mercoledì 6 febbraio 2019

#329 Sanremo è Sanremo

Ve l'avevo promessa. 
La recensione delle canzoni della prima serata di Sanremo.
Lo so, sembra una minaccia. Ma non sono rimasta in piedi fino dopo l'una di notte mica per niente. Ho sofferto io e adesso soffrite voi.

Prima, alcune considerazioni:
- Baglioni è una mummia e canta troppo per essere il presentatore.
- Alla Raffaele che è tanto bella e fa benissimo l'imitatrice dovrebbero far fare quello. Vale anche per Bisio.
- Pierfrancesco Favino è veramente bonissimo ma i siparietti che gli hanno costruito per la serata di ieri erano tremendi.
- La pubblicità e gli sketch terribili (su tutti quello della vecchia fattoria di mezzanotte, mortacci loro) hanno minato fortemente la mia forza di volontà.
- Non finiva mai. Necessario darsi una regolata sui tempi.

Ora, la succinta recensione di ognuno dei 24 brani. Scritti ieri, sul momento. Quindi contestualizzatele.

Renga: Noia. Originalità zero. Gli alberi sono troppo prodighi d'ossigeno.

D'Angelo-Cori: D'Angelo è una mummia. Non so se i nuovi salviniani del sud si accorgano di quanto la loro musica tradizionale abbia preso da quella araba. Comunque, noia.

Nek: I Rolling Stones hanno insegnato molto. Ma Nek era assente.

The Zen Circus: Sono colpita che ci sia ancora qualcuno che sa suonare strumenti musicali. Ma la canzone è terribile, una nenia monotona.

Il volo: Voglio morire. Non arriverò al sesto artista.

Berté: Lei sempre bella voce. Del pezzo facevo anche a meno.

Silvestri-Rancore: Si è fatto proprio fico Silvestri con l'età. Il tema sociale mi piace ma il brano è da risentire perché non è arrivato con un solo ascolto.

Carta-Shade: Il clown dei cui vestiti si sono appropriati ha fatto certo una brutta fine. Il ritornello si canta dopo un minuto. Non ce ne libereremo che in autunno. Purtroppo.

Ultimo: Una canzone d'amore. Se ne sentiva la mancanza a Sanremo. Che noia.

Turci: Bella voce. Ennesima lagna romantica. Noia. C'era la speranza che le uscisse una tetta dalla giacca per rivitalizzare la situa e invece niente.

Motta: Come ci è arrivato costui tra i big di Sanremo? Anche no, grazie.

Boomdabash: Almeno è una canzone allegra dopo un tot di lagne. Non che sia originale ma almeno è allegra.

Pravo-Briga: No. No. No. A una certa anche basta. Pure se hai fatto parte della storia della canzone italiana.

Cristicchi: Abbi cura di meeeeeee. Noia. Noia. Noia.

Achille Lauro: (il cantante non la nave) Tremenda. Ma apprezzo lo sforzo di non portare sul palco l'ennesima lagna romantica. La mia prof direbbe 3-.

Arisa: Se non ci penso più mi sento bene.

Negrita: Li avrei votati sulla fiducia. Ma anche loro diventano lagnosi a Sanremo. Peccato.

Ghemon: (il cantante non l'amico di Lupin) Rose violaaaa sulle lenzuolaaaa. Mi sto addormentando tanta è la noia.

Einar: Giuro che se te ne vai non ti verrò a cercare. Carino però il ui ui della base.

Ex-otago: Talmente entusiasmante che mi si è addormentato persino il braccio.

Tatangelo: (assente il commento) Mi ricordo solo che non si sentiva neppure la voce e io ero contenta.

Irama: Oh, è tornato Luis Miguel. A parte questo, ancora una lagna.

Nigiotti: Bel figliolo. Ancora lagna e ancora noia.

Mahmood: Toh ho visto passare una lagna. Ma almeno è l'ultima.

Quanto mi piace Sanremo.
Mi ha tenuta sveglia Spinoza su Twitter.

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