venerdì 31 maggio 2019

#215 La coda alle Poste

Stasera concerto della banda giovanile del mio figlio minore.
Sarebbe anche un momento carino, perché la banda giovanile suona bene, se non fosse preceduto dai tremila  singoli saggi di fine anno di tutti gli strumentisti nonché dai balletti e cicalate varie dei bambini delle elementari.
Ora sarò anche una madre degenere ma neanche quando erano i miei figli a ballonzolare nel polivalente mi sembrava bello e/o divertente.

Ho un ricordo orrendo dei saggi di fine anno.

Quando ero ancora una bimbetta mia madre mi mandò a fare un anno di danza classica. 
Chi mi conosce sa che ho la grazia di Arnold Schwarzenegger ma mia madre si era messa in testa che potessi ambire al Bolshoi. Così, a fine anno mi vestirono da ape marrone con le righe gialle e con le ali gialle e mi buttarono sul palco a fare una ridicola danza che potrebbe fare anche il mio cane, con la dovuta dose di crocchette.

Naturalmente abbandonai la danza classica l'anno seguente.
Ma l'odio per ogni saggio finale mi è rimasto. Sono del parere che ci si dovrebbe esibire solo quando si è capaci di fare qualcosa. Prima, è solo inutile pubblica umiliazione.
Dal punto di vista educativo non so; magari tutto questo ha un valore e non lo discuto. Tant'è che vado al saggio di fine anno dei miei figli. Ma raramente lo trovo più divertente che fare la coda alle Poste.

giovedì 30 maggio 2019

#216 La coccinella

Oggi una coccinella mi si è posata sulla guancia.
Voglio leggere il fatto come un segno di buon auspicio. Rafforzato dal fatto che, giunta a casa, ne ho trovate altre due (coccinelle) copulare sulle foglie di melissa.
Le coccinelle sono anti-afidi naturali, oltre ad essere insetti carinissimi e assolutamente innocui.
Oggi, inoltre, è stata una giornata di primavera fin dal mattino. Anche questo voglio leggere come un segnale positivo per le settimane che verranno. Ci sono un sacco di cose da fare all'aperto, che non possono aspettare l'estate.
Sabato, con l'Anpi, saliremo ai Vignoletti per l'annuale commemorazione in occasione della Festa della Repubblica. Siccome l'intenzione è quella di scendere, come consuetudine, appena fa buio in fiaccolata, il fatto che il tempo tenga è piuttosto fondamentale. Se poi non tirasse neanche vento sarebbe tutto grasso che cola.
Anche per domenica avremmo programmi agrari. Perché già oggi, ignoti, hanno deciso di alluvionarci il terreno buttando acqua nella bealera come se non non ne avesse vista una goccia da agosto scorso. La mia mezza mela ha detto che, però, il cane si è divertito assai a razzolare nel fango. Ogni tanto si sente un maiale. Forse ha qualche crisi d'identità.
E chi può dargli torto? Anche io spesso mi sento un animale diverso dall'essere umano.

mercoledì 29 maggio 2019

#217 Ma.

Di giornate piene ce ne sono molte ma come quella di oggi, per fortuna, no. Piene non soltanto di cose da fare ma anche di pensieri, di riflessioni e di interrogativi. Giornate che, quando arrivano alla fine, pare che sia passata una settimana.
Ma. 
Al nostro orto manca soltanto più la porta di ingresso e poi potrà felicemente cominciare ad essere coltivato. Domenica, se il tempo si azzarda a tenere, potremo persino mettere giù i primi piantini.
Ma. 
Il mio basilico sembra tenere a queste notti ancora fredde e cerca persino di mettere foglioline nuove.
Ma.
Un amico a tavola con noi ha reso la serata piacevole. Tutte le volte che ci distraevamo a chiacchierare il Chelsea o l'Arsenal segnavano (per chi non lo sapesse la finale l'ha vinta il primo).
Ma.
Per fortuna ci sono i replay.
Ma.
Giunto il momento di dormire ci sono gli abbracci delle persone che amo, che riportano la giornata alla giusta dimensione e alle sue sensate priorità

martedì 28 maggio 2019

#218 Non si dovrebbe mai abusare dell'ospitalità

Comincio ad odiarla questa primavera matta dall'antipatico retrogusto invernale.
E' di nuovo uscito il vento. Freddo. Dieci gradi fuori. Dentro, i pavimenti che non si asciugano mai e le lavatici che aspettano una giornata decente.
Lo so. Quando finalmente si deciderà a far bello, passeremo direttamente ai 30 gradi senza soluzione di continuità.
Il nuovo basilico, che ha sostituito quello morto due settimane fa mi guarda con la stessa espressione di odio del suo predecessore.
Sembra che tutto il resto dell'aiuola lo prenda anche un po' in giro con il suo verdeggiare.
Stasera, considerata la temperatura, ho cucinato una vellutata di cavolfiore. Una cosa primaverile, via. Domani penso opterò per la polenta concia se continua così o, magari, per la zuppa di grissini novembrina.
Non sono mai stata metereopatica come quest'anno. Sarà la stanchezza generale o il fatto che, uscendo il mattino, devo portarmi il contenuto di un armadio quattro stagioni addosso.
E poi, il vento. Sembra non darmi tregua. Pensare che quando spira solo ogni tanto lo trovo anche simpatico. Ma anche gli ospiti più graditi dopo un po' stancano. Non si dovrebbe mai abusare dell'ospitalità.

lunedì 27 maggio 2019

#219 Il male minore

Volevo esimermi dal commentare il risultato elettorale. Poi ho deciso che le elezioni le hanno commentate un po' tutti e quindi potevo aggiungere la mia modestissima opinione senza togliere nulla a nessuno.

Premesso che io stessa, con tutte le mie convinzioni sulla necessità di esprimermi se chiamata a farlo, ho pensato seriamente se valesse la pena di andare alle urne. Perché la mia idea di fondo è che non si debba essere costretti a votare il meno peggio. Bisognerebbe potersi affidare a chi ci rappresenta in modo serio.

Alle urne sono andati circa il 56% di italiani.
Ovvero, poco meno di una su due (delle persone che incontriamo ogni giorno) ha deciso di esprimere un'opinione. L'astensionismo è un fenomeno che la democrazia non prende in considerazione se non in caso di referendum (per ovvia comodità) e quindi soprassiedo sull'analisi dello stesso. Tenendo presente la mia premessa.

La Lega ha preso il 33% circa dei voti. Ovvero una su tre delle persone che incontrerete domani per strada, tra quelle che sono andate a votare. Ovvero, mal contate, una persona su sei in generale. Un po' di più tra tutto, ma non stiamo a fare i pignoli.

La percentuale del partito che ho deciso di votare io alle europee non fa nemmeno conto. Così a occhio siamo due su quattrocento. Mi chiuderanno in una riserva. Ricordatevi di me e portatemi del cibo e la Settimana enigmistica. Comunque, ormai certa di essere circondata da conservatori, razzisti ed egoisti, forse la riserva è il male minore.

Ho scritto, tempo fa, che tutto questo poteva essere un vaccino. Ma non ho considerato che l'Italia non ha memoria e, dunque, un vaccino non ha nessun potere. Mi sono sbagliata. Ho sempre troppe aspettative.

In Italia vince chi sa parlare alla pancia e guarda all'oggi, non chi potrebbe costruire per il futuro. Vince chi sa identificare il nemico in qualcuno o qualcosa che non siamo noi stessi e il nostro gretto comportamento. 
L'italiano, in generale, se può evitare di fare qualsiasi cosa che lo renda responsabile della collettività, lo fa. Perché è comodo. Siamo fondamentalmente dei bambini. Perché bisogna fare una cosa se è più comodo evitarlo? Perché fare una cosa se ci costa un sacrificio? Meglio una gallina oggi che un uovo domani. Sempre. Magari domani manco ci saremo più. Che ci siano o meno altre generazioni, ci pensino le altre generazioni, tutto sommato.

Stamattina quando mi sono svegliata e ho guardato i primi risultati ci sono rimasta male. 
La mia mezza mela mi ha chiesto "Ma davvero ci speravi?".
Sì, ci speravo.
Tifo il Toro. Sono abituata a sperare nei miracoli.



domenica 26 maggio 2019

#220 Una notte di sonno

Il nostro centro commerciale di oggi, come dice sempre un amico, è stato il nostro orto. 
io e la mia mezza mela ci abbiamo passato praticamente tutta la giornata ma l'abbiamo recintato tutto. Ha fatto caldo, piovuto, poi ha rifatto caldo e poi è piovuto ancora ma non abbiamo desistito. Rete alta due metri, che ferma cinghiali ma anche caprioli (a meno che non siano particolarmente ginnici e allora se la saranno meritata la merenda).

- Sei stato bravo!
- Anche tu sei stata brava.
- Ho fatto il bocia.
- Ma sei stata brava.

Oggi, dunque, ho imparato a tirare una rete, a fissarla con il filo di ferro, a interrarla e renderla tesa. Ho imparato anche che le tenaglie sono indispensabili quanto faticosissime. E ora non chiudo più le mani ma non le apro neanche. Sono due cadaveri semichiusi che per servire la cena ho avuto bisogno dell'aiuto di Alice perché la mia destra si è rifiutata di sollevare la pentola. 
Ma sono felice. 
Sono stanca e soddisfatta come si dovrebbe sempre essere, per poter affrontare una notte di sonno serena.
Io ve lo dico ma potete immaginarlo anche se non lo vivete. Andare a lavorare tutti i giorni in un posto solo per uscirne senza le ossa rotte (economicamente) e senza portare a casa nulla da mesi è la cosa più faticosa che un essere umano sia costretto a fare. Molto peggio che usare le tenaglie tutto il giorno. Arrivare a sera stanca solo di testa e con mille mila pensieri che ti assaltano la mente e ti rubano i bei sogni è molto peggio che avere le mani che sembrano morte. 
Perché io so che le mie mani hanno solo bisogno di una notte di sonno. E domani potranno continuare ad usare le tenaglie.

L'orto recintato

Mezzi morti ma con il sorriso

sabato 25 maggio 2019

#221 Ci siamo divertiti

Silenzio elettorale.
Noi siamo arrivati alle 22,49 ascoltando le sigle dei cartoni degli anni '80. Peraltro scoprendo di non ricordarcene un bel po'.
- No perché tu non te lo ricordi, ma quando hanno strappato il cervello centrale a Jeeg...
Eh? Quale cervello centrale?
Per fortuna parte Lupin, l'incorreggibile Lupin.
Nella classifica dei top 25 cartoni anni '80, il 17esimo non se lo ricorda nessuno. Ma chi diavolo è Danguard?
Anche il 16esimo posto non ce lo ricordiamo e pensare che molto sotto c'era pure Anna dai capelli rossi. E Devil man? Mai sentito.
Al 14esimo posto Candy Candy. 
Finalmente qualcosa che mi ricordo.
Cerchiamo di ricordare il nome del fidanzato morto. Niente. Il vuoto.
Anthony?
- Ecco.
Al 13esimo Rocky Joe.
E chi cazz...???
- No vabbè, dai, lui era un pugile! Non ti ricordi niente.
12esimo. Lamù. Niente da dire. Ce la ricordiamo tutti. Maschi e femmine.
11esimo. Daltanius. 
Chi????
- E' quello con il leone sul petto! Non mi ricordavo che si chiamasse così.
...
Decimo. Il sempre mitico e super fantastico e fichissimo Capitan Harlock. Che ne ero innamorata da sempre. 
Nono. L'uomo tigre. Ma io sto ancora pensando alla cicatrice e al ciuffo del mio capitano sul veliero spaziale.
- Che ne sai te che schiacciava il diamante...
Ottavo. Conan.
- Non c'è nessuno che se lo ricorda ma io l'ho visto tutto.
Due domande?
Settimo. Jeeg robot. La sappiamo tutti.
Sesto. Mazinga Z. Che sigla orribile.
Quinto. Atlas Ufo Robot. Un inchino globale. Alabarda spazialeeeeee!!!!
Quarto. Lady Oscar. Meritatissimo quarto posto anche se "tuo padre voleva un maschietto ma, ahimè, sei nata tu". Sottolineando l'ahimè. Vabbè dai, erano altri tempi.
Terzo. Mazinga. Uno sfigato ma la sigla è simpatica.
Secondo.
- Ma daiiii non hai ancora riconosciuto il secondo????
No. Deve passa tutta la sigla? Dimmelo.
...
Ken il guerriero. E il suo sacro colpo di Okuto.
Al primo Daitan.
Ma chi l'ha fatta la classifica? Un sordo? 
Vabbè, dai, pazienza.
Ci siamo divertiti.

PS Il parlato con il trattino davanti è della mia mezza mela. Per dire.

venerdì 24 maggio 2019

#222 Ci sarebbe pure la gente

L'altro giorno a venuto un nostro cliente a ritirare una fornitura. 
E' una persona piacevole e cortese. Non lo conosco al di fuori dell'ambito lavorativo ma è una di quelle persone con cui si chiacchiera volentieri.
Prima di salutarci mi comunica che si è candidato alle regionali e tira fuori un "santino".
Ho pensato e detto "Bravo! E' importante impegnarsi anche in politica".
Poi ho preso in mano il santino. E ho visualizzato il simbolo del partito con cui ha deciso di candidarsi.
L'ho guardato e gli ho detto "Mi dispiace ma non posso votarla, non si offenda". Lui non si è offeso. Anzi. Mi ha spiegato perché si è candidato con quella forza politica anziché con un'altra, più a destra. Se di destra e sinistra si può parlare, nel caso specifico. Siamo in silenzio pre-elettorale quindi soprassiedo.
Questa cosa mi ha fatto pensare che ci sarebbe pure la gente disposta a mettersi in gioco. Persone che hanno anche importanti competenze e una cortesia ormai fuori moda. Ma trovano spazio nelle forze politiche che, alla fine, non li rappresentano e che, sicuramente, non sono in grado di dar loro lo spazio che meriterebbero.
Perché le logiche di partito, oggi, premiano qualità che evidentemente io non sono in grado di comprendere. Mi pare che la competenza, la capacità di ascoltare e di imparare quando non si sa, la cortesia, il rispetto per ciò che è diverso e, persino, la capacità di comporre frasi che non inneggino per forza all'odio contro qualcuno non siano più tra quelle premiate. 
Spero di sbagliarmi. Comunque se mai dovessi decidere di trovare il mio spazio in politica non potrei prescindere dall'essere certa di cercarlo laddove io non debba giustificarmi ma dove possa esserne orgogliosa.

giovedì 23 maggio 2019

#223 Al posto della verità

Avevo cominciato a scrivere.
Ma, nello stesso momento, è cominciato un programma sul Nove che parla di Stefano Cucchi.
Non sono più riuscita a staccare gli occhi dalla televisione.
Sento una madre che ha salutato suo figlio e l'ha rivisto sei giorni dopo all'obitorio. Sento una sorella che dice "Avrei voluto ricordarmelo da vivo, che gli chiede scusa per non essere riuscita a "salvarlo" e che promette che avrebbe avuto giustizia. 
Sento la storia di un ragazzo che può aver fatto tutti gli errori del mondo ma che è stato picchiato a sangue senza potersi difendere, per poi morirne.
Sento l'avvocato della procura che dice che, sì, Stefano aveva lesioni traumatiche importanti ma che se è morto è perché aveva delle patologie tutte sue.
Sento di medici assolti per prescrizione per non aver curato, nonostante i giuramenti cui devono far fede (se non dall'etica loro per lo meno dalla legge), un ragazzo che stava morendo a causa delle botte infertegli.

Oggi, tutto è chiaro grazie alla caparbietà di una giovane donna, della sua famiglia e di un avvocato che, già prima, aveva seguito il caso Aldrovandi.

Penso a tutte quelle morti che, invece, una verità non l'avranno mai perché la giustizia non potrà essere messa altrettanto alle strette da arrivare a giudicare se stessa e a ritrovarsi, pur con fatica.
Penso a quelle famiglie e al dolore assoluto di aver perso un proprio caro non una ma dieci, cento, mille volte. Ogni volta che una nuova giustificazione è stata presentata al posto della verità.



mercoledì 22 maggio 2019

#224 Almeno quello

C'è quiete stasera in casa, come solo due giornate di sole riescono a portare. Persino Matita, la micro-gattina di casa, sembra più tranquilla, nonostante si avventi costantemente su qualsiasi cosa di commestibile. Riesce a battere persino il cane per quanto è famelica.
Il bel tempo mette subito voglia di mangiare fuori. Stasera la mia mezza mela ha decespugliato tutto il cortile e ci starebbe proprio bene un tavolino all'aperto, qualche sedia e una grigliatina fantasia.
Non fosse che le previsioni meteo non sono belle per il fine settimana.
Pazienza. Ci doteremo di nuovo di coperta di pile e divano.
Vorrà dire che le grigliatine nel cortile le faremo a ottobre quando ci saranno ancora 30 gradi e saremo tutti appassiti.
Mi sono distratta un attimo e siamo quasi a fine maggio. 
Questo fine settimana si va a votare. 
Facciamo tutti una ola e andiamo a votare.
Io devo anche cambiare tessera elettorale perché con il cambio di residenza dovrei votare in un altro seggio. Quindi mi tocca anche la gita in municipio. Un'altra ola per la gita in municipio.
Speriamo faccia bello. Almeno quello.

martedì 21 maggio 2019

#225 I topi non sopravviveranno

Ci sono cose che non capirò mai.
Prima tra tutte, la necessità di riempire quindici moduli pressoché identici, farli protocollare da due enti pubblici e uno privato e firmarli in triplice copia ogni qualvolta si voglia organizzare un evento, presentare una richiesta, chiedere un finanziamento e via dicendo.
Bisogna leggere quarantamila postille che ti rendono responsabile di qualunque cosa, compreso l'uragano Sally e il surriscaldamento globale.
Si cerca in qualunque modo di dissuaderti dal fare quello che vorresti fare così tutti vivono più tranquilli e non si devono preoccupare dei tuoi movimenti. 

Resta il fantasma di sempre e vivi felice.
Non organizzare nulla.
Non chiedere soldi allo Stato.
Non chiedere soldi a nessuno a meno che tu non abbia soldi.
Non aiutare nessuno a meno che tu non abbia soldi.
Non pensare neanche di avere un progetto a meno che tu non abbia soldi.

E vogliamo parlare delle polizze assicurative?
Ho sempre avuto una polizza infortuni. Un anno mi sono rotta il tendine d'Achille. Siccome non me lo ha amputato Beatrix Kiddo con una katana, trattasi di malattia. Spiace, non possiamo fare nulla. Avrà preso qualcosa. Una medicina che ti cancella il tendine d'Achille. Un virus letale per tendini che portano il nome di eroi omerici.
La polizza assicurativa della macchina? Un giorno di alcuni anni fa un cretino globale con un Suv grande come l'Himalaya ha fatto retromarcia sulla mia auto. Intervenuti i carabinieri, hanno desunto che abbia fatto retromarcia sulla mia auto e hanno fatto conseguente rapporto. Vado all'assicurazione e mi danno il 50 e 50. Ma 50 e 50 stograncazzo (scusate il francesismo)! La mia colpa era forse quella di esistere dietro il Suv? Vado in assicurazione a capire perché. Non si erano nemmeno preoccupati di andare a prendere il rapporto segnalato dalla sottoscritta. D'altra parte Bussoleno-Susa è una tratta allucinante da fare per uno scribacchino dietro la scrivania. Alla fine la riparazione me l'hanno pagata in toto (e ci mancava) ma solo perché sono una pistina insopportabile.

La burocrazia e i burocrati ci seppelliranno. Alla fine del mondo ci saranno solo topi, scarafaggi e burocrati. E i burocrati sopravviveranno nutrendosene.

lunedì 20 maggio 2019

#226 Nella conversazione

- Sto seguendo con fibrillazione questa campagna elettorale
Io no.
- Davvero?
No.
- Ma dai, le comunali...
No. 
- No cosa?
No. Non mi trascinerai in questa conversazione.
- Ma è importante. Scegli il sindaco. E anche il presidentedellaregione. E il GOVERNOEUROPEO.
No.
- No cosa?
Non posso scegliere.
- Il tuo voto è importante.
L'ho sempre sostenuto. Finché mi pareva davvero di scegliere. Finché vedevo una speranza che le cose potessero cambiare. Finché c'era qualcuno che diceva qualcosa di diverso, che mi rappresentava.
- E ora non c'è?
No.
- Ma il sindaco...
Il sindaco. L'amministrazione comunale senza soldi, come nel tempo l'hanno ridotta, la riesce a gestire in assolo il personale del comune. Il sindaco e la giunta farebbero differenza se avessero almeno il coraggio di prendere una posizione politica. Cosa che non fanno perché rischiano di perdere voti o prendere denunce. Hai letto uno qualsiasi dei programmi elettorali? Il commercio bla bla, il turismo bla bla, la cultura bla bla. Tutto bello, tutto fico. Ma che soldi metti sul piatto? Perché per fare le cose servono i soldi. Oppure punti tutto sul volontariato senza nessuna aspettativa di continuità, a meno che qualche eroe non decida di immolarsi a suo rischio e pericolo e con il suo portafoglio.
- La disaffezione alla politica è il male di oggi.
No. Il male di oggi sono l'appiattimento delle opinioni e l'ignoranza. Mi piacerebbe averli tenuti tutti i programmi elettorali delle ultime enne amministrative. Il commercio bla bla, il turismo bla bla, la cultura bla bla. Poi, la giunta non sa neanche dove passi una tubatura. Spesso non sa neanche cosa sia una tubatura, per assurdo. E ogni giorno arrivano le critiche che non hai asfaltato le strade, non le hai pulite dalla neve, non hai fatto crescere una foresta, non hai vegliato sui bambini della scuola che c'è il bullismo, non hai dato lavoro ai giovani, non hai messo a posto l'edificio che sta cadendo a pezzi che andrebbe benissimo per le associazioni, non hai eretto una diga. Sì ma con quali soldi? Il sindaco lo deve sapere, i finanziamenti statali, europei, mondiali. Mi aveva promesso la cultura bla bla, il commercio bla bla, il turismo bla bla. Poi passeggi per strada e ti rubi le violette appena piantate perché stanno bene sul tuo balcone, tuo figlio va in giro con la fionda a tirare ai lampioni, butti l'immondizia per terra aspettandoti che ci sia qualcuno che subito pulisca, insegni a tuo figlio le parolacce e poi te la prendi con la maestra che gli mette la nota. Ma il sindaco chi lo deve fare? Batman?
- Stai esagerando.
No
- Comunque ti ci ho trascinato
Dove?
- Nella conversazione




domenica 19 maggio 2019

#227 Maggembre

Il basilico si è arreso.
Ha lottato e ci ha creduto ma il freddo l'ha ucciso.
Così al supermercato in grande sconto ne abbiamo comperato un vaso con un tot di piantini. Considerato che novembre ha deciso di impossessarsi di questo maggio, però, per il momento il vaso è un fantastico centrotavola profumato.
Che oltretutto il mio gatto mangia-piante (quello maschio più grande) ignora. Preferisce tagliarsi l'intestino mangiando i miei papiri, lasciandoli orrendamente mutilati.
Chissà perché ama così tanto mangiare i papiri.
E le bretelle dei reggiseni.
E i fiocchi dei pacchi.
E un sacco di altre cose assolutamente non edibili.
Perché poi li mangia.
Almeno Aaron, il cane, le cose le rosicchia e poi le lascia per terra smangiucchiate.  
Mirò no. Lui le mangia. Solo che poi non le digerisce. E loro seguono il loro corso all'interno del corpo felino.
Una roba non bella diciamo. Anche se ce ne sono di peggiori, sono d'accordo.
Oggi però la giornata di pioggia ha narcotizzato un po' tutti. E ci siamo potuti godere il divano e le copertine di pile. Apprezzate anche dai canidi e felini oltre che dagli umani di casa.

sabato 18 maggio 2019

#228 La musica suonata

Secondo me, i miei figli ascoltano della brutta musica.
Non tutti i gusti sono al tamarindo, questo è certo. Ma per me, non c'è musica senza qualcuno che suoni almeno uno strumento. Il sintetizzatore che fa tunz tunz, ui ui oppure oing oing, mentre qualcuno dice cose a caso (più o meno a ritmo) non costituisce, secondo i miei personali gusti, musica.
Hey ogni tre parole non sono versi.
Senza neanche stare a sindacare sul contenuto che è, nella stragrande maggioranza, di un maschilismo senza precedenti.
Rap, trap, hip-hop e altri generi onomatopeici avranno anche la loro dignità ma a me non dicono niente. Se non crearmi un sentimento di irritazione generale. 
Musica da strada. "Ma de che?". Ma per favore.
Ogni tanto loro mettono musica e dopo quaranta minuti chiedo: "Ma quando finisce 'sto pezzo?". E loro mi dicono che ne hanno già ascoltati venti di pezzi. E io non ho neanche capito che erano tutti artisti differenti. Fraz, Louer, Givers, Mutz. Si chiamano tutti più o meno così. Altro che meteore.
Intanto qualcuno mi dovrebbe spiegare perché non ci può essere un rapper che non abbia un difetto di pronuncia. La erre moscia, la esse strisciante, i congiuntivi sbagliati.
Non ce la faccio. 
E ci ho provato. Perché per formare un'opinione bisogna conoscere.
Ora credo di sapere quello che mi basta.
Sono assai sicura che la musica suonata con gli strumenti mi piaccia di più.

venerdì 17 maggio 2019

#229 Incipit

Quando scrivevo per professione, il momento più difficile era quando dovevo cominciare un articolo.
Il momento in cui il foglio di Word è bianco e devi iniziare a raccontare ciò che è successo.
Non era l'argomento a rendere difficile la cosa.
Cronaca, politica o colore, facevano poca differenza.
Il foglio bianco chiama un incipit che invogli a leggere. Ma non è mica facile. Ci si stufa presto di leggere qualcosa che non abbia un avvio simpatico, rombante, in grado di attirare l'attenzione.
Leggere è passato di moda.
Sei, otto righe sono il massimo che il lettore conceda a chi scrive prima di decidere se proseguire.
A meno che non sia un lettore affezionato alla firma, ma su un giornale, questo, non capita quasi mai.
Comunque il foglio vuoto mi ha sempre dato un po' d'ansia.
A volte succede ancora ma il foglio bianco adesso è una sfida.
Mi piace di più.
Questo foglio bianco sta diventando familiare. Forse, questa scommessa che ho fatto con me stessa di riuscire a scrivere per 365 giorni di fila è stata una delle più belle di quest'anno.
Mi chiedo spesso se serva a qualcuno oltre che a me, anche solo come sprone a fare una cosa tutti i giorni, anche quando il foglio bianco ci guarda e noi, a dirla tutta, non sappiamo bene cosa dirgli.

PS La mia mezza mela mi aveva suggerito di parlare dei campi felici perché piove. Perché ho risposto che la felicità di qualcuno fa l'infelicità di qualcun altro. Ma non sono riuscita a costruirci un pensiero.

giovedì 16 maggio 2019

#230 Pensavo volassi via

Oggi è stata una giornata lavorativa che potrei descrivere solo come lunga e pesante. 
Noie, noie e noie finché non sono arrivata a casa. 
Finalmente, un momento meraviglioso. Grazie alla mia mezza mela, il rettangolo di terra che ci hanno prestato è diventato finalmente un orto in cui poter mettere giù piantini e semini.
Poi, portando a casa mio figlio dalle prove ho ucciso un volatile.
Ok, un volatile particolarmente imbecille.
Ma io l'ho ucciso.
Non avevo mai investito un animale con la macchina. E, tra tutti, l'ultimo essere vivente che avrei immaginato di investire con l'auto sarebbe stato un volatile. 
Un volatile vola.
Generalmente.
Non pascola in mezzo alla statale.
Sono arrivata con l'auto convinta che, come fanno tutti i volatili di questo pianeta, se ne volasse via. Non sono passata a velocità titaniche. Ho anche rallentato.
Ma lui non si è mosso.
Ho cercato di evitare di prenderlo con le ruote.
Infatti non l'ho preso. 
Ma lui ha deciso di volare quando gli ero sopra.

Alessio mi ha guardato male. Mi ha detto "Te l'avevo detto che c'era" e io l'avevo visto. Ma pensavo volasse via.
Scusa, lentissimo volatile.
Lo so che non è un'attenuante ma pensavo davvero volassi via.

mercoledì 15 maggio 2019

#231 C'è debito e debito

Breve storia triste.
Toh, una gioia. 
Non è per l'Italia.
Fine.

Oggi mi ha appassionato il dibattito sulla sede occupata dei casapaunderi di Roma che hanno un debito con la ditta fornitrice di elettricità per 330mila euro (trecentotrentamila). L'Acea sostiene di aver loro staccato l'utenza. Ma, incredibile ma vero, la corrente c'è. E' talmente presa bene alla causa (la corrente elettrica) che si teletrasporta dalla centrale fin là dentro.
Dall'altra parte ci sono 420 persone indigenti (tra cui 98 bambini), sempre a Roma, in uno stabile occupato che rimangono senza luce per un debito collettivo di 300mila euro e un cardinale, Konrad Krajewski, che stacca i sigilli e riattacca la corrente. Perché, lì, la corrente non si teletrasporta.

Ora, il vice premier-capitano-sosia di forze dell'ordine a caso cosa sceglie di commentare? 
Il debito dei neo fascisti?
Certamente no.
"Tutti devono pagare con regolarità. Non è giusto che non si paghi. Ecc. Ecc". Non i neofascisti, mi pare ovvio.
Tranquillo. Dice il cardinale. Le pago io le bollette e se vuole il capitanomiocapitano pago pure le sue. 
E invece no.
Il capitanomiocapitano ha da dire anche su questo. 
Le ragioni ve le lascio leggere su un articolo qualsiasi. Oddio, volendo evitate Libero. Lo dico per la vostra salute.

Ma per fortuna arriva una ventata di progresso dall'Alabama, il cui governo ha appena varato una legge che impedisce l'aborto anche in caso di stupro o di incesto.
Si può rispondere solo con un vecchio slogan: se gli uomini restassero incinta l'aborto sarebbe un sacramento.

Sveglia un po' però, eh. Qui c'è da ricominciare tutto almeno dal 1960.

martedì 14 maggio 2019

#232 La prossima vita rinasco rosmarino

E' tornato il cielo plumbeo.
In effetti un'intera giornata di sole, senza vento, forse mi avrebbe un po' destabilizzata in questo maggio folle.

Il mio basilico sta cercando di sopravvivere nell'aiuola dove l'ho piantato ma mi guarda tutti i giorni con estrema riprovazione.

- Mannaggia a te che mi hai piantato a febbraio!
- Guarda che non era per niente febbraio, ma fine aprile.
- Si certo.
- Te lo giuro. Guarda gli altri aromi come stanno bene.
- Grazie al cavolo sono sempreverdi!
- Ma no, in inverno alcuni seccano ma poi si riprendono in primavera e mica si son seccati!
- Si seccano a zero gradi. Io sono il basilico. Sai, quella piantina che cresce bene in Liguria dove le temperature sono miti? Quella piantina che metti con il pomodoro fresco sul sugo. Vedi pomodori qui attorno?
- Ma sei matto? I pomodori con 'sto freddo?
- Ecco, i pomodori no e io invece sto qui a ingiallirmi.
- Ma devi capire che io non potevo immaginare i sei gradi sopra lo zero a metà maggio...
- Invece per i pomodori li immaginavi! La prossima vita rinasco rosmarino.

lunedì 13 maggio 2019

#233 A volte sembrano banalità

Per avere coraggio bisogna avere paura.
E' una frase che ho sentito stamattina per radio mentre ero al lavoro.
Io e la mia amica-socia-sorella ascoltiamo sempre la radio. E' diventata un sottofondo quasi indispensabile. Non faccio sempre caso a quello che dicono tra un pezzo di musica e l'altro. Ma questa frase mi è rimasta in mente quasi tutta la giornata.

Per avere coraggio bisogna avere paura.
Non so se sia un aforisma o solo una citazione buttata là.
Ma per avere coraggio bisogna avere e superare la paura, mettersi in discussione. Capire se possiamo o no, superare la paura in quanto ostacolo. Potrebbe sembrare una banalità ma non lo è.
Un atto coraggioso per qualcuno potrebbe non esserlo per qualcun altro poiché il primo supera una sua paura e il secondo no. Questo, dunque, dovrebbe mettere in discussione l'idea che ciascuno di noi ha di coraggio. 
Non è certamente solo quello che dovrebbe farci riflettere prima di giudicare la vita o i comportamenti di qualcun altro. In ogni caso, come dice un proverbio, dovremmo prima fare qualche chilometro nelle sue scarpe. E poi ancora.
Tuttavia questa cosa della paura e del coraggio mi ha dato assai da pensare perché a me è capitato spesso di pensare "vabbé che cosa ci vuole". E, invece, a volte, ci vuole. Ma io non ci ho pensato.

Una mia amica dice sempre che "s'impara fino alla bara" e anche questa è una grande, insindacabile, verità.

domenica 12 maggio 2019

#234 A qualcosa serviva

A volte è difficile mettere insieme i pezzi di noi stessi, che si sono persi ognuno per la sua strada. Quando pensavi di aver fatto o di fare un buon lavoro di montaggio e, invece, alla fine, ti è rimasto fuori un pezzo che non sai esattamente dove andava ma se c'era, caspita, a qualcosa serviva.
Oggi la casa si è riempita di nuovo e siamo sette sotto un tetto come in un famoso telefilm, solo che nel nostro caso tre sono quadrupedi. Non che faccia molta differenza.
E' quasi metà maggio. Alcuni traguardi si avvicinano e tenere sempre tutto sotto controllo non è possibile. Solo che quando qualcosa sfugge, anche se è normale, a me sembra in qualche modo di aver fallito. Ma le istruzioni di montaggio non ci sono e allora tocca di scervellarmi per capire dove va quel pezzo che mi è rimasto in mano. Perché se c'era a qualcosa serviva.
La vita non è fornita di istruzioni, si sa. E' come una confezione gigantesca di Lego. Sta a te costruirci una navicella spaziale, una casa o chissà cosa avevi in testa quando te l'hanno regalata. A volte, mancano i pezzi per poter fare quello che avevi in testa e allora devi elaborare un piano di riserva. Sperando che tenga. 
Ma almeno ci hai provato. Hai fatto del tuo meglio.
Del nostro meglio, però, bisogna farlo. Altrimenti è come buttare via il pezzo che era rimasto in mano. 
Ma, se c'era, a qualcosa serviva.

sabato 11 maggio 2019

#235 Il cane ha capito tutto

Le serate alternative dei quasi cinquanta: io e la mia amica-socia-sorella con un calice di vino a guardare la tivù.
- Vengo a cena ma mi fai vedere Amici che c'è un ballerino bravissimo (lei danzava e c'ha la passione, ndr)
- Va bene, vediamo quello che vuoi tu.
L'amicizia è anche questo.
Comunque guardo Amici.
Ne desumo:
- la De Filippi ha lo stesso sex appeal di un tappeto dell'Ikea
- la trasmissione ha lo stesso sex appeal di un tappeto dell'Ikea
- mettono in gara persone che cantano contro persone che ballano, Che è più o meno come mettere in gara un matematico con un chimico. Cosa devo giudicare? Chi è più bravo a fare gli integrali o le pozioni?
- un momento di gioia è stato l'ingresso della Carrà... come è bello far l'amore da Trieste in giù come è bello far l'amore io son pronta e tu? Immancabile hit delle trash
- abbiamo pesato Matita sulla bilancia per alimenti (durante la pubblicità, s'intende) per un netto di 805 grammi
- hanno fatto ballare un povero cristo sull'Isola che non c'è di Bennato. In versione disco. Una bestemmia. Comunque Bennato da quando ha fatto il selfie con Salvini l'ho disconosciuto insieme a gran parte del mio canzoniere post-adolescenziale
- ho versato il vino sulla mano della mia amica-socia-sorella ma è stata colpa del tappo. Regola numero uno è sempre dare la colpa a qualcun altro
- stavo parlando della trasmissione?
- mi sono distratta
- il cane dorme. Ha capito tutto.

#236 Non è successo niente

Sono di nuovo in ritardo. E' la seconda volta che capita (o forse la terza) da quando ho cominciato a scrivere tutti i giorni.
Ma ci sono serate in cui il tempo non basta mai.
Stasera sono stata al salone del libro con la mia amica-socia-sorella. Erano anni che non ci andavo e mi sono divertita molto. Ho conosciuto "Non è successo niente", che poi si chiama Nicolò ma io lo chiamerò sempre con il nome del suo blog, che leggo quotidianamente perché è una boccata d'aria fresca. Mi sono fatta autografare il libro che cercherò di leggere quanto prima anche se ne ho ancora due che giacciono vergini sul comodino.

Ho fatto anche un'esperienza fichissima allo stand degli audiolibri di Audible Amazon, leggendo una pagina di Primo Levi in una saletta di registrazione attrezzatissima con microfoni e cuffie e tutto il resto. Mi hanno mandato l'audio via Whatsapp e devo dire che pensavo peggio.

Mentre eravamo a Torino, ne abbiamo approfittato per andare a trovare una nostra amica che si è trasferita da un paio di mesi in città. E' felice e noi siamo felici per lei. Come faccia a vivere in 20 metri quadri mi è assolutamente impossibile da comprendere, ma è vicina al cuore del capoluogo in un posto importante per lei e questo mi basta.
E' stata una bella serata. Torino di sera regala sempre un po' di magia.
La mia mezza mela è partita per l'adunata a Milano, i miei figli sono dal loro papà e io e le belve siamo sole a casa.
Adesso cerco di sedarle e vado a dormire.

giovedì 9 maggio 2019

#237 9 maggio 1978

9 maggio 1978
Io avevo otto anni compiuti da poco. Chi fu Peppino Impastato l'ho imparato molti anni dopo, così come dell'importanza della sua lotta contro la mafia. Di quel giorno mi ricordo, però, il telegiornale e il corpo di Aldo Moro scomposto in un bagagliaio. Le immagini in bianco e nero. La folla. L'auto inquadrata dall'alto. 
Del suo sequestro non ricordo nulla.
E' il secondo ricordo più vecchio che ho di cronache televisive dell'epoca. Il più vecchio in assoluto è quello della fuga di diossina a Seveso, risalente a due anni prima.
Non mi ricordo i commenti dei miei genitori, né in un caso né nell'altro. 
Non so perché quelle immagini mi siano rimaste nella testa esattamente come le hanno passate in tivù più di trent'anni fa. Non ne comprendevo neppure il significato reale, credo.

A distanza di tutti questi decenni, il nostro radioso vicepremier leghista ha deciso di ingaggiare una nuova battaglia contro i negozi di cannabis light, perché evidentemente qualcosa di utile di cui occuparsi non ce l'ha.
Premesso che la marijuana che vi si vende è praticamente priva di THC, ovvero è come fumarsi il basilico dopo averlo fatto seccare, la legalizzazione delle droghe leggere è l'unico mezzo sensato per togliere il mercato alle mafie. Perché se uno vuole fumarsi una canna lo fa, che sia legale o meno. 
Senza stare neanche ad elencare i mille milioni di impieghi utilissimi della canapa. Anche senza THC.
Questa mania di vietare tutto (su basi assai discutibili, poi) è una cosa che non ho mai compreso. E non capisco perché se vogliamo vietare tutto quello che nuoce alla salute non vietiamo anche gli alcolici, le sigarette, le automobili, i fast food, l'inquinamento delle fabbriche, le petroliere e via dicendo.
No. 
Vietiamo le canne. 
Le canne fanno male. 
Dell'amaro TaldeiTali possiamo fare pubblicità sulla Rai.
"Bevi responsabilmente" va bene. "Fuma responsabilmente" no. 
E non ditemi che dalle canne si passa all'eroina perché altrimenti io vi dico che dallo spritz all'aperitivo si passa alla grappa alle sette del mattino. Se ci passi vuol dire che ci saresti comunque arrivato. Altrimenti resti uno che si fa/si è fatto le canne o uno che beve lo spritz all'aperitivo.

Per chiudere io mi chiedo. Ma il ministro degli interni non ha qualcosa di più serio di cui occuparsi del basilico essiccato?


mercoledì 8 maggio 2019

#238 Chiuse dentro l'arnia

E' vero, io patisco il caldo.
Ma sei gradi centigradi il mattino, l'8 maggio, mi sembrano un po' pochini. E' anche vero che abbiamo raggiunto la radiosa temperatura dei 16 gradi centigradi a mezzogiorno. Ma continua ad essere un po' pochino.
Non voglio lamentarmi perché preferisco i 16 gradi ai 40. Ma mi chiedo se prima o poi sarà primavera o se passeremo subito alle canotte e infradito nel giro di una settimana con conseguenti problematiche sulla salute generale e sull'umore.
L'unica cosa di cui sono contenta è di essere in terribile ritardo con l'orto.
Se avessi messo giù i piantini, sarebbe già morto tutto.
Poi, piove. E anche della pioggia non dovrei lamentarmi perché questo inverno è piovuto proprio poco. Ma la pioggia mi mette un sonno terribile. La pioggia e il freddo chiamano la copertina di pile e la cioccolata calda. Non il momento dell'anno in cui si lavora di più.

Stasera ho fatto le frittelle di fiori d'acacia. Io e la mia amica-socia-sorella ci siamo fermate sotto la pioggia a raccoglierli tornando a casa. Ho pensato a quelle povere api che dovrebbero fare incetta di nettare per vivere e produrre il miele di cui è ghiotta mia figlia. Chiuse dentro le loro arnie ad aspettare che lo strascico di questo inverno finisca.
Io amo le api. Sono delle creature meravigliose.
Non meriterebbero giornate fredde di pioggia mentre le acacie sono nel pieno della loro profumatissima fioritura.

martedì 7 maggio 2019

#239 Per esempio

Quanto spazio ciascuno di noi tiene per sé, per le proprie passioni, per i propri interessi rosicchiandoli all'amore, alla famiglia, agli amici?
Oggi ho avuto un'interessante confronto con la mia amica-socia-sorella su quanto ciascuno di noi sia disposto a sacrificare.
Per me ci sono alcuni momenti di vita irrinunciabili. Ho la fortuna che la mia mezza mela ha voglia di condividerli con me, ma se così non fosse? Potrei certamente rinunciare ad alcuni dei miei momenti ma ad altri no.

- Per esempio?
- Per esempio Balmafol. Non potrei rinunciare a Balmafol.
- Perché Balmafol e non un altro qualsiasi momento di ricordo resistenziale?

Non lo so.
E' tutto il giorno che ci penso.
Subito mi è venuta una risposta ma non ho idea se sia quella la risposta.
Subito ho pensato che Balmafol riesce a unire tutte le mie passioni (la montagna, l'impegno sociale e politico, l'idea di comunità), tutti i miei ricordi e tutta la mia idea di un mondo in cui vorrei vivere.
Poi, terminata la conversazione ho continuato a pensarci. Ci sono altri momenti che sanno coniugare tutto questo. Ma non sono Balmafol.
E allora cosa c'è? Non riesco a trovare una risposta che venga dal cervello e non dal cuore.
Forse, mia cara amica-socia-sorella dovremmo parlarne ancora. Chissà che lo stimolo esterno riesca a portare fuori da cuore un pensiero con un senso.

lunedì 6 maggio 2019

#240 Acciughe al verde

Oggi, acciughe al verde.
La mia mezza mela e tutto il suo gruppo di amici andranno, come fanno ogni anno, all'adunata alpini e non posso farli partire senza le acciughe al verde. Sono un must.
Fare le acciughe al verde non è semplice applicazione di una ricetta. E' un rituale che si deve concludere con un piatto speciale, che non abbia solo un buon sapore. Deve essere un piatto verace. Come la parmigiana di melanzane, insomma.
Le acciughe al verde non si possono fare con le acciughe sott'olio. Non si possono fare senza l'aglio e assolutamente non solo con il prezzemolo tritato come fosse un anonimo pesto. Esattamente come la parmigiana senza le melanzane fritta o la bagna caoda senza le acciughe. Sono abomini culinari.
Se vuoi mangiare un piatto leggero non devi cucinare la parmigiana.
Se non ti piace l'aglio non devi cucinare le acciughe al verde.
Le acciughe al verde hanno bisogno di riposo. Non si possono mangiare subito. Devono "macerare" almeno un giorno. Meglio due.
Sono uno dei piatti più buoni della cucina piemontese. Da accompagnare, se proprio si vuole esagerare con la golosità, con una buona toma blu e con un bicchiere di barbera.
Ogni volta che le cucino sono un po' in ansia perché temo ancora di sbagliare qualche dose e fare un verde non molto gustoso. Non è ancora successo ma non è detto che non possa accadere. In cucina non c'è mai nulla di sicuro. Forse, anche per questo mi piace assai cucinare. E' una sfida continua con me stessa. 

domenica 5 maggio 2019

#241 Il rombo della bestia

La mia mezza mela sa fare e riparare un sacco di cose. La vita lo ha portato a imparare, stando vicino a persone che sapevano fare e avendo, al contempo, un naturale talento per le attività pratiche.
Una capacità che invidio molto non solo a lui ma ad altre persone a me vicine. Pur essendo io persona assai pratica e non del tutto incapace.
Io credo che saper fare le cose da zero, magari arrangiandosi con quello che si ha a disposizione, sia un grande talento.
Ma sto divagando.
La mia mezza mela oggi ha riparato il motocoltivatore. Si è messo fuori con tutti i suoi attrezzi e un pezzo di ricambio e ha smontato tutto e rimontato tutto. Io non ho assistito alla questione perché facevo cose dentro casa. Poi ho sentito la bestia rombare (il danno lo impediva) e quando sono uscita la macchina era persino migliore di prima.
A volte vince la pigrizia, sia per me che per la mia mezza mela, ma quando non succede, l'espressione soddisfatta che appare sul suo volto è tanto bella che è come se la soddisfazione fosse mia.


sabato 4 maggio 2019

#242 Mezza stagione a Matita

Oggi è entrata a far parte della nostra famiglia una nuova bestiola sfigata, Matita. Matita è una gatta (si suppone femmina, essendo molto cucciola) tutta quasi nera. 
Mia madre direbbe "Ma un'altra bestia?? Ma non ha già abbastanza da fare??". Ebbene sì, un'altra bestietta. Che in una famiglia di bestiette, una più una meno non fa differenza. Almeno lei ha il pelo scuro e si intona meglio con i nostri abiti spesso neri.
Il pomeriggio mio e della mia mezza mela, però, è stato occupato a cercare di dare una forma all'orto. Poi, quando eravamo felici perché finalmente il motocoltivatore faceva il suo lavoro, si è piantato contro un palo di cemento della recinzione e si è rotto. Per ora, dunque, abbiamo una fetta di orto arato lunga 25 metri e larga uno. Tutto il resto dovrà giacere fino a riparazione avvenuta. Peccato, ma succede.
Oltretutto fa di nuovo freddo. Stasera soffia il vento gelido e stare rintanati sul divano sotto la copertina di pile non è niente male.
Domani è un altro giorno. Freddissimo, dicono le previsioni. E' proprio una primavera strana. D'altra parte lo sappiamo da tempo che non esistono più le mezze stagioni.

venerdì 3 maggio 2019

#243 Comunque vada

Niente. Sono nata granata, cresciuta granata e morirò granata.
E' una sofferenza continua ma sono contenta lo stesso.
Mi ricordo la bandiera del Toro che mio nonno teneva in casa. E non so se sia stato lui o sia stato mio papà a darmi l'imprinting ma un cuore torinista batte dentro di me.
Così la sera del derby, il giorno prima del 70esimo anniversario della tragedia di Superga è una sofferenza all'ennesima potenza.
A casa non abbiamo Sky, Premium o Dazn, quindi la partita la sto ascoltando alla radio. Bravissimo il commentatore di Radio1, tra l'altro. 
Sentire la partita senza vederla dà emozioni completamente diverse che avere davanti lo scorrere delle immagini. La progressione non la puoi vedere perciò la devi tutta immaginare. Non puoi dire "Si poteva fare questo" o "Si poteva fare quest'altro" perché le opzioni che non vengono raccontate non si conoscono. Non puoi neanche contestare le ragioni arbitrali perché non ha visto come si sono svolte le cose.
Per quanto il Toro abbia fatto miracoli questa stagione, la differenza tra le due squadre è evidente. I milioni di euro che la Juve spende per i suoi giocatori equivalgono al Pil di uno Stato. La Juve è una macchina da soldi. Il Toro no. E' solo amore e sofferenza, sofferenza e amore.
Comunque, mentre scrivo il derby della Mole è terminato in parità.
Amore e sofferenza.
Ci avevo creduto.
Forza vecchio cuore granata. Comunque vada sarà sempre amore.

giovedì 2 maggio 2019

#244 Interrogativi

Qual è il compenso giusto per un lavoro?
Facciamo un esempio. Se fosse disponibile un posto full-time che non richieda competenze specifiche ma solo applicazione delle normali regole di cortesia, onestà, capacità di concentrazione e un minimo di forza fisica, per un orario di cinque giorni su sette turnando sui festivi, quanto sarebbe giusto secondo voi guadagnare? Faccio un esempio ma vorrei che non fosse determinante: il/la commesso/a, il/la cameriere, il/la cassiere/a.
Io credo dipenda soprattutto da quanto distante da casa è il lavoro.
Una cosa è lavorare a quindici minuti da casa. Ben altro è dover passare in auto o sui mezzi tre ore al giorno della propria vita per poterlo fare.
Dipende anche dall'ambiente di lavoro, ma supponiamo di non saperlo ancora non avendo ancora cominciato.

E per un lavoro che invece richieda competenze specifiche? Saper avere a che fare con gli anziani o i disabili, disegnare un sito web, tenere la contabilità di un'azienda o qualsiasi altra cosa possiate immaginare (senza arrivare a saper far volare un aereo)?
Qual è il compenso che chiedereste? Sempre facendo la distinzione tra un lavoro "sotto casa" e uno più distante.
E, sempre secondo voi, non dovrebbe guadagnare di più chi si prende maggiori responsabilità? Quelle vere. Quelle che, quando qualcun altro che lavora nel team che dirigi sbaglia, è la tua testa che cade.

Per chiarire, non voglio neanche entrare nel discorso amministrazione, che sia di un piccolo Paese come della nostra nazione. Perché tutto dovrebbe essere proporzionato.
Sto parlando di un lavoro "normale". Quello che la maggior parte delle persone cerca.

Supponiamo, poi, che una persona giovane o meno giovane, senza competenze specifiche (come spesso accade) si proponga per un lavoro che magari (ma non lo si sa prima di darglielo) è perfettamente in grado di svolgere perché è particolarmente eclettico/a e ricettivo/a. Su che base glielo affidereste? Per come si presenta? Dopo una prova o un tirocinio di enne mesi non stipendiati? Sulle foto postate sul suo profilo Fb o Instagram?

Ci sono persone perfettamente in grado di svolgere il loro lavoro ma che, allo stesso tempo, non si prendono mai una responsabilità e non sono in grado di portare nulla di nuovo laddove approdano. Una persona che, invece, a parità di mansione, coopera attivamente per migliorare il posto in cui lavora dovrebbe avere il medesimo stipendio? Supposto che non ci sia, come nella maggior parte dei casi, una sorta di "promozione".

Questa sera vi lascio solo con un sacco di interrogativi. Io la risposta non la possiedo.

mercoledì 1 maggio 2019

#245 Primo maggio e lumache

Primo maggio. Festa dei lavoratori.
Oggi, per me, nessun corteo. La giornata primaverile mi ha portata nel giardino-cortile. C'erano mille mila cose da fare per riportarlo a uno stato pre-selva amazzonica. 
Così ho cominciato di mattina e ho finito alle 20 (con una lunga pausa pranzo, però) e sono riuscita a fare tutto. Compreso ripristinare, per rimettere in piano, la pavimentazione che sostiene i cassonetti. Ho trovato decine di lumache e le ho salvate tutte. Tranne una, povera creatura, colpita inavvertitamente dalla zappa.
Ora non sento più le braccia. Neanche le gambe. Neanche la schiena.
Ma sono felice.
Sicuramente non ho un futuro come piastrellista.
"Macchina di cazzo" (l'ameno soprannome è derivato da un aneddoto che un giorno vi racconterò) mi avrebbe fatto rifare tutto da capo. La leggenda vuole che lui sia il miglior piastrellista sulla piazza. Io non l'ho mai incontrato. Ma considerata la fama che lo precede, sarà certamente così.

Mentre zappavo via le erbacce, al corteo di Torino le forze dell'ordine menavano compagni e amici colpevoli, pare, di voler arrivare nella piazza in cui si tenevano gli interventi. Mi spiace non essere stata là con loro, condividendone tutte le motivazioni.

Ma sia io che la mia mezza mela avevamo un sacco di cose da fare, che in una giornata feriale risultano impossibili. Persino i miei due figli si sono resi utili assai, oggi. Hanno anche dipinto una parte di parete delle loro stanze. La maggiore con risultati più gratificanti per la parete, ma ci sta.
Domani, purtroppo, non è domenica.
Il grande circo riprenderà il suo spettacolo.