martedì 31 dicembre 2019

#1 Rosso di sera buon anno si spera

Con questo tramonto bellissimo si chiudono i miei 365 giorni di blog. 
Si chiude un anno che, non nascondo, è stato assai impegnativo. 
Alcune cose su cui avevo investito forze, pazienza, lavoro e speranze non hanno avuto l'esito che speravo.
Ma voglio guardare a tutto questo non come un fallimento ma come un'esperienza.
La memoria degli errori è come la memoria del passato che bisogna mantenere per evitare di ripercorrere un sentiero nocivo.
Voglio ringraziare tutte le persone che hanno letto questo blog e mi hanno sostenuta.
Voglio ringraziare la mia mezza mela, i miei figli e le persone che ho citato più volte, che fanno parte della mia vita che amo profondamente.
Ho scritto per 365 giorni.

Buon anno amiche e amici. 
Buon 2020.
Buona vita.

lunedì 30 dicembre 2019

#2 La percezione del tempo

Stasera esercitazione di scrittura con il solo pollice. Qui non ho il portatile e posto con il cellulare.
- Sai cosa sembri?
- Vecchia?
- Si quando scrivi con l'indice. O con il sintetizzatore vocale. 
- Ci provo.
- Puoi usarne anche uno solo, di pollice.
Frequentare amici più giovani è una continua sfida. 
Fare costantemente cose nuove tiene allenato il cervello ma, talvolta, rifugiarmi in quel che so già fare è rassicurante.
Comunque stasera scrivo con i pollici. Tutti e due. Ho le dita corte.
Il titolo c'entra niente ma volevo parlare di altro prima che mi si cazziasse perché uso il cellulare come una vecchia.

domenica 29 dicembre 2019

#3 Boschi

Stamattina quando ci siamo alzati abbiamo trovato un regalo. Il padrone di casa ci ha cucinato il pranzo.
Ero tutto buonissimo, padrone di casa.
Quindi, invece di cucinare siamo andati a spasso.
Non che ci fosse il tempo di fare entrambe le cose.
Io ho provato la fotocamera del nuovo cellulare e devo dire che le panoramiche sono carine. 
A valle c'era la nebbia.  Qui, il sole e una temperatura invidiabile. 
Sono giorni leggeri.  La cura per qualsiasi pesantezza d'animo. 


sabato 28 dicembre 2019

#4 Come sempre

Se vai cercando il buio e il silenzio,  in montagna li trovi.
Se vai cercando un posto dove esorcizzare il buio e il silenzio, in montagna lo trovi.
Devi solo decidere se stare dentro o fuori dalla baita. 
Non sarà il freddo a fare la differenza se ti piace la montagna. Saranno il tuo bisogno di libertà o protezione, compagnia o solitudine. Sarai tu a fare la differenza.  Come sempre.

venerdì 27 dicembre 2019

#5 Esagerato

Rifugio che vai, Mefisto che trovi.
Sei umani, tre cani e un putagé.
Le giornate che passano lente quando l'impegno più importante è cercare di capire cosa preparare da mangiare per il pasto successivo.
Musica,  parole incrociate,  carte,  giochi di società e sonni tranquilli. 
Quest'anno siamo dotati persino di acqua calda.  Un passo avanti notevole. 
Tutto il resto ce lo siamo portato. 
Forse abbiamo anche un pelino esagerato. 
Ma forse no.
Mefisto, la stufa, veglia su tutti noi.

giovedì 26 dicembre 2019

#6 Punto

La montagna. 
Che poi non è montagna ma poco più che collina.
Siamo qui. 
Altre volte è successo che scrivessi a quattro mani.
Stasera scriviamo a due immaginazioni. 
Ci sono momenti in cui è veramente difficile pensare a qualcosa di intelligente da scrivere.
Soprattutto quando stai bene.
Perciò stasera vorrei parlare dell'importanza del punto.
Ogni punto è un nuovo inizio, una nuova partenza in un viaggio di continuo rinnovamento. È anche una tappa, un momento di riflessione. 
Il punto bisogna metterlo quando viene. Non bisogna allungare le frasi solo per fare del brodo.
Ci sono momenti in cui la conclusione è solo un punto. Ci sono frasi che non sarebbero mai cominciate senza un punto a precederle.


mercoledì 25 dicembre 2019

#7 Il Natale a 18 gradi

Il phoen regala sempre grandi emozioni ai valsusini.
I 18 gradi di temperatura di oggi sono stati quella del Natale 2019.
Non essendo impegnati in pranzi natalizi abbiamo sfruttato la giornata primaverile per fare un po' di lavatrici e far asciugare la casa. In maniche corte, il 25 dicembre, con le finestre aperte, il tutto ci è apparso un po' innaturale ma bisogna saper sempre prendere il lato positivo delle cose.
Questo primo giorno di ferie è stato molto rilassante.
Io e la mia mezza mela domani andremo in montagna e la prospettiva mi piace molto.
La temperatura stasera sembra essere tornata normale.
Quanto meno lievemente invernale.
Ero preoccupata, perché non avevo previsto il costume.

#8 La vigilia

Caro Babbo Natale,
non ti ho mai scritto una letterina a meno che non fossi così piccola da non ricordarlo. Tuttavia, lo escludo. Perché sono abbastanza sicura che da piccola non fossi in grado di scrivere.
Non voglio nessun regalo che già io non abbia ricevuto.
Ti affido i miei sogni, conscia del tuo essere creatura immaginaria.
Stasera il cielo è pieno di stelle.
Il vento riesce a renderlo brillante nonostante le luci del paese.
In questi giorni ho abbracciato quasi tutte le persone che avrei voluto abbracciare. Ho passato momenti sereni. Ho pranzato e cenato con le persone che amo. Ho ricevuto doni inaspettati. Ho sentito profumi. Ho riso e ho discusso. Sono stata zitta quando non avrei voluto ma sapevo che era il caso. Ho sentito scorrere il tempo e non mi sono accorta che passava. Mi sono addormentata serena e mi sono svegliata con tante prospettive. Sono sempre stata circondata da persone che ho scelto e a cui voglio molto bene.
Caro Babbo Natale, vorrei per il mio futuro la serenità di questi giorni.
Lo so che chiedo tanto ma, in fondo, per quasi cinquant'anni, non ti ho chiesto nulla. A meno che non fossi così piccola da non ricordarlo.
E spero non faccia testo.

lunedì 23 dicembre 2019

#9 Chiacchiere e distintivo

Soffia il vento. 
Forte.
Il vento tira fuori sia il bello che il brutto da me.
Soprattutto il vento forte.
Da una parte vorrei uscire fuori e far portare via dalle folate tutti i pensieri negativi e le preoccupazioni, come facevo vent'anni fa. L'ho amato pazzamente, il vento.
Dall'altra vorrei solo rintanarmi in casa e chiudere così bene le finestre da non sentirlo soffiare.
Domani è la vigilia di Natale.
Non faccio che sentire gente intorno a me che dice che questo Natale non lo sente per nulla. Sarà il vento. Sarà la temperatura non proprio dicembrina. Sarà il periodo difficile un po' per tutti.
Fuori tira vento.
Domattina dovrò recuperare qualsiasi cosa in giro nel cortile.
Invece di calpestare la neve.
Ogni Natale è diverso ma non per questo è meno Natale.
A me, basta avere vicine le persone che amo.
Tutto il resto sono chiacchiere e distintivo.

#10 Mute le due cifre

Oggi abbiamo fatto un po' di festa con chi non vedremo più prima di Natale.
Quindi abbiamo mangiato come piccoli maialini.
Ci siamo divertiti.
Abbiamo aperto i regali come fosse la notte del 24 dicembre e siamo stati tutti felici.
E' stato un anno duro e difficile. Ma ogni giorno penso che sono fortunata perché sarebbe potuto andare molto peggio. Invece i miei affetti stanno bene, io sto bene, abbiamo quello che ci serve per vivere e anche un po' di superfluo.
Insomma sono fortunata.
Stasera non voglio pensare ad altro.
Anzi, non voglio farlo fino al 1 gennaio 2020.
Domani scendiamo sotto la decina di post.
Nonostante qualche piccolo intoppo, alla fine, questo proposito sembra che sia riuscita a portarlo quasi a termine.

sabato 21 dicembre 2019

#11 Finiti

Oggi ho lavorato tutto il giorno, sono tornata a casa e ho l'ho trovata tutta pulita e profumata perché la mia mezza mela aveva fatto tutto quanto.
Dovrebbe essere una cosa normale che chi è a casa, indipendentemente dal sesso cui appartiene, ma non lo è per nulla e io mi sento una privilegiata anche perché non mi era mai successo in passato.
Oggi ha anche fatto bello e tutto è andato come doveva andare.
Talvolta succede.
Il sole che splende rende tutto più bello.
Anche se le cose belle sono belle anche quando piove.
Il titolare della mia mezza mela ci ha regalato una scatola di cioccolatini.
Erano buonissimi.
Artigianali, di una pasticceria francese perché il titolare della mia mezza mela è francese.
Erano buonissimi.
L'ho già detto?
Sono piaciuti persino a me che mangio dolci dieci volte l'anno.
Erano buonissimi.
Sono finiti.

venerdì 20 dicembre 2019

#12 Uffa

Io vorrei conoscere la testa pensante che ha deciso il palinsesto natalizio di Italia1 sostituendo le quotidiane puntate dei Simpsons con uno scialbo remake di Holly e Benji.
Mandano in panchina il Pelè dei cartoni animati per far entrare uno Schillaci qualunque.
Non capisco. 
Proprio quando le persone sono più a casa a pranzo e quelle puntate della giallissima famiglia americana le avrebbero guardate più volentieri.
Per lo meno io.
I ragazzi non vanno più a scuola calcio che dobbiamo resuscitare le partite di pallone più lunghe del creato?
Io non lo voglio capitan Tsubasa.
Io voglio i Simpsons.
Sapevatelo.

#13 A volte

A volte una manciata di corde e una cassa armonica salvano la serata.
A volte.
A volte sono le amiche che lo fanno.
Quelle che scrivono le frasi al posto tuo.
O cantano "Pick a bale of cotton" a cappella.
O si fidano a farsi accompagnare a casa, nonostante tutto.
A volte mi chiedo se ho amore a sufficienza per tutte loro.
Quello che loro mi danno, a volte, è gigantesco.

mercoledì 18 dicembre 2019

#14 Mal comune

Io non lo so cosa sarà di me nel futuro, ma stamattina ho ricominciato a disegnare con il computer e tra una foto modificata, qualche filtro, un testo e un'impaginazione mi sono ritrovata un po'.
Non mi rendo conto del tempo che passa quando sono seduta al pc.
Che io disegni o scriva non fa molta differenza.
Avere la mattina a disposizione, con i ragazzi a scuola e la casa tutta per me, mi ripaga del fatto che lavoro fino a tardi il pomeriggio. 
Questo, fino a Natale. 
Poi non so.
Sono combattuta tra cercare di fare quello che mi piace fare, cosa che non porterebbe certo una stabilità economica decente, e cercare un lavoro che mi dia quella stabilità ma che, probabilmente, non sarà ciò che amo fare.
La mia mezza mela è un grande sostegno e mi dice sempre "non ti preoccupare", ma a me non piace "pesare" sugli altri, men che meno su chi amo. Per questo sono combattuta.
Credo che sia una cosa che appartenga a tutti di questi tempi.
Non saranno molte le persone fortunate che riescono a guadagnare facendo ciò che amano fare.
In questo caso, il mal comune mezzo gaudio funziona poco.


martedì 17 dicembre 2019

#15 Pronta risposta

Il raffreddore, male di stagione inevitabile.
Così, il mio male generalizzato si è trasformato in un raffreddore generalizzato. Con i soliti generalizzati sintomi. Quello che mi dà più fastidio non è neanche il naso che cola, ma quel senso di continua chiusura delle orecchie come se vivessi circondata dall'ovatta e sempre intontita.
Manca una settimana a Natale e io devo tornare in formissima perché dove andremo non ci sono le condizioni ambientali per stare male. Intanto c'è solo la stufa, quindi 27 gradi vicino e 12 nella stanza accanto (se va bene). E poi non c'è il mio lettuccio accogliente con il piumone ma un sacco a pelo, caldo ma non certamente comodo e largo.
Sette giorni sono tanti, in ogni caso e confido sulla pronta risposta del mio sistema immunitario.

lunedì 16 dicembre 2019

#16 Carciofi

Io amo la stagione dei carciofi.
I carciofi sono una verdura buonissima: crudi o cotti in diversi modi.
Stamattina, che sono riuscita a fare un salto al mercato, ne ho fatta incetta. Oggi pomeriggio me li sono divisi e preparati per averne un po' da mangiare crudi e altri invece solo da mettere nelle ricette.
I carciofi, gli asparagi e i peperoni sono, credo, le mie verdure preferite, ma le verdure mi piacciono quasi tutte.
Una volta, a Bruzolo, ho anche provato a metterli nell'orto, i carciofi. Ma vogliono tanto spazio e io non ne avevo così tanto. Alla fine, se non ne metti un campo non ne raccogli un granché e io stamattina li ho pagati circa 35 centesimi l'uno. Considerando che si possono anche congelare, direi che è stata una spesa ben fatta.

domenica 15 dicembre 2019

#17 Esse

Il sostegno.
Il salnitro.
Non c'entrano niente. Ma sono due cose su cui ho pensato.
Il sostegno.
Nella coppia o nel gruppo è indispensabile, perché nessuno riesce ad essere tutto, da solo. Ha limiti o se li impone. Io li ho e altri me li impongo e la mia mezza mela mi viene in soccorso. E' una cosa a cui non sono abituata ma di cui, ogni tanto, approfitto consapevolmente. Grata. Molto grata.
Il salnitro.
Solo casualmente comincia con la medesima consonante. Avevo ricordi lontani sul suo utilizzo. Lunga discussione collettiva non me li ha chiariti. Sarà argomento di studio.

PS La mia mezza mela sostiene che i miei post siano sempre più corti andando verso fine anno.

PPS Io non lo credo

#18 Maggiorenne

Diciotto e via verso l'adolescenza.
Questo è un countdown. Mancano solo più diciotto giorni alla fine dell'anno. Ci pensate?
A diciotto anni, nel 1988, mi diplomavo, prendevo la patente, ascoltavo la musica trash dell'epoca (che ancora non era trash) e l'heavy metal. 
Mi iscrivevo all'università perché dopo lo scientifico cosa vuoi fare? Avrei voluto fare veterinaria e, invece, ho fatto informatica.
Sono andata a lezione di Analisi 1 e Geometria al Pier della Francesca, svegliandomi a un'ora improbabile del mattino per prendere un bus e due tram. Era giusto davanti all'Amedeo di Savoia, il Pier della Francesca, così se ti drogavi sapevi già che fine avresti fatto.
E sostanzialmente quasi nient'altro.
Nulla che ricordi quanto meno, vivendo nella "provincia denuclearizzata a sei chilometri di curve dalla vita". E non c'erano neanche quelli, in seconda cintura. Solo un bus verde con lo snodo in mezzo che, dopo 50 minuti di viaggio, arrivava a Porta Nuova.
Il Tagadà alla festa del paese una volta l'anno, la battaglia della farina a carnevale, i giri in bicicletta ma senza allontanarsi troppo che è un mondo pericoloso e la gente si approfitta.
I favolosi anni '80. C'era gente che era andata in Tibet in autostop dieci anni prima e io sapevo a malapena dove fosse il Tibet e non facevo l'autostop perché era il modo migliore per finire vittima di un maniaco.
Diciotto anni.
Ero serissima a diciotto anni.
Molto più di adesso.

venerdì 13 dicembre 2019

#19 Almeno

Cosa chiedere di più da un'inaspettata domenica infrasettimanale se non una spettacolare nevicata? Quindici centimetri o forse più di bianco che ricopre tutto, annulla i rumori, pulisce l'aria, rallenta tutti e mette calma.
C'è stata un sacco di gente che si lamentava della neve, oggi.
Viviamo in "montagna". C'è da aspettarsela la neve di tanto in tanto.
Io credo.
Con le gomme da neve sono riuscita senza problemi a portare i ragazzi in stazione e fare le mie commissioni. Si va un po' più piano, si fa un po' di attenzione ma non viviamo a Il Cairo. La neve, a dicembre, capita e, diciamocelo, è bellissima.
Se non è necessario muoversi, non ci si muove.
Di fame, nelle nostre cucine non si muore per una giornata.
La neve.
Che bel regalo di Natale.
Dicono che domani il "caldo" vento se la mangerà.
Le strade già sono pulitissime ovunque.
Nella mia memoria, la coltre di neve resterà immutata per qualche giorno almeno.

giovedì 12 dicembre 2019

#20 Tisana

Venti post alla fine dell'anno.
E' un giorno che sono a casa e mi è venuto il raffreddore.
La mia mezza mela ha portato i regali di Natale a casa e li ha messi sotto l'albero, intimando i mii figli di aspettare ad aprirli. La curiosità è diventata una creatura vivente a partire da oggi e mangia, dorme e vive con noi.
A metà pomeriggio ho bevuto la tisana come al lavoro, con più calma e una tazza di ceramica ma senza le mie ex-colleghe. Le ho pensate assai.
Ho ancora un giorno di quiete.
Devo guarire dal raffreddore.

mercoledì 11 dicembre 2019

#21 Raccontare storie

Ho deciso cosa fare di questo blog a partire da gennaio.
Ma dovrete darmi una mano.
Voglio raccontare storie vere, di gente vera.
Tutelandone l'anonimato, s'intente.
Il mio numero di telefono non è un segreto di stato e, dunque, potrete darlo a chi ha voglia di raccontare una storia che valga la pena di essere raccontata. Che possa lasciare un insegnamento agli altri.

Ora vi spiego come è nata questa idea e voi mi dite.
Oggi è stato il mio ultimo giorno di lavoro temporaneo. Lo sapevo da quando mi hanno assunta quindi non è stato uno shock. Sai che sei a termine e vivi la questione a termine.
Ma, mentre passavano queste ultime ore al lavoro, mi chiedevo con quale stato d'animo le avrebbe passate una persona che per vent'anni ha lavorato in un posto e da qualche mese sa che quello sarebbe stato il suo ultimo giorno di lavoro. Poi, la disoccupazione. Non il pre-pensionamento, la cassa integrazione o chissà che altro.
Mi chiedevo cosa pensasse. Con che stato d'animo avrebbe affrontato quelle ultime ore. Con quanta voglia avrebbe voluto continuare a fare "produzione". E non solo quel giorno, ma anche i giorni prima da quando è diventato (o diventata) una "risorsa superflua".
Vorrei parlare con le persone. E scrivere le loro storie.
Vi pare sciocco?

Questione blog a parte, questa sera ho mangiato le lumache alla parigina.
Non le mangiavo da quando le cucinava mio padre, negli anni '80.
Quando le ho assaggiate, mi sono sentita come Ego che mangia la ratatouille cucinata da Rémy e torna bambino (i personaggi sono quelli dal cartone animato Ratatouille, nda)
Mi sono ricordata di quando papà bolliva le lumache, di quando pulivamo i gusci e di quando le mangiavamo e mi chiedo come faccia mia madre a dire che ero schizzinosa ma mangiavo le lumache e lei, ancora oggi, se non ha milanese e patate fritte davanti ordina un gelato.
Le lumache alla parigina. Che botta di memoria.
Non vi immaginate neanche.

martedì 10 dicembre 2019

#22 E' una questione di prospettiva

Domani è l'ultimo giorno di lavoro della mia occupazione temporanea.
Sabato comincio un nuovo lavoro temporaneo.
E' un anno pieno di temporaneità.
Poi, tra Natale e Capodanno me ne andrò in montagna con la mia mezza mela e gli amici, come faccio ormai da anni. A gennaio mi occuperò di cercare un nuovo lavoro sperando sia meno temporaneo.
Dunque, avrò addirittura due giorni per far tornare la casa in uno stato semi-decente. E potrò persino andare un po' a spasso con il cane. Fare la spesa con calma. Lavare e stendere. 
Sono tutta un fremito di emozioni.
Anch'esse temporanee.
Porterò il portatile su in montagna ma soggiorneremo laddove non arriva la corrente elettrica. Ci sarà un generatore per le necessità quotidiane di un mese in cui la luce, di giorno, è pochina. Non credo che nessuno avrà da obiettare se ricaricherò il mezzo informatico quando accendiamo il generatore. Ma sarà la prima volta in assoluto che resto connessa col mondo. 
Di solito andavamo dove non prendeva neanche il cellulare.
Ma abbiamo dovuto cambiare location.
Il nuovo rifugio invernale non ha nulla da invidiare a quello di prima, se non per gli spazi che sono necessariamente più ristretti. La baita in mezzo al bosco è bellissima e ce la presta un amico gentilissimo.
Ormai vivo in prospettiva di quei cinque giorni di nulla cosmico.

lunedì 9 dicembre 2019

#23 Progetti

Ieri, alla marcia, un'amica è venuta da me, mi ha salutato e mi poi mi ha detto "Non smettere di scrivere" e altre cose belle che, devo dire, mi hanno fatto piacere.
Mancano 23 giorni alla fine dell'anno e questo hashtag è nato solo per avere un anno di vita, per una promessa fatta a me stessa e mi stupisco che ci sia qualcuno che ogni giorno legge i miei deliri e mi chieda addirittura di continuare a scriverli.
Dunque oggi ci ho pensato di nuovo, al futuro di questo blog.
Se voglio che continui ad avere un senso, scaduti questi 365 giorni, dovrà necessariamente evolversi in qualche modo.
Non so neanche se la piattaforma mi permetterà di scrivere un numero esagerato di post. Dovrò fare delle ricerche.
E poi vorrei scrivere davvero. Vorrei avere il tempo di sedermi e scrivere in modo diverso, senza essere continuamente costretta in confini mentali. Mi piacerebbe costruire qualcosa di differente.
Ogni consiglio, soprattutto di persona, è benaccetto.
Grazie a tutt* voi che mi leggete. Vi voglio bene.

domenica 8 dicembre 2019

#24 Memoria e scarponi

Non avevo voglia di andare alla marcia No Tav oggi.
Non che non ne condivida le ragioni. Anzi. Le sostengo appieno.
Tuttavia, mi sembrava che, con o senza di me, non sarebbe cambiato molto.
Da una parte c'era la voglia di stare a casa. Dall'altra, il grande senso di colpa per non essere dove ha un senso essere in un momento storico in cui ha veramente senso esserci. Nella mia testa, la bilancia del droghiere a cercar di capire cosa pesasse di più.

Stamattina ci siamo alzati molto presto per dare una mano ad un'amica, prima, e per essere alla Garda di San Giorio, poi. All'ora di pranzo la bilancia era ancora molto indecisa, dondolando qua e là a seconda dei momenti. I compagni che "eddai ma davvero non vieni?", la mia mezza mela che "tanto oggi non faccio più niente a casa", la giornata di sole... la bilancia mentale alla fine ha deciso e sono andata.
E sono contenta.
Non sarebbe cambiato nulla, a livello generale, se avessi passato il pomeriggio sotto la coperta di pile. 
La manifestazione sarebbe stata bellissima lo stesso. 
Solo che io non ci sarei stata. 
E me ne sarei pentita.

Nel 2005, l'8 dicembre, io ero molto incinta del mio figlio maschio. Di sette mesi. Ai Passeggeri, durante gli scontri, io e la mia pancia eravamo arrampicati sulla collinetta di fronte al blocco a fare foto per il giornale e ad aspettare di poter passare senza essere manganellati.
Oggi, cercavo di salire su un muretto alto un metro e qualcuno me l'ha anche ricordato che, incinta di sette mesi e mezzo, sembravo un capretto abbarbicata qua e là. Quattordici anni. Adesso sono molto meno agile.

Fatto sta che è stata una bella giornata.
Allora ma anche oggi.
Fatta di Resistenza, resistenza e resilienza. 
Perché, alla fine, è inutile che me la stia a raccontare. Io non sono fatta di coperte di pile e divano. O meglio, invecchiando a volte capita e me la godo. Ma più spesso, sono fatta di memoria e scarponi.


sabato 7 dicembre 2019

#25 Andate sulle montagne dove caddero i partigiani

Stamattina, alla stazione di Bussoleno, è stata scoperta un targa (che già preesisteva ma era stata danneggiata dai lavori di ristrutturazione) dedicata ai ferrovieri bussolenesi che, nell'agosto 1944, rifiutarono di collaborare con fascisti e nazisti, abbandonarono in massa il lavoro e salirono in montagna per combattere la dittatura nelle formazioni partigiane.
Fu un atto eroico, in un periodo buio in cui si rischiava la vita per molto meno.
Domani mattina, alla Garda di San Giorio si celebra il momento in cui le prime bande partigiane, nel 1943, si riunirono per giurare che avrebbero combattuto la dittatura a costo della vita.
A noi possono apparire solo poche righe, una lapide incisa, la solita retorica trita e ritrita. Tutto questo può apparire tale solo perché ci sono state, più di 70 anni fa, persone come quei ferrovieri e come tanti giovani uomini e giovani donne che hanno saputo da che parte stare.
Adesso, grazie a loro, noi possiamo permetterci di dire quello che pensiamo, persino quando quello che pensiamo è gretto, violento, becero, sessista, razzista o disgustoso. Possiamo pensarlo, dirlo, scriverlo e costruirci persino su una carriera politica.
Quello che diamo per scontato, adesso che cerchiamo un nemico in ogni volto, dovremmo dimenticarlo e trovare il coraggio di immaginare cosa saremmo stati e cosa saremmo se tornasse quel tempo in cui non si può più neppure avere un'opinione, pena il carcere, la deportazione, la morte.

"Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione" (P. Calamandrei)


#26 Temporaneo

Il mio lavoro temporaneo sarebbe dovuto terminare oggi.
In realtà terminerà il prossimo venerdì, per prolungamento di contratto.
Questa settimana mi ha provata.
Domani e domenica ho mille cose da fare. Adesso come adesso non sono proprio il volto dell'entusiasmo e vorrei solo riposare. Ma so che ognuna di quelle cose sarà importante per la Paola che è in me e che adesso vuole solo andare a dormire. Che, stasera, neanche Masterchef sono riuscita a vedere senza addormentarmi sul divano e se non è la prima volta, sicuramente (in tante edizioni) non è capitato più di tre.

giovedì 5 dicembre 2019

#27 Funghi e domande

Oggi mi è successa una cosa che vorrei proprio raccontarvi, ma che non posso raccontarvi per quella questione della tutela della privacy altrui di cui scrivevo un'altra sera.
Quindi cercherò una metafora calzante.

Supponete di essere tornati adolescenti e di chiedere a vostra madre se la settimana prossima un paio di volte potrete ancora mangiare i funghi che vi piacciono tanto. Vostra madre ci pensa, si scusa, non sa dirvi se i funghi la prossima settimana ci saranno ancora. 
"Ci mancherebbe" pensate. Non è che uno può sapere sempre tutto.
Alla fine decide che, sì, i funghi basteranno per un paio di pasti e voi siete contenti perché avrete i funghi fritti che amate.
Il mattino dopo, vostra madre dice che vi farà funghi a pranzo e a cena per tutti i pasti per due settimane.

La domanda che sorge spontanea è: mamma è andata a cercar funghi tutta la notte, non aveva idea di quanti funghi avesse o è completamente bipolare?

Alla fine, vi tocca di dire persino di no ai funghi almeno una volta perché sennò il fegato andate a cercarlo in discarica.

mercoledì 4 dicembre 2019

#28 Escamotage

Questa domenica è l'8 dicembre, che significheranno commemorazione partigiana della Garda e manifestazione No Tav.
La mia mezza mela vuole fare l'albero di Natale.
E' dolce, lui. Non ha mai avuto un gatto cucciolo e un albero di Natale nello stesso momento. Sarà bello fare l'albero di Natale e poi raccogliere palline e pezzi di ramo per tre o quattro settimane fin quando la disperazione non ci costringerà a smontarlo.
Mirò ormai ha fatto pace con l'albero.
Smontarlo costa fatica. Dormire al caldo è più soddisfacente.
Matita, invece, non ha mai visto un albero di Natale.
Già m'immagino i suoi occhi brillare, il rimbalzare delle palline (di plastica) in piena notte, l'albero che cade, i santi tirati giù dal calendario dalla mia mezza mela.
- Gli mettiamo il pastore elettrico - mi ha detto una sera che facevo notare questi piccoli probabili inconvenienti.
- Se vuoi proprio farlo lo devi appendere al soffitto
Chissà quali incredibili escamotage troveremo per riuscire nell'intento.
Sono molto curiosa.

martedì 3 dicembre 2019

#29 The irishman

Su Netflix è uscito The irishman.
Sto cercando di vederlo e di non farmela sembrare una parodia.
Quando Robert De Niro era giovane era facile farlo sembrare vecchio. Adesso che è vecchio è impossibile farlo sembrare giovane. L'unico che vagamente regge la parte è Joe Pesci. Anche Harvey Keitel, per il momento, ma solo perché non gli fanno fare nulla che non sia stare seduto.
La storia sarebbe anche interessante.
Alcuni dei personaggi di cui narra li conoscevo appena oppure non li conoscevo per nulla.
Ma non ci riesco. Non ci riesco a vedere De Niro e Pacino recitare in questa parte. Soprattutto De Niro, che si muove come Andreotti due anni prima che morisse anche quando fa se stesso più giovane. Anzi, se posso dire, soprattutto.
Poi dura un'eternità questo film.
- Te l'avevo detto, mamma - dice mio figlio maschio.
Può darsi che fossi distratta.
Non so se lo vedrò fino alla fine.
Tanto Neflix si ricorda dove siamo arrivati.


lunedì 2 dicembre 2019

#30 Santa Bibiana

Un proverbio recita: il tempo che fa il giorno di Santa Bibiana sarà per quaranta giorni e una settimana. Oggi c'era il sole e il cielo azzurro e, onestamente, se non piovesse per quaranta giorni e una settimana non mi dispiacerebbe per nulla.
Al di là di questo, avendolo sempre sentito in piemontese pensavo che il detto appartenesse solo a questa regione. Invece, a seguito di una piccola ricerca, dal Veneto fino in Sicilia dicono la medesima cosa.
Santa Bibiana, come ogni santo e beato che si rispetti, ha fatto una fine atroce. L'agiografia mi conquista sempre. Aveva quindici anni quando è stata martirizzata, frustata a morte con appositi scudisci dotati di pallini di piombo alle estremità. Soffrì quattro giorni prima di perire. Dopo aver visto morire sua madre e sua sorella. Il suo corpo, lasciato esposto, fu risparmiato (così si narra) dai cani randagi.
Naturalmente, essendo tutto ciò successo attorno al 350 d.C. possiamo affermare di non avere prove certe ma non stupisce che i romani di allora si accanissero sui cristiani (e non solo), in netta minoranza. E, alla fine, non ha nessuna importanza se pensiamo che nella Bibbia tutta una stirpe di umani avrebbe avuto origine da una coppia con due figli maschi.
Come Santa Bibiana sia diventata rilevante a livello meteorologico non si può neppure sapere. Tra l'altro, parrebbe che l'antico proverbio sia stato più volte smentito dai fatti.
Insomma, il meteo fa un po' quello che vuole. 
Sostanzialmente, come chi scrive in maniera più o meno attinente alla verità, dai tempi dei tempi fino ad oggi.

domenica 1 dicembre 2019

#31 Rosa

La domenica dovrebbe sempre essere così.
Tranquillità. Amici. Pranzo condiviso. Chiacchiere.
Quando io e la mia mezza mela ci siamo ritrovati (a distanza di vent'anni) avevamo già le nostre vite impostate, con i nostri affetti di sempre e le nostre abitudini.
Non era per nulla scontato che riuscissimo a coniugare le nostre due famiglie allargate a cui noi vogliamo molto bene e con cui condividiamo una parte importante della nostra vita. Principalmente perché appaiono completamente differenti, soprattutto a prima vista. In realtà, non lo sono per nulla.
Gli interessi, forse, possono essere differenti. 
Le abitudini, anche.
Ciò che ci unisce è difficilmente descrivibile. E' il piacere di stare insieme che nasce da tante piccole o gigantesche similitudini e da altrettante identiche differenze. Sono piccole ma grandi cose. Imparare e aiutare. Capire e crescere.
Oggi ci hanno regalato una splendida orchidea.
La chiamerò Rosa. 
So che dare un nome di un fiore ad un altro fiore sembra idiota.
Ma dovete fidarvi. Non potrebbe chiamarsi in modo differente.

Tornando alle amenità, oggi ho cucinato il pesce.
Ho fatto anche la tartare di tonno allo zenzero.
Vale la pena. Provate.


Rosa

#32 Un pelino

Ieri sera sono crollata sul divano.
Poi mi sono spostata nel letto e mi è venuto come il ricordo che dovevo scrivere ma mi sono riaddormentata prima che il mio cervello potesse anche solo dare mezzo ordine al mio corpo di restare sveglia.
Ieri siamo andati a preparare quello che ci servirà per il nostro solito rifugio invernale tra Natale e Capodanno nella nuova location 2019. Abbiamo fatto legna e non molte altre cose ma io mi ero svegliata prestissimo e arrivata a casa sono crollata. Io e la mia mezza mela non abbiamo neanche cenato. Anche lui era a pezzi, anche se non ha fatto la legna con noi perchè doveva andare al corso di aggiornamento.
Sarei voluta andare a salutare un gruppo di amici che suonava ma non ce l'ho fatta.
Dopo trecento ore di sonno ora sto meglio.
Solo che sono un pelino in ritardo per scrivere.