sabato 26 gennaio 2019

#340 Io, mi faccio distrarre.

E' così.
Ognuno ha le sue passioni.
Può tarparle, nasconderle, cercare di dimenticarle. 
Ma alla fine, loro spuntano fuori.
E' abbastanza facile quando sei appassionato di puzzle. Per fare un esempio. Compri un puzzle, fai il puzzle. Una cosa come L'era glaciale (il primo) nella conversazione tra Diego (la tigre fichissima) e Sid (il bradipo): "Non sei molto bravo a seguire le tracce, eh?" "Ehi, sono un bradipo: vedo la foglia, mangio la foglia, fine della traccia".
Un po' meno facile quando ti piace da impazzire suonare la chitarra ma sei negato. C'è il chitarrista e tu lo stalkeri perché ti suoni questo o quel pezzo e poi ti lanci e continui a essere negato. Perché si può anche avere una passione ma l'abilità della lunga applicazione (almeno nel suonare uno strumento) fa la differenza.
Ancora meno facile se sei appassionato di moto ma non ti puoi permettere nemmeno una bici. Allora scrocchi un giro a un amico che si fida (se si fida) e quando scendi e devi restituire la moto è come se ti avessero tolto un rene e ti avessero lasciato per strada.
Insomma, le nostre passioni devono fare i conti con il nostro portafoglio, con le nostre capacità e anche con il tempo che possiamo dedicare loro.
Non serve neanche dire a noi stessi che saremo capaci di appassionarci a un'attività differente, perché dopo un po' sarà comunque abbandonata.
Le passioni non le scegliamo.
Sono loro a scegliere noi.
Quello che possiamo fare è rinunciare ad altro (soldi, tempo, impazienza) per arrivare al risultato.
Io ho un grande difetto: mi faccio distrarre dalla vita. Ma ammiro fortemente chi, invece, resta concentrato sull'obiettivo e, alla fine, quello che vuole l'ottiene.
La costanza è davvero una qualità che vorrei imparare ad avere.

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