sabato 2 febbraio 2013

Una cicogna a bassa velocità

Il corteo passa davanti all'ospedale
Tira vento e fa freddo oggi a Susa. Ci sono 500 persone in corteo. La manifestazione "Passeggiata con la cicogna" è stata indetta dal Comitato mamme che hanno partorito a Susa per protestare contro la paventata chiusura del reparto di ostetricia dell'ospedale cittadino. 

Striscioni e bandiere
La Regione smentisce di volerlo chiudere e nel comunicato ufficiale che ha emanato a metà gennaio (http://www.regione.piemonte.it/notizie/piemonteinforma/diario/l-ospedale-di-susa-non-chiude-anzi-sar-potenziato.html) spiega che manterrà il punto nascite e che altri reparti saranno potenziati anche in previsione del futuro cantiere per l'alta velocità Torino-Lione (che ci si aspetti molti incidenti sul lavoro?). La preoccupazione resta poiché il punto nascite di Susa potrà accogliere solo le donne che avranno un parto fisiologico mentre ogni donna con ogni presunta complicazione sarà mandata a Rivoli. Questo significa che il prossimo anno si potranno contare la metà dei parti dell'anno appena passato e un ridimensionamento o una cancellazione sulla logica dei numeri sarà ancora più giustificabile.

Gemma Amprino e Mauro Galliano
discutono.


Il corteo è aperto dalla banda di Novalesa. Poi ci sono le mamme del comitato, i loro bambini, le ostetriche e parte del personale dell'ospedale. Ci sono anche alcuni amministratori tra cui il presidente di Comunità montana Sandro Plano, il sindaco di Chianocco, il vice di San Didero e assessori di Sant'Ambrogio, Avigliana e Vaie.
C'è anche la sindaca di Susa, Gemma Amprino che viene accolta con qualche polemica dalle anime No Tav (la grande maggioranza) che le contestano di volere un'opera che toglie risorse anche ai servizi. Lei dice: «Sono qui perché ritengo l'ospedale un servizio indispensabile per tutti i cittadini in tutti i suoi reparti attualmente esistenti. Ostetricia è importante per tutte le donne valsusine che devono avere la possibilità di partorire qui e avere assistenza. Il problema di base è uscire dalla logica dei numeri e unire pertanto il punto nascite si Susa con Rivoli per poter mantenere vivo questo servizio essenziale».

Il corteo
Il legame "se si fa il Tav ci sono meno risorse per i servizi" pare palese al consigliere regionale Davide Bono, M5S, che strappa applausi alla folla quando ci si ferma davanti al municipio. Pare chiaro anche a Plano che sottolinea: «Questa è una delle tante clamorose prese in giro in termini di compensazioni. Chiudere l'ospedale che è un nostro diritto è come concedere in uso i soldi del patto di stabilità che sono soldi nostri. Vogliono far passare queste cose come compensazioni del Tav ma non lo sono, come la smart-valley che è una compensazione autostradale. Ci sono tanti problemi e si vuole andare a chiudere una struttura che funziona e che dà un servizio eccellente anche in termini di cortesia e umanità».

Il corteo in via Palazzo di Città

Il corteo è colorato, allegro. Alla fine ci sono cioccolata e vin brulé per tutti. Il messaggio è stato lanciato e l'auspicio è che raggiunga i palazzi. Ostetricia non può chiudere perché è il riferimento per tutta la valle da Bardonecchia ad Avigliana. Ostetricia non può essere depotenziato perché le valsusine hanno il diritto di partorire non troppo lontano da casa anche se non hanno la fortuna di avere un parto-tipo, senza necessità di induzione, senza cesareo, senza la minima complicazione ed esattamente tra la 38esima e la 40esima settimana. Ogni parto fa storia a sé e chi ha partorito a Susa (io confermo per doppia esperienza personale) sa come sia importante poterlo fare.

Il Comitato delle mamme
La banda di Novalesa


L'ostetrica Stefania
(che è anche stata la mia ostetrica)

La partenza


Bimbi

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