Olga, moldava, aveva 46 anni quando è stata strangolata dal suo italianissimo fidanzato Michele Castaldo.
Reo confesso dell'omicidio è stato in primo grado condannato a 30 anni (l'ergastolo se l'è scampato confessando). In appello la pena è stata ridotta a 16 anni. Perché era in preda a una "soverchiante tempesta emotiva e passionale". Potrebbe, per buona condotta, risparmiarsi altri 45 giorni ogni sei mesi. Che, così a occhio, sono circa 4 anni. Altro che tredicesima.
Lei voleva vivere. Non aveva fatto nulla di male.
Lui l'ha uccisa. Strangolata a mani nude. Ma siccome "era in preda a una soverchiante tempesta emotiva e passionale" tra 12 anni potrebbe di nuovo essere in giro a seminare altre soverchianti tempeste emotive. Conoscendo il sistema, probabilmente prima. D'altronde la tempesta emotiva era soverchiante. Mica cazzi.
Da uno Stato che ha abolito il delitto d'onore nel 1981 (qualche decennio dopo il Medioevo, diciamo), non ci si può aspettare nulla di diverso. Mi stupisco che non l'abbiano mandato a casa togliendoli tre punti dalla patente.
Ogni giorno una donna muore per mano di un marito, fidanzato, fratello, padre, amante. Non fa neanche notizia se ci sono un mini-Tav che incombe o un Ronaldo infortunato a riempire i 30 minuti di tiggì.
Noi mamme siamo le uniche che possiamo davvero fare la rivoluzione culturale necessaria, crescendo figli maschi che sappiano gestire le tempeste emotive con il cervello anziché con le mani.
Sul presente e sull'applicazione del diritto, della legge e dell'equità di genere credo di aver perso ogni speranza.
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