mercoledì 9 gennaio 2013

Diamogli un taglio

Oggi sono andata al Cup a prenotare una terapia - nulla di grave, per fortuna - per cui avevo un'impegnativa "urgente" da parte di un medico dell'ospedale, che va fatta in tre volte successive. La signora allo sportello, molto gentile, mi dice: «La prima la possiamo mettere il 5 febbraio». Io, tra me e me pensavo che, in fondo, non era una grande attesa. Poi la conversazione è proseguita in questo modo: «Guardi, per la seconda ho posto a fine aprile. Sa, quella di febbraio era una rinuncia». «Io, però, dovrei avere il secondo appuntamento a tre settimane dal primo». «Lo faccia presente al chirurgo quando va la prima volta». Vorrei capire cosa ne può il chirurgo. Ma questo non l'ho detto alla signora del Cup.

Tra due mesi torneremo a votare. Ho tanti amici e compagni che non credono più nel voto e da anni hanno scelto di disertare le urne. Io continuo a ritenere che sia importante, invece, esprimere il proprio parere - anche annullando la scheda se nessuno dei partiti ci rappresenta.

Questi due argomenti apparentemente slegati non lo sono affatto. A me piacerebbe che ciascun elettore attivo pensasse a come sono diminuiti e peggiorati i servizi pubblici in questi ultimi trent'anni - per le persone con uno stipendio normale, s'intende - prima di tracciare quella croce. A me piacerebbe che non si dessero più chance a chi ha governato male e fallito, tranne che nel tutelare gli interessi dei ricchi e potenti.

E mi piacerebbe che lo si pensasse anche prima. Ora che Berlusconi è tornato in tivù come il prezzemolo - domani sera pare andrà persino da Santoro e questo la dice tutta. Ora che Monti è sceso in campo da una settimana e già fa promesse elettorali in controtendenza con se stesso. Ora che Casini basta che ci sia una poltrona e va bene qualsiasi ideologia. Ora che Maroni ha usato la scopa alla Elio e le storie tese e si è ri-alleato con Mr.B. Ora che Bersani ha già aperto la campagna acquisti per tentare di avere i numeri anche in Senato. Ora che... non posso scriverli tutti. Sono troppi.

A me piacerebbe che l'elettore o l'elettrice pensasse ai tagli abominevoli su sanità e scuola operati con l'ascia senza badare a disabili, cassintegrati, disoccuppati, fasce deboli o a quelli sulla scuola, che saremo fortunati se i nostri figli impareranno ancora a leggere. Che ci pensasse mentre pensa anche agli stanziamenti colossali sulle grandi opere inutili, sulle missioni di "pace", sulla cementificazione del territorio, sui rigassificatori - investimenti sulla differenziata mai eh? Giusto qualche volantino con cui pulirsi la coscienza - sugli aiuti alle banche e via dicendo.

Diamogli noi un taglio, visto che loro son come bambini incapaci di capire quando è basta.


2 commenti:

  1. Approvo fino all'ultimo ASCII. E mi spiace sempre più sentire la gran massa di persone che sceglie di manifestare la propria disapprovazione alla politica evitando di votare.
    Ho partecipato a uno sciocco concorso fotografico dove vince chi viene più votato. È ovvio che chi partecipa inizia a costringere amici parenti e conoscenti a collegarsi al sito per farsi votare. È ovvio che poi non vince il fotografo migliore ma semplicemente quello che ha più amici votanti.
    Se tutti votassero le cose cambierebbero... Se tutti votassero annullando il proprio voto i fotografi da strapazzo non conquisterebbero neanche il premio di consolazione... Invece così votano pochi, solo gli interessati, e permettono a un Sistema indegno di sopravvivere.
    Ecco, ognuno ha il proprio sacrosanto diritto di fare o non fare ciò che crede, ma se c'è una cosa che desidero per il futuro è proprio un'enorme massa di gente che dica "E mo' basta aò!" al proprio seggio elettorale.

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