Era il 1987. L'anno tra la fine della quarta e l'inizio della quinta liceo. Io non ero ancora diciottenne. Quasi tutti i miei compagni di classe sì. Io ero un anno avanti ma loro già si firmavano le giustifiche da soli e prendevano la patente.
Esce al cinema Full metal jacket. Andiamo a vederlo ma era vietato ai minori di 18 anni. Passata inosservata nel grande branco di maggiorenni, ci sediamo in sala. Non so cosa pensai all'epoca ma sicuramente quel film fu come un colpo di fucile.
Da quel giorno l'ho visto molte volte. Tutte quelle in cui l'ho intercettato in televisione. Ogni volta è stato un colpo di fucile.
"Signore, il dovere di questo soldato è di informare il suo istruttore che Palla di lardo ha un caricatore di cartucce blindate e il colpo in canna, signore".
Oggi, io e la mia mezza mela l'abbiamo ritrovato su Netflix ed è stato quasi d'obbligo rivederlo.
Non so se mai, prima d'oggi, avevo riflettuto tanto sul suo significato e su tutti quei particolari cui solo alla ennesima proiezione riesci a fare caso.
Kubrick è un genio. Indiscutibilmente.
Io non ho la competenza di un critico cinematografico. Non mi interessa neppure, a dirla tutta. Purtuttavia, oggi facevo caso a come evolvono i personaggi. Facevo caso ai colori, agli sguardi, alle figure di secondo piano. E' tutto assolutamente perfetto, come un puzzle da 5000 pezzi.
Pensavo che bisognerebbe proiettare FMJ e subito dopo "Born the 4th of july". Pensavo che ci sono mille mila film sul Vietnam ma se non hai visto FMJ, "Hamburger hill" e ""Apocalipse now" non hai visto niente. E, per quanto non mi piaccia Tom Cruise, "Nato il 4 luglio" chiude un cerchio.
Lo fa a suo modo. Un po' all'americana. Ma il messaggio secondo me arriva.
Pensavo che, alla fine, in FMJ la contestatissima guerra del Vietnam non è neppure messa in discussione. E' un fatto. I ragazzi partono, vengono addestrati a combattere e morire. Combattono e muoiono. C'est la guerre. In tutta la sua drammatica brutalità. E me ne sono resa conto quando, in due, cercavano di spiegare ai miei figli perché il cecchino non uccide il primo dei soldati ma lo ferisce soltanto.
E' sempre tutto edulcorato nei film ma ci sono registi capaci, pur zuccherando, di sparare un colpo di fucile alla nostra coscienza.
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