Supponiamo che per qualche ragione poilico-economica mi serva l'Umbria. Ma c'è un problema. In Umbria ci sono gli umbri. E a me serve che, invece, vadano a starci gli amici miei.
Ora, se io arrivo con i carri armati a liberare l'Umbria dai suoi legittimi occupanti l'intera opinione pubblica mondiale mi salta al collo e mi destituisce in un millisecondo.
Se io invece, avendo a disposizione l'informazione e l'educazione, comincio a parlare male degli umbri, a dare risalto ai casi di cronaca nera in cui il delitto è commesso da umbri o da parenti di umbri o da umbri di seconda generazione. Comincio a instillare nella popolazione la "paura" degli umbri. La propaganda la faccio su tutti i mezzi a disposizione: tv, radio, social network, comizi.
Gli umbri cominciano così a essere malvisti. A quel punto, quando succede qualche cataclisma in Umbria io, Stato, non intervengo. Dico che è chiaramente un volere di Dio se agli umbri succede sempre qualcosa.
Difendo i primi cani sciolti che decidono di usare violenza sugli umbri. Dico che certamente non lo hanno fatto perché erano umbri ma intendo esattamente il contrario. Poi d'altra parte un po' se la cercano la violenza perché quando si commettono reati o violenze, gira che ti rigira, c'è sempre di mezzo un umbro.
A questo punto comincio a fare leggi che rendano difficile la permanenza degli umbri nella loro legittima terra. Rendo loro la vita sempre più difficile. Ma molti sono ostinati e continuano a restare in Umbria, nonostante le vessazioni e le difficoltà.
Allora decido che devo difendere la mia italianità dagli abitanti dell'unica regione del centro Italia non bagnata dal mare. Pertanto comincio a mandare in galera o al confino tutti coloro che non sono d'accordo con me, soprattutto se umbri.
Nella totale disinformazione della propaganda decido che gli umbri non possono più andare a mangiare nei ristoranti, avere un attività in proprio e avere la casa in affitto.
Non basta. Molti continuano a stare in Umbria. Allora li carico su un treno e li rimando al loro paese. L'Umbria? No, la Siberia. Poi, siccome ci saranno discendenti a reclamare la terra, decido che in Siberia ci mando anche tutti coloro che sono imparentati fino alla seconda generazione con gli umbri. Ho i registri dell'anagrafe quindi non scappa nessuno.
Tutto questo orrore, se sarò brava nella propaganda, passerà sotto silenzio. E coloro che non sono umbri non diranno nulla. Pochi cercheranno di difendere realmente quella popolazione.
Ora, non so se questo a tutto voi ricorda qualcosa. Ma è già successo in passato e sta succedendo di nuovo oggi, ma in nuovi termini. Prima una religione. Oggi il colore della pelle. Domani? Io non sono tranquilla e non starei tanto tranquilla neanche fossi in voi.
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