Soprattutto se sono particolari, ripetitivi o palindromi. II numeri intorno a me attirano sempre la mia attenzione.
Le targhe, il contachilometri, i numeri di telefono.
Raramente li ricordo a memoria ma ogni volta, dentro di me, penso per quale numero sono divisibili, se riesco a estrarre la radice quadrata o se hanno una relazione tra di loro.
Tutto mi fa fare conti mentali assolutamente inutili.
La matematica mi è sempre piaciuta nella sua linearità.
E' una materia che non mi è mai pesato studiare.
Aiutare i miei figli (e non solo) a fare gli esercizi è sempre abbastanza divertente. Dico abbastanza perché, spesso, io risolverei i loro esercizi con strumenti che loro non hanno ancora e tornare indietro non è così immediato. Per esempio risolvere semplici problemi di geometria con i "pezzettini" anziché con le equazioni ha messo in crisi più volte la mia capacità di ragionamento.
Quando apprendiamo un modo più semplice per fare una cosa, è piuttosto naturale dimenticare quello più complicato. Tuttavia, è anche evidente che per arrivare a fare una cosa più complessa si cominci dalle basi.
Tutto questo per dire cosa? Oggi ho pensato a quante nozioni ho dimenticato nel corso della vita e quante volte non le ho rimpiazzate con la loro logica evoluzione. Mi piacerebbe sapere con quale criterio il mio cervello sceglie cosa ricordare e cosa dimenticare.
Qualche anno fa ho visto un bel cartone animato, "Inside out", il cui intento era quello di spiegare i meccanismi base del cervello umano. I ricordi erano sfere e ogni sfera seguiva un suo percorso dall'apprendimento, all'archiviazione e, molte volte, alla dismissione totale.
Ognuno di noi ricorda cose differenti per ragioni differenti. La stessa nozione per qualcuno è importante, per altri completamente inutile.
A me, tuttavia, piacerebbe solo sapere perché il mio cervello ritiene essenziale esercitarsi continuamente sulla matematica dei numeri che mi circondano.
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