martedì 19 febbraio 2019

#315 L'importanza dei sostantivi femminili

Stavo ancora cenando quando ho cominciato a sentire le unghie di Bonafede che si arrampicava sugli specchi, cercando di spiegare perché il M5S ha deciso di negare l'autorizzazione a procedere della magistratura nel caso Diciotti-Salvini.
Tutto questo, dopo aver sventolato, per anni, la bandiera della legalità come se solo i pentastellati avessero l'etica in tasca.
No perché lui, il Salvini, in quel caso, "agiva negli interessi della nazione".
Ma che caspita di interesse della nazione ci sarebbe nell'impedire a poche decine di poveri disgraziati, per giorni, di scendere da una nave approdata in uno dei nostri porti?
E poi, supposto per assurdo che quest'interesse ci fosse, non ci avrebbe fatto una figura migliore presentandosi a processo e vincendo la causa?
Mah.

Ieri scrivevo che questa votazione on-line (le cui credenziali nessuno ha il diritto di mettere in discussione) era come chiedere al popolo di salvare Gesù o Barabba. E, infatti, la folla illuminata non si smentisce mai.
Barabba! Barabba! Barabba!

Alla fine, vi dirò, che processino o no Salvini a me non frega nulla. Anzi meno. Perché, in ogni caso, ci sarebbe il popolo illuminato a sostenerlo, pure in caso di condanna. Che fa fico, oggi, dar contro all'uomo di colore. E' la nuova tendenza europea. Un po' come prendersela con i monumenti e le tombe ebraici. Negazionismo, fascismo, razzismo are the new etica.
Che l'essere umano sia incapace di imparare dal proprio passato, pur recente, mi pare ormai più che palese.

A noi che crediamo in un altro mondo possibile mi pare che siano rimaste solo la resilienza e la resistenza. Che, secondo me, non a caso sono due sostantivi femminili. Dobbiamo imparare a impedire l'azione cui ci opponiamo e ad assorbire gli urti senza romperci. 
Questo ci servirà. Ne sono certa.

Una vignetta geniale di oggi. Peccato che non si legga bene il nome dell'autore.

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