martedì 2 ottobre 2012

Di tutte le ricchezze

Di tutte le ricchezze
Era tra le mie mani ieri mattina, dono di un'amica cara che ringrazio, e stanotte, strappando al buio le parole di pagina 207, si chiudeva tra quelle stesse mani. Di tutte le ricchezze. La più recente fatica letteraria di Stefano Benni, uscita sabato scorso. Lo dico sempre ma ogni nuovo romanzo è un gioiello. E così ancora una volta mi sono ritrovata a leggere senza poter smettere, felice perché assaporavo quelle frasi farsi vive nella mia mente e triste perché ogni pagina letta avvicinava la fine del libro.

E allora perché lo fai? Lo faccio perché non si lotta mai abbastanza.

Tra le protagoniste del libro...
Ci sono libri che è facile descrivere, riassumere. Altri, se lo fai, perdono tutta la loro magia. Altri ancora, come questo, che non ha senso riassumere poiché è la loro interezza a renderli speciali. Così non si può dire di un vecchio professore brontolone, di una simpatica Dyane, del passato e del presente, dell'amore e della vecchiaia senza togliere un brandello d'anima a quelle righe. Si può dire dell'ironia con cui Benni affronta sempre passato, presente e futuro. Si può dire della spruzzata di speranza e di meraviglia, che sempre nascondono qualcosa e non si può saltare le parole. Anzi talvolta è bene leggerle anche al contrario per gustarle appieno.

Ma nulla spaventava il ministro Biondello (anche lui uomo di molti difetti e virtù). Nato in un paese attiguo a Borgocornio, si era fatto onore. Già sei avvisi di garanzia in una sola legislatura, abuso di atti di ufficio, concorso in associazione mafiosa, peculato eccetera. Ogni volta, schivata la pena, ripartiva per un nuovo appetitoso reato. Era famoso per la frase "Sveltiamo la pratica", che voleva dire concedere permessi edilizi in cambio di inevitabili tangenti. Il capolavoro di Biondello e dei suoi protetti era un tunnel di tre chilometri costruito con i soldi dei contribuenti in un luogo deserto dove non c'era, e forse mai ci sarebbe stata, alcuna strada. Ora giaceva come un colossale serpente di cemento, in mezzo alla campagna, ed era detto appunto Galleria Biondello. Il prossimo progetto era una diga in un posto ove non vi fosse acqua.

Butto lì un passaggio ma il viaggio è anche amore, riflessione, risate e lacrime e un grosso cane chiamato Ombra, che non rispetta l'undicesimo comandamento del dodecalogo del cane (ma per sapere qual è vi toccherà di leggere il libro). Il mio è un giudizio di parte. Un'opinione di chi, nella libreria in rigoroso ordine sparso, ha diverse decine di centimetri occupate dai libri di Benni. Di chi Baol l'ha letto dozzine di volte. E Terra!, Elianto e Saltatempo che sembra la storia della valle di Susa. Adesso che ci penso ho prestato a qualcuno Achille PièVeloce e non mi è mai tornato indietro. Anche Saltatempo. Tornate miei amati. Sentite il mio richiamo.

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