lunedì 21 febbraio 2022

Non è male

Non mi ricordo più cosa sognavo di diventare da grande quand'ero molto piccola.

Il primo ricordo che ho, della mia infanzia, è del giorno in cui mio padre mi insegnò ad andare in bicicletta senza le rotelle. Dovevo avere su per giù tre o quattro anni. Andavo su una mini bicicletta bianca e arancione, nei primi anni '70 ignara del presente e del futuro. E' un ricordo vivido e non uno di quei ricordi che restano dentro solo a forza di raccontarli. Che magari neanche lo ricordi ma te lo hanno detto tante volte che ti ci sei convinto.

Ricordo anche, ma non saprei dire l'età, che una volta ero nel prato dietro casa di mia nonna Paola con mio cugino Alessandro e lui inavvertitamente mi diede una gomitata sul naso e il naso cominciò a sanguinare assai. Tornammo e nonna mi fece sdraiare sul divano con la testa in su cercando di fermare l'emorragia.

Poi, gli altri ricordi che ho saltano decisamente tutti dalle elementari in poi.

Mi sono resa conto che ho una memoria decisamente selettiva. Non so chi di voi abbia visto il cartone animato Inside out, ma l'omino con l'aspirapolvere nel mio cervello è una massaia decisamente più efficiente della sottoscritta. Riesco a ricordare un libro per decenni e, a volte, mi scordo interi periodi della mia esistenza.

Comunque, non mi ricordo più cosa sognavo di diventare da grande quand'ero molto piccola.
Alle medie mi sono convinta che sognassi di diventare veterinaria per grandi animali.

Non sono diventata veterinaria e la vita mi ha portato percorsi che sicuramente da piccola non immaginavo. Non che sia andata troppo male, alla fine. A volte, però, mi chiedo che veterinaria sarei stata e se sarei stata capace a curare i cavalli o far partorire le vacche.

Alla fine, di animali mi sono circondata lo stesso. Se stanno male li porto da chi li sa curare e mi godo il loro affetto. E non è male neanche questo.






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