Vorrei dire tante cose questa sera.
Ma non mi riesce di dire nulla.
Tenere un diario quotidiano senza farlo diventare un semplice commento personale di ciò che accade nel mondo non è semplice.
Dovrei cominciare a raccontare di me, di cosa mi accade, di quello che penso e di quello che provo. Dei miei problemi e delle mie vittorie. L'idea iniziale era quella ma mi sono resa conto che è molto più difficile di quello che pensassi.
E' una battaglia con me stessa che per il momento sto perdendo.
Mi sono imposta di scrivere ogni giorno una pagina perché è un impegno costante e complesso per me. Mi sono imposta un traguardo.
Ho scelto proprio questo anno perché, in un modo o nell'altro, ci saranno grandi cambiamenti nella mia vita. Ve ne parlerò a tempo debito, quando saranno più definiti. Queste pagine le ho immaginate come in collegamento tra il passato e il presente.
Eppure, quando mi siedo alla tastiera, non riesco a vedere il foglio bianco come un quaderno su cui scrivere e poi infilare in un cassetto. Sicuramente perché scrivere sapendo di essere letti non lascia spazio a quella schiettezza che si affiderebbe a un foglio di carta sul comodino.
Non che si vogliano nascondere le cose. Non c'è nulla da nascondere ma ci sono nomi, volti, amori, odi e rancori che, per me, è molto difficile condividere con il mondo pur affidandoli a metafore e pur sapendo di non avere milioni di lettori. E, forse, è ancor più difficile condividere le vittorie e i sassolini che mi levo dalle scarpe, per paura di apparire semplicemente vanitosa. Anche se vanitosa non è l'aggettivo esatto. Ma in questo momento non mi viene il sinonimo calzante.
Insomma ci provo.
Magari qualcuno avrà la voglia e la pazienza di passare questo 2019 con una parte di me in continua evoluzione. Chissà dove mi porterà e dove porterà tutti voi, quest'anno dispari. Sarà che sono curiosa di natura ma mi piacerebbe davvero che me lo diceste alla fine di questa lunga esperienza virtuale.
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