martedì 23 ottobre 2012

Blindatissimo

Blindato. Blindatissimo. Per essere un convegno voluto non per parlare di Torino-Lione ma di sviluppo si è parlato tanto di Tav. Per essere un convegno per superare le contrapposizioni preconcette si è rimasti piuttosto sulle proprie posizioni preconcette. Io penso. Ma, siccome sono convinta che le opinioni debbano crearsi analizzando i fatti e non viceversa, del convegno del Pd intitolato "Val di Susa: ora lo sviluppo" (che si è svolto ad Avigliana ieri) vi dirò attraverso le dichiarazioni dei protagonisti raccolte dalla mia penna.

Spintoni del mattino
Quello che si può aggiungere ai fatti è che c'era un dispiegamento di agenti inimmaginabile per un semplice convegno e che quando sono arrivata (intorno alle 8,45) un gruppo di quegli stessi agenti stavano allontanando un così ridicolo numero di manifestanti No Tav a spintoni (in quel piazzale gigantesco) che la situazione sembrava surreale. 

Si può aggiungere che non solo i giornalisti ma persino gli stessi relatori del convegno e gli amministratori che volevano essere presenti hanno fatto fatica ad accedere alla sede del convegno stesso, tanto da dover cominciare in ritardo.

La sottoscritta è entrata solo grazie all'intervento di un volto noto della Digos torinese, sempre presente alle manifestazioni valsusine, che mi ha riconosciuta e aiutata a superare la barriera di agenti in assetto antisommossa.
Il blocco e Alberto Perino

Così, la prima dichiarazione che ho raccolto ieri mattina è stata quella di Alberto Perino: «Tutto questo è di uno squallore unico. Vorrei sapere quanto costa in spese per l'ordine pubblico questo convegno aperto al pubblico e vietato alla gente. Solo il Pd poteva fare una cosa del genere contro la valle». La seconda, di segno opposto, è stata quella di Antonio Ferrentino, sindaco di Sant'Antonino e organizzatore del convegno: «L'ordine pubblico non lo gestisco io. Noi abbiamo chiesto che si potesse entrare essendo aperto al pubblico. E' una cosa incredibile perché questo non è un convegno sulla Torino-Lione».

Per il resto, non posso che riportare alcune dichiarazioni di alcuni dei relatori. Sono piccoli stralci che non hanno la pretesa di essere esaustivi né della giornata né degli interventi stessi ma danno un'idea di quanto detto e ciascuno potrà approfondire come crede.

Silvia Fregolent, capogruppo Pd in Provincia: «Importante parlare di lavoro perchè è un'emergenza nazionale. Qui, lavoro significa anche Tav e in democrazia non possono esserci argomenti tabú».

Alcuni dei relatori
Stefano Esposito, parlamentare Pd: «Non è un convegno sulla Torino-Lione, che è solo un pezzo della complessa tematica del lavoro. Qui abbiamo offerto un parterre per parlare di lavoro e chi rinuncia, sbaglia. Vogliamo anche discutere di opportunità e rapporti con il territorio. Si contesta il governo quando fa i tagli e non lo si loda quando stanzia 800milioni per l'unica grande opera. Vogliamo capire se gli attori del territorio pensano che questa possa essere un'opportunità. Vorremmo poter discutere senza spiegamenti di forze immensi oltre che costosi».

Gianfranco Morgando, segretario Pd Piemonte: «Abbiamo provato più volte a spostare l'attenzione dalla contrapposizione Tav sì/no allo sviluppo e questa volta ci siamo riusciti. Sulla Torino-Lione sono stati raggiunti risultati che rendono la realizzazione dell'opera un fatto definito e compiuto. Per la trasformazione dell'opera in un'opportunità ci vorrà ancora del tempo ma possiamo guardare al futuro».

Luigi Chiabrera, presidente della Turin Marathon ed ex presidente dell'Atl Montagnedoc: «Per il raddoppio del tunnel del Frejus e per il Tav non deve succedere come l'autostrada dove siamo stati traditi con qualche marciapiede e qualche campo da calcetto. Questo convegno è un momento per riprendere un discorso che si è interrotto prima delle olimpiadi. I territori di transito devono essere anche oggetto non di compensazioni ma di grandi progetti strategici di sviluppo».

Ancora Ferrentino: «Dobbiamo andare oltre la sterile contrapposizione e ribadire che si può lavorare insieme anche pensandola diversamente su un singolo argomento. Faremo delle proposte per lavorare su diversi fronti tra cui il turismo. La valle di Susa dev'essere un territorio agibile alla politica. Proviamo a realizzare un tavolo di lavoro tra le varie forze politiche e sindacali e gli attori sul territorio. Chiediamo garanzie per questo territorio ma in valle di Susa lo sviluppo è possibile».
Improta e Fassina

Guido Improta, sottosegretario ai trasporti: «A marzo di quest'anno il governo Monti ha voluto ricominciare da zero ripassando in rassegna tutti gli studi e le proiezioni sulla Torino-Lione e talvolta chiedendone altri. Le risultanze di questo processo hanno confermato la necessità di procedere, con piena convinzione, alla tempestiva realizzazione dell'opera». Improta ha definito essenziale la spinta europea verso una riduzione dell'impatto sull'ambiente e il trasporto modale e riguardo la decisione di procedere in un momento di forti tagli su altri capitoli del bilancio, tra cui il welfare, dice: «Quel tipo di servizi deve trarre le risorse da una maggiore qualificazione e razionalizzazione della spesa e dalla lotta all'evasione. E' giusto soddisfare questo tipo di richieste ma non sottraendo risorse agli investimenti. Per questa ragione, nonostante la situazione complessa, abbiamo stanziato per la Torino-Lione 790 milioni di euro».

Antonio Saitta, presidente della Provincia: «Siamo stati i primi a chiedere una progettazione che tenesse conto del territorio e che ne prevedesse lo sviluppo. L'attuale progetto Tav non ha nulla a che vedere con quello vecchio ed è molto più tutelante. Sono stati ottenuti grandi risultati che vanno a merito di chi ha lavorato seriamente. Il quadro è mutato e se non ci fossero state le opposizioni pregiudiziali, parte di quel piano di sviluppo sarebbe partito».

Stefano Fassina, responsabile nazionale economia e lavoro del Pd,: «Noi non vogliamo lasciare sola la valle di Susa ma vogliamo dare un gran sostegno alle forze produttive, agli amministratori e alle forze dell'ordine che consentono alle aziende di lavorare. Oggi era un momento per discutere e dover attraversare posti di blocco delle forze dell'ordine ha un carattere di eccezionalità che non esiste in nessun altra parte d'Italia. Esiste una questione democratica e, a tutti i livelli, bisogna lavorare perchè si perda questo carattere di emergenzialità». Fassina ha "bacchettato" il Governo per le politiche che sta portando avanti, che a suo parere non danno i risultati sperati. «Lo sviluppo deve essere l'obiettivo primario - ha proseguito Fassina - anche passando attraverso le infrastrutture. Dobbiamo rimettere al centro l'economia reale. Sappiamo bene che ci sono problemi di risorse e non si possono fare i miracoli ma è necessario capire se esiste una strategia e fare le nostre scelte. Se ci fosse un'attenzione alle imprese di questo territorio in relazione al Tav sarebbe un segnale positivo. Di qui, il tavolo di confronto lanciato da questa sede può essere una prima risposta». 



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