domenica 27 gennaio 2013

Quando c'era lui...

Oggi è il giorno della Memoria. Il 27 gennaio del 1945, l'Armata rossa - che aveva sostanzialmente vinto la guerra con un tributo in termini di vite umane spaventoso - entrava nel campo di concentramento di Aushwitz e mostrava al mondo gli orrori che il nazionalsocialismo di Hitler (ma non solo) era riuscito a perpetrare in anni di pulizia etnica di ebrei, gay, disabili, malati mentali nonché oppositori politici.

Scrivo così spesso di antifascismo, Resistenza e memoria, che prendere questo spunto è fin troppo facile. Soprattutto dopo aver sentito le parole di Berlusconi, che ultimamente non perde mai l'occasione per stare zitto. «A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprire bocca e togliere ogni dubbio» scriveva Oscar Wilde. In questo caso non è che io avessi ancora dubbi in proposito, ma tant'è.

Riporto le parole di Mr.B. Qui, anticipo, non basta nemmeno più l'indignazione. «Il fatto delle leggi razziali è la peggior colpa di un leader, Mussolini, che, per tanti altri versi, invece, aveva fatto bene». Quando c'era lui, insomma, i treni arrivavano in orario. E delle paludi ce ne vogliamo dimenticare? Se lo senti dire al bar sotto casa, ti volti, ti arrabbi e poi lasci perdere ma - caspita! - costui per quasi 20 anni è stato il nostro Presidente del Consiglio e oggi è il giorno della Memoria. «Non abbiamo la stessa responsabilità della Germania - ha detto B., mentre dalla platea gli gridavano "Buffone!" - Ci fu, da parte nostra, una connivenza che, all'inizio, non fu completamente consapevole».

Dette da lui, persino le parole giuste come l'importanza di non dimenticare per non ripetere gli errori del passato suonano come bestemmie in chiesa. Così, auspico - visto che tra meno di un mese andremo a votare e c'è chi si ostinerà a credere alle sue bugie e al suo becero populismo - che la "connivenza non consapevole" di milioni di italiani (che ha portato alla sua elezione nel 1994) adesso si trasformi in consapevolezza vera e propria e si traduca in percentuali di consenso ridicole, tali che persino la satira possa perdere interesse.

Ricordiamo. Sempre. Le nostre radici, la nostra storia, i nostri errori. Costruiamo un mondo migliore.

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