martedì 30 aprile 2019

#246 Un ritratto agghiacciante

La cronaca di questi giorni regala un ritratto di questa nazione assolutamente agghiacciante: Manduria, Viterbo, Ragusa, Caserta. Quattro casi completamente diversi ma ugualmente terribili.

Non è lo stupro di gruppo dei fascisti di Viterbo a lasciarmi più attonita. Chiunque abbia un cervello sa perfettamente che la maggior parte delle violenze sulle donne sono commesse "in casa" e non da migranti appena scesi da un barcone. Non mi stupisce lo stupro e neppure i fascisti. Sono drammatiche conferme.

Non mi stupisce il giovane poliziotto che decide di sparare alla compagna che voleva lasciarlo. E' l'ultimo dei femminicidi, tristemente all'ordine del giorno. Una strage che avviene nel silenzio assordante di chi difende il patriarcato e desidererebbe la libera vendita di armi.

Non mi stupiscono i genitori che picchiano e affamano le figlie di pochi mesi colpevoli di piangere. Le vittime predilette dell'ignoranza e della prevaricazione sono quelle che non possono in alcun modo difendersi.

La baby gang di Manduria mi ha fatto pensare assai. Un gruppo di 14 giovani di cui 6 minorenni prende di mira un signore con difficoltà psichiche. Lo vessano finché lui non esce più di casa e si lascia morire di stenti. Un'altra "preda" facile. 
Non mi stupisce l'atto, per quanto orrendo. L'Arancia meccanica de 'noantri. E non mi stupisce che i ragazzi siano stati (oltre che criminali) così arroganti e idioti da filmare tutto con il cellulare e condividerlo con mezzo paese. 
Trovo agghiacciante che nessuno, parrebbe neppure il parroco, abbia trovato il coraggio di intromettersi o di portare, per lo meno, la sua testimonianza alle forze dell'ordine. Trovo agghiacciante che nessuno abbia provato, se non disgusto per la violenza gratuita in sé, almeno un minimo di pietà per quell'uomo.
Nessuno.

Un ritorno indietro nel tempo brutale. In tutti i casi. 
Mancano giusto il rogo delle streghe, l'olio di ricino e l'elettroshock.

Il silenzio.
L'indifferenza.
Mi sembra di vederli mentre condividono su Facebook le foto di dolci gattini e ignorare quotidianamente le urla di dolore del vicino di casa.
C'è qualcosa di peggiore dell'indifferenza?
Molto prima e molto meglio di me lo ha scritto Gramsci.
Una buona lettura.

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