sabato 1 novembre 2014

Halloween e Colombo

Halloween. 
Stamattina, leggendo i commenti di alcuni amici e conoscenti su questa festa, mi è venuta da fare una piccola riflessione. Prima di tutto sulla festa in sè. Halloween non è una nostra festa ma, a dirla tutta, neppure una festa statunitense perchè la tradizione vera è anglosassone. Si festeggiava Ognissanti intagliando rape e mettendoci dentro un lanternino ma siccome gli americani le rape non ce le avevano e, invece, avevano un sacco di zucche si sono presi una licenza poetica. Solo recentemente ha preso la dimensione di festa dedicata soprattutto ai bambini e solo in alcuni Paesi. Era un modo per celebrare l'arrivo dell'inverno, per allontanarne la paura. In qualche modo la festa inversa rispetto all'Ors di Mompantero.

Halloween non è una nostra festa, va bene, ma la rilevanza di questo fatto è nulla. I pomodori li mangiamo eppure non sono una nostra verdura. Senza Colombo, i navigatori e la loro ostinazione non avremmo neppure il mais. É l'effetto della globalizzazione. Lamentarsi che non sia una nostra festa, a mio parere, è inutile e antistorico.

Poi ci sono alcuni cattolici che sostengono che Halloween non sia da festeggiare perchè è la festa del diavolo, perchè si sbeffeggia la morte. Curioso, da parte di una religione che sostiene che risorgeremo tutti in un tempo da definirsi e che celebra con la santità la morte di persone crocifisse, spellate vive, lapidate, morte di lebbra, torturate con le frecce e le mette in mostra, così oltraggiate, in tutte le chiese attraverso quadri e affreschi. Ogni festa, dalla notte dei tempi, sbeffeggia la morte, o l'inverno o il buio o le cose brutte della vita, perchè è proprio attraverso un momento lieto e collettivo che quelle cose riescono a far meno paura. Altrimenti a che serve una festa?

Halloween indurrebbe alla violenza, educherebbe alla violenza. Stamattina ho letto anche questo. Io non riesco a capire come si possa dire che vestire da fantasma, da scheletro o da strega il proprio figlio o la propria figlia induca alla violenza. Invece, comprare loro pistole giocattolo, insegnargli che il vicino di casa extracomunitario è un bastardo che viene in Italia a rubare il lavoro o a violentare le donne, permettergli di giocare a giochi di guerra sulla Playstation o mille altre cose sarebbe educazione alla nonviolenza?
Halloween è una festa per bambini, qui da noi. É chiaro che poi ci siano gli adolescenti che, non avendo grandi alternative e neppure fantasia, cercano una paura più grande, fanno scherzi idioti. Ma succede anche a carnevale. Succede anche senza che ve ne sia il pretesto. L'adolescenza è sicuramente più spaventosa di Halloween.

Dolcetto o scherzetto? Stamattina ho letto di persone infastidite dal suono dei campanelli. Un piccolo fastidio, una sera l'anno, per (forse) qualche ora. Invece non diciamo niente quando in vista di capodanno si comincia a scoppiare petardi quindici giorni prima e si prosegue per quindici giorni, a qualsiasi ora, cosa che oltretutto terrorizza gli animali di casa.

Oggi o domani, mentre andrete a mettere il vostro crisantemo, pagato trecento volte il suo prezzo, sulla tomba dei vostri cari - questa sì, tradizione italiana e cattolica - pensate che andrebbe fatto per una forma di rispetto nei confronti di chi non c'è più. Quel medesimo rispetto usatelo nei confronti delle tradizioni di tutti. Secondo me, male non può fare.


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