lunedì 27 maggio 2019

#219 Il male minore

Volevo esimermi dal commentare il risultato elettorale. Poi ho deciso che le elezioni le hanno commentate un po' tutti e quindi potevo aggiungere la mia modestissima opinione senza togliere nulla a nessuno.

Premesso che io stessa, con tutte le mie convinzioni sulla necessità di esprimermi se chiamata a farlo, ho pensato seriamente se valesse la pena di andare alle urne. Perché la mia idea di fondo è che non si debba essere costretti a votare il meno peggio. Bisognerebbe potersi affidare a chi ci rappresenta in modo serio.

Alle urne sono andati circa il 56% di italiani.
Ovvero, poco meno di una su due (delle persone che incontriamo ogni giorno) ha deciso di esprimere un'opinione. L'astensionismo è un fenomeno che la democrazia non prende in considerazione se non in caso di referendum (per ovvia comodità) e quindi soprassiedo sull'analisi dello stesso. Tenendo presente la mia premessa.

La Lega ha preso il 33% circa dei voti. Ovvero una su tre delle persone che incontrerete domani per strada, tra quelle che sono andate a votare. Ovvero, mal contate, una persona su sei in generale. Un po' di più tra tutto, ma non stiamo a fare i pignoli.

La percentuale del partito che ho deciso di votare io alle europee non fa nemmeno conto. Così a occhio siamo due su quattrocento. Mi chiuderanno in una riserva. Ricordatevi di me e portatemi del cibo e la Settimana enigmistica. Comunque, ormai certa di essere circondata da conservatori, razzisti ed egoisti, forse la riserva è il male minore.

Ho scritto, tempo fa, che tutto questo poteva essere un vaccino. Ma non ho considerato che l'Italia non ha memoria e, dunque, un vaccino non ha nessun potere. Mi sono sbagliata. Ho sempre troppe aspettative.

In Italia vince chi sa parlare alla pancia e guarda all'oggi, non chi potrebbe costruire per il futuro. Vince chi sa identificare il nemico in qualcuno o qualcosa che non siamo noi stessi e il nostro gretto comportamento. 
L'italiano, in generale, se può evitare di fare qualsiasi cosa che lo renda responsabile della collettività, lo fa. Perché è comodo. Siamo fondamentalmente dei bambini. Perché bisogna fare una cosa se è più comodo evitarlo? Perché fare una cosa se ci costa un sacrificio? Meglio una gallina oggi che un uovo domani. Sempre. Magari domani manco ci saremo più. Che ci siano o meno altre generazioni, ci pensino le altre generazioni, tutto sommato.

Stamattina quando mi sono svegliata e ho guardato i primi risultati ci sono rimasta male. 
La mia mezza mela mi ha chiesto "Ma davvero ci speravi?".
Sì, ci speravo.
Tifo il Toro. Sono abituata a sperare nei miracoli.



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