giovedì 18 ottobre 2012

Selezione sociale

Cremaschi a Bussoleno
Ieri sera, nella sala consigliare bussolenese, si è svolta un'assemblea alla quale ha partecipato Giorgio Cremaschi, leader Fiom, per lanciare il "No Monti day" del 27 ottobre a Roma.

Devo dire che raramente nella vita mi sono trovata d'accordo con un oratore per l'intero contenuto del suo intervento, ma ieri sera con Cremaschi è stato così. Sono le parole che mi aspetterei di sentir dire da un leader di sinistra. Non che non vada bene ascoltarle da un sindacalista ma sarebbe meglio se dietro di lui non ci fosse il vuoto.

Cremaschi ha aperto il suo intervento dicendo ai valsusini come la lotta al Tav Torino-Lione sia importante per tutta Italia. Non solo per il merito della questione ma anche per il livello di maturazione raggiunto dai cittadini. «Se ci fosse in tutta Italia questa maturazione li avremmo sbancati tutti».

L'inciso seguente è stato dedicato al lavoro. Non più lavoro a tutti i costi, come si intendeva una volta ma «un lavoro dignitoso che non faccia ammalare né chi lavora né chi sta attorno al lavoro». Taranto insegna.

La questione sulla quale mi sono trovata particolarmente concorde con Cremaschi riguarda, però, la gestione politica della fase attuale da parte della nostra classe dirigente. Da una parte si alimenta la povertà e il degrado e dall'altra si punta sulle grandi opere inutili. «Non è un caso e non è un primo tempo - ha detto il leader Fiom - Vogliono proprio questo. Vogliono abituarci a questo. Chi ci governa ha in mente un progetto di società in cui l'uguaglianza non esiste più. Vogliono abituarci alla "selezione sociale" sulla base di un presunto "merito". Fallito il modello economico che hanno portato avanti, pensano non di abbandonarlo ma di difenderlo rendendolo ancora più feroce».

Il "merito" che permette di ottenere diritti essenziali: scuola, salute, lavoro. Non più punto di partenza ma punto di arrivo dell'esistenza.

Ci prova Cremaschi. «Dobbiamo costruire una risposta insieme a tutti coloro che lottano e non si arrendono. Ci vuole una vera opposizione perché Monti non è una parentesi. Ci sono altre piattaforme ma non hanno voce. Non le ascolteranno mai finché non metteremo in discussione il centro del potere».

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