grande e, se esistesse davvero un inferno, meriterebbe il girone più terribile che Dante mai scrisse.


lunedì 28 febbraio 2022

Può darsi

Oggi, uno dei pulcini nati a settembre, ha deposto il suo primo uovo. Ho dunque avuto la certezza che si tratti di una gallina e non di un gallo. I tutorial dicono che è semplicissimo, dopo i tre mesi, distinguere un gallo da una gallina. E' sempre tutto semplice se lo sai fare.

E' stata un'emozione trovare quel piccolo uovo. La stessa emozione che avevo provato quando le uova si erano schiuse ed erano nati quei minuscoli esserini. La gallina livornese ha tirato su i pulcini come fossero suoi, non preoccupandosi affatto del colore delle loro piume, così diverso dalle sue, bianche e candide.

Ha insegnato loro a bere e mangiare, a pulirsi, a stare attenti ai pericoli. Li ha seguiti finché non ha ritenuto che fosse ora che se la cavassero da soli. Pochi piccoli pulcini color giallo scuro e marroncino, con le piume sulle zampe, in un pollaio di galline grosse e bianche. Le galline hanno tutta una loro gerarchia e non transigono. Sono anche aggressive l'una con l'altra ma non stabiliscono la gerarchia in base al colore delle piume. Una volta stabilita la gerarchia, nel pollaio si vive in tranquillità. Tutte mangiano, tutte depongono le uova e tutte dormono insieme, vicine per tenersi caldo e fare "massa critica".

L'uovo è piccino e di colore leggermente rosato. Impossibile confonderlo con quelli delle livornesi. Dentro, è semplicemente un uovo, uguale a tutte le altre uova.
Alle galline non importa nulla che quell'uovo sia diverso. Se ci fosse una gallina che cova, li coverebbe tutti. E il nuovo nato sarebbe semplicemente un pulcino.

Ora mi chiedo.
Se riescono le galline a considerarsi una sola unica specie, perché non ci riusciamo noi umani?
Può darsi che non siamo così evoluti come tendiamo a definirci.


lunedì 21 febbraio 2022

Non è male

Non mi ricordo più cosa sognavo di diventare da grande quand'ero molto piccola.

Il primo ricordo che ho, della mia infanzia, è del giorno in cui mio padre mi insegnò ad andare in bicicletta senza le rotelle. Dovevo avere su per giù tre o quattro anni. Andavo su una mini bicicletta bianca e arancione, nei primi anni '70 ignara del presente e del futuro. E' un ricordo vivido e non uno di quei ricordi che restano dentro solo a forza di raccontarli. Che magari neanche lo ricordi ma te lo hanno detto tante volte che ti ci sei convinto.

Ricordo anche, ma non saprei dire l'età, che una volta ero nel prato dietro casa di mia nonna Paola con mio cugino Alessandro e lui inavvertitamente mi diede una gomitata sul naso e il naso cominciò a sanguinare assai. Tornammo e nonna mi fece sdraiare sul divano con la testa in su cercando di fermare l'emorragia.

Poi, gli altri ricordi che ho saltano decisamente tutti dalle elementari in poi.

Mi sono resa conto che ho una memoria decisamente selettiva. Non so chi di voi abbia visto il cartone animato Inside out, ma l'omino con l'aspirapolvere nel mio cervello è una massaia decisamente più efficiente della sottoscritta. Riesco a ricordare un libro per decenni e, a volte, mi scordo interi periodi della mia esistenza.

Comunque, non mi ricordo più cosa sognavo di diventare da grande quand'ero molto piccola.
Alle medie mi sono convinta che sognassi di diventare veterinaria per grandi animali.

Non sono diventata veterinaria e la vita mi ha portato percorsi che sicuramente da piccola non immaginavo. Non che sia andata troppo male, alla fine. A volte, però, mi chiedo che veterinaria sarei stata e se sarei stata capace a curare i cavalli o far partorire le vacche.

Alla fine, di animali mi sono circondata lo stesso. Se stanno male li porto da chi li sa curare e mi godo il loro affetto. E non è male neanche questo.