Sì che ce ne sarebbero di cose da dire.
A Torino si toglie con la forza, principalmente ai giovani, uno spazio occupato e autogestito che funzionava bene da 24 anni. Giovani e meno giovani che si sono sempre impegnati nelle questioni sociali, non ultime le lotte contro i Cie (considerati veri e propri lager) a fianco dei migranti.
Lo si fa con la violenza e la repressione e con pretesti che hanno sempre il retrogusto di cercare capri espiatori e di sviare l'attenzione dai temi che stanno a cuore a una generazione. La repressione dà sempre l'impressione che, in mancanza di vere risposte, l'unica risposta sia riportare tutti alla "normalità" del non-pensiero dilagante.
Poi c'è un ministro leghista che va al Sud a dire che il problema delle scuole in meridione non è la mancanza di soldi ma di impegno. Insomma, con quel retrogusto di "dagli al terrone" che la Lega si porta dietro da sempre. Insomma, il lupo perde il pelo... ma questo mi sa che al Sud mica tutti l'hanno capito.
Oltretutto il problema principale di tutte le scuole è che non ci sono i soldi: per la formazione, per l'evoluzione dell'insegnamento, per i materiali, per i laboratori. Perché il nuovo politico (da qualche decennio) vede la scuola solo come un costo e non come un investimento nelle giovani generazioni e negli adulti che verranno. Il nuovo politico guarda all'oggi. Del domani non gli importa perché tanto lui non ci sarà a governare il disagio che genera.
Insomma, cose da dire ce ne sarebbero.
Ma io ho difficoltà a concretizzare i pensieri.
A volte capita.
E ho solo brutti retrogusti, oggi.
Nessun commento:
Posta un commento