Giorno uno.
Stamattina pioveva e ne abbiamo tutti approfittato per poltrire un po' di più. Generalmente io mi alzo piuttosto presto e vado a prendere posto in spiaggia per evitare di piazzare gli asciugamani in centro al paese. Non lo faccio costringendomi ad alzarmi presto. Lo faccio perché mi piace godermi la spiaggia la mattina quando ancora tutta la folla sta cercando di smaltire la serata antecedente. Il mare è splendido, pulito, fresco.
Mio figlio maschio mi presta la maschera 180° e io inseguo pesciolini e mi diverto come una bambina.
Il mare, la mattina, è persino tollerabile.
Poi, verso le undici, quando la spiaggia si popola io vado via, faccio la spesa e torno a casa a preparare il pranzo.
I ragazzi stanno in spiaggia. Hanno gli amici e stanno in acqua ore. A me, il mare, quando c'è tanta gente non piace più.
Mi infastidisce.
Dopo pranzo, generalmente, dormo. Fin quando non è abbastanza tardi da rendere nuovamente il mare tollerabile. O faccio i cruciverba. O entrambe le cose.
Quest'anno c'è anche la mia mezza mela.
Oggi faceva brutto perciò lui ha poltrito mentre io e mio figlio maschio siamo andati in giro. Nel pomeriggio, quando ha smesso di piovere, siamo andati in spiaggia e ho fatto il primo microbagno della stagione. C'era pochissima gente. Si stava persino bene.
Ma i pescetti ci sono solo di mattina.
Di pomeriggio, secondo me, hanno una tana anti-tamarri in cui si rifugiano per sopravvivere.
Mentre andavamo in giro, stamattina, due ragazzini mentre chiacchieravano hanno buttato per terra una bottiglia di plastica. Volevo dir loro qualcosa. Invece non l'ho fatto. Ho solo detto al mio figlio maschio che se il mondo non sta bene è anche per colpa di gente come loro.
A volte i ragazzi fanno cose stupide.
Bisognerebbe che ci fosse sempre qualcuno a dir loro che lo sono.
Invece purtroppo non succede.
Forse dovevo dir loro qualcosa.
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