Capita così, che alla soglia dei cinquant'anni mi accingo per l'ennesima volta ad elaborare il mio curriculum vitae. Questa volta, utilizzando il graphic design invece del semplice, buon vecchio Word.
Ho pensato che, nel frattempo, potrei ricominciare a dare ripetizioni. Di matematica nello specifico, ma anche del resto se l'allievo rientra nella sfera delle scuole medie. Perciò, se conoscete qualcuno che ne ha bisogno dategli pure il mio numero di telefono. Posso assicurare che non farete brutta figura. Lo so che può sembrare immodesto ma ho diversi allievi che possono testimoniare in mio favore.
Torniamo, però, al curriculum vitae.
Che sembra facile da stilare ma che fa sorgere sempre alcuni dubbi. Ci sono, a volte, mestieri che hanno permesso di apprendere determinate competenze ma che escono, per così dire, dal campo lavorativo generale. Sarà bene metterli? Se da un lato l'eclettismo dovrebbe essere apprezzato, dall'altro può apparire come una perdita di tempo.
Le esperienze lavorative è bene metterle tutte? Perché, alla fine, alla ricerca di un lavoro che non ha necessità di grandi competenze si potrebbe apparire "troppo qualificati".
Ma se si è in cerca di un lavoro e di una fonte di reddito, ogni mestiere giustamente retribuito è valevole di attenzione e di impegno.
Insomma, il curriculum vitae, a una certa età, è un piccolo parto.
Passare il pomeriggio alla scrivania è stato, però, divertente. Perché ho potuto prendermi tutto il tempo per valutare la grafica e il testo e pensare alle parole. E a me piace pensare alle parole. Scegliere i termini.
Alla fine, lo scrittore che è in me si è svegliato.
Ognuno ha i suoi tempi.
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