Oggi, per me, nessun corteo. La giornata primaverile mi ha portata nel giardino-cortile. C'erano mille mila cose da fare per riportarlo a uno stato pre-selva amazzonica.
Così ho cominciato di mattina e ho finito alle 20 (con una lunga pausa pranzo, però) e sono riuscita a fare tutto. Compreso ripristinare, per rimettere in piano, la pavimentazione che sostiene i cassonetti. Ho trovato decine di lumache e le ho salvate tutte. Tranne una, povera creatura, colpita inavvertitamente dalla zappa.
Ora non sento più le braccia. Neanche le gambe. Neanche la schiena.
Ma sono felice.
Sicuramente non ho un futuro come piastrellista.
"Macchina di cazzo" (l'ameno soprannome è derivato da un aneddoto che un giorno vi racconterò) mi avrebbe fatto rifare tutto da capo. La leggenda vuole che lui sia il miglior piastrellista sulla piazza. Io non l'ho mai incontrato. Ma considerata la fama che lo precede, sarà certamente così.
Mentre zappavo via le erbacce, al corteo di Torino le forze dell'ordine menavano compagni e amici colpevoli, pare, di voler arrivare nella piazza in cui si tenevano gli interventi. Mi spiace non essere stata là con loro, condividendone tutte le motivazioni.
Ma sia io che la mia mezza mela avevamo un sacco di cose da fare, che in una giornata feriale risultano impossibili. Persino i miei due figli si sono resi utili assai, oggi. Hanno anche dipinto una parte di parete delle loro stanze. La maggiore con risultati più gratificanti per la parete, ma ci sta.
Domani, purtroppo, non è domenica.
Il grande circo riprenderà il suo spettacolo.
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