domenica 26 maggio 2019

#220 Una notte di sonno

Il nostro centro commerciale di oggi, come dice sempre un amico, è stato il nostro orto. 
io e la mia mezza mela ci abbiamo passato praticamente tutta la giornata ma l'abbiamo recintato tutto. Ha fatto caldo, piovuto, poi ha rifatto caldo e poi è piovuto ancora ma non abbiamo desistito. Rete alta due metri, che ferma cinghiali ma anche caprioli (a meno che non siano particolarmente ginnici e allora se la saranno meritata la merenda).

- Sei stato bravo!
- Anche tu sei stata brava.
- Ho fatto il bocia.
- Ma sei stata brava.

Oggi, dunque, ho imparato a tirare una rete, a fissarla con il filo di ferro, a interrarla e renderla tesa. Ho imparato anche che le tenaglie sono indispensabili quanto faticosissime. E ora non chiudo più le mani ma non le apro neanche. Sono due cadaveri semichiusi che per servire la cena ho avuto bisogno dell'aiuto di Alice perché la mia destra si è rifiutata di sollevare la pentola. 
Ma sono felice. 
Sono stanca e soddisfatta come si dovrebbe sempre essere, per poter affrontare una notte di sonno serena.
Io ve lo dico ma potete immaginarlo anche se non lo vivete. Andare a lavorare tutti i giorni in un posto solo per uscirne senza le ossa rotte (economicamente) e senza portare a casa nulla da mesi è la cosa più faticosa che un essere umano sia costretto a fare. Molto peggio che usare le tenaglie tutto il giorno. Arrivare a sera stanca solo di testa e con mille mila pensieri che ti assaltano la mente e ti rubano i bei sogni è molto peggio che avere le mani che sembrano morte. 
Perché io so che le mie mani hanno solo bisogno di una notte di sonno. E domani potranno continuare ad usare le tenaglie.

L'orto recintato

Mezzi morti ma con il sorriso

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