martedì 5 marzo 2019

#302 Mo' me lo segno

Oggi sono andata dal macellaio a prendere qualche etto di carne trita per fare le polpette.
Dentro, la persona al bancone e una cliente.
Parlavano di argomenti allegri: la morte. Partendo da un defunto in paese, son giunti a parlare dell'ineluttabilità della nostra fine terrena.
"Si muore tutti, anziani, adulti o bambini"
Ho, palesemente, eseguito alcuni scongiuri sul momento. Pur non essendo particolarmente scaramantica, ma non si sa mai.
Mi si è apostrofato dicendo che la vita migliore deve venire.
"Può anche essere, signora, ma io sto bene qui dove sto".
"Perché non ha letto le Mistiche".
Ammetto la mia crassa ignoranza. Non le ho lette. Non solo, ma non so neppure di cosa si tratti.
Mi informerò.
"La vita migliore è di là ma c'è una porta un po' difficile da superare: la morte" - mi dice la signora - "Ma c'è una preghiera da recitare al trapasso per rendere la porta più facile da aprire".
Prova a cominciare a recitarla.
Silenzio.
La persona al bancone cerca di sdrammatizzare. E mi fa il conto rapida della mia carne trita. La ringrazio tantissimo per la solerzia tra me e me.
Dico qualche parola di cortesia, ringrazio, saluto ed esco.
Mi sembrava di essere in "Non ci resta che piangere" quando gridano a Troisi da un balcone "Ricordati che devi morire!".
Ok. Mo' me lo segno.
Alla fine ho fatto le polpette. Con la carne trita.

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