Il problema di scrivere un blog ogni sera è riassunto nel fatto che quando mi siedo per scrivere gran parte delle riflessioni che ho fatto nella giornata, esse sono svanite.
Dovrei avere un registratore per scriverle quando mi vengono. E anche un software che, data la registrazione, la trasforma in un testo.
Perché mettiamo che io faccia, in tutto, venti minuti di riflessioni. Esse si trasformano in un milione di righe. Nessuno ha voglia, se non per masochismo, di leggere un testo che nella testa si trasforma in venti minuti di parlato.
La mia lotta contro coloro che non hanno il dono della sintesi ha attraversato tutta la mia vita. Ci sono persone che per sviluppare un concetto semplice (è successo A dunque B) ci mettono mille mila minuti, aprendo una serie infinita di parentesi la maggior parte delle quali non solo completamente inutili ad argomentare il concetto ma, spesso, inutili in assoluto.
Mia mamma è così. Comincia a dirmi una cosa e per ogni soggetto, verbo o complemento oggetto apre settecento parentesi.
Provo a fare un esempio. Concetto da dire: oggi ho visto X, ti saluta.
Sviluppo: Sai chi ho visto oggi? X! Erano mesi che non lo vedevo perché ha avuto un problema di salute, non grave per carità, capita a una certa età. Tra l'altro la stessa cosa era già accaduta a Z e se l'era cavata con una terapia. Te lo ricordi Z? No? Ma sì, dai, eri piccola ma era il marito/moglie di W, che ti portava sempre la caramella alla menta quando veniva a trovarci. Adesso che ci penso a te non è mai piaciuta la menta. Ma se vieni a pranzo domani ti faccio la peperonata che ne sei sempre stata ghiotta. O non ti piace più? Ah, meno male. Comunque, alla fine Z è morto. Te l'avevo detto? Non importa se non te lo ricordi ma non è morto di quella patologia. Era anziano/a. Tra l'altro quando vado dal medico è sempre pieno di anziani. Ah, devi andare? Comunque X ti saluta.
Mamma a parte, cui voglio bene a prescindere dalla difficoltà di comprendere dove vuole arrivare nelle conversazioni, io amo chi ha il meraviglioso dono della sintesi. Ma, soprattutto, amo chi lo sa usare.
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