Mentre Salvini ci conforta dicendo che non parteciperà al 25 aprile e, dunque, nessuno di noi dovrà farsi venire il mal di stomaco in piazza, il suo collega Di Maio ci spiega l'importanza di questa festa.
Lo ringrazio ma mi viene il dubbio che quelle quattro righe sensate di dichiarazione gliele abbia scritte qualcuno, visto che lui è lo stesso Di Maio che fa da spalla al collega destrorso sui porti chiusi e lo stesso che lo ha sostenuto in parlamento votando no all'autorizzazione a procedere nei suo confronti, poiché indagato di aver violato i diritti umani di numerose decine di migranti. Oh, è anche lo stesso che sostiene il decreto sicurezza. Che ritiene "un po' rigido" il decreto Pillon.
Mi viene da pensare che quelle quattro righe le abbia imparate a memoria ma che nel suo cervello non abbiano finalizzato nessun ragionamento.
Molti anni fa ho avuto la fortuna (o la sfortuna, a seconda dei punti di vista) di insegnare informatica nel liceo in cui mi sono diplomata. Ai miei allievi non ho mai negato l'utilizzo di qualsivoglia appunto o libro di testo perchè sono convinta che uno possa anche avere sotto mano le regole ma se poi nel suo cervello non si sono trasformate in meccanismi, averle a disposizione non serve a nulla.
Oggi, leggendo le dichiarazioni del pentastellato vicepremier mi è tornato in mente tutto questo.
La Resistenza ha portato a scrivere la nostra bella Costituzione. Tuttavia, oggi la bistrattiamo calpestandone i principi fondamentali. Al punto che diversi governi hanno cercato di modificarla per "adattarla" ai nuovi principi fondamentali odierni: l'egoismo, la centralità del denaro, il patriarcato, lo sfruttamento delle fasce deboli.
Citare la Costituzione "fa fico e non impegna" si direbbe. Averla letta una o due volte sarebbe bello. Saperla addirittura calzare sulla realtà che viviamo, beh, sarebbe eccellente.
Mi pare, sfortunatamente, un risultato insperato.
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