sabato 13 luglio 2019

#173 Aggià!

Vento caldo. 
Serata a Busso beach (centro del paese, nda), come direbbero i miei figli.
Film all'aperto sulle lotte operaie degli anni '70 e '80.
Birretta.
Chiacchierata e due tiri a ping-pong.
Casa.
Letto. Posizione comoda. Palpebra suadente.

Amore?
Eh?
Devi scrivere.
Aggià!!


Cosa serve farsi una promessa di continuità se poi devo farmi ricordare le cose?
Finora era stata una giornata positiva.
Mi ero ricordata tutto quello che dovevo prendere o fare senza nemmeno leggere i milioni di bigliettini che mi faccio per non dimenticare le cose. Neanche fossi un Buendìa.
La mia mezza mela dice, giustamente, che dovrei avere un'agenda. Ma io l'ho dismessa con il lavoro d'ufficio. E poi non ne ho più sentita l'esigenza. Come dell'orologio. Un giorno si è rotto il cinturino e io ho sclerato quella settimana ma non ho trovato il tempo di andare a sostituirlo. Ora non lo porto più. Ci sono mille mila aggeggi che mi dicono che ore sono: il telefono, il microonde, la tivù e via dicendo. Ogni più o meno utile aggeggio intorno a me ha l'orologio.

A questo punto, però, dovrò riconsiderare l'ipotesi dell'agenda.

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