Stasera io e la mia mezza mela siamo talmente stanchi da aver perso la tridimensionalità del nostro corpo. Ci muoviamo spiaggiati da un luogo all'altro come i poligoni di Edwin Abbott.
Se non l'aveste mai letto, Flatlandia, lo consiglio. A me è piaciuto molto. Parla di un mondo a due dimensioni che viene a contatto con una sfera (tridimensionale per definizione). Naturalmente un essere bidimensionale non ha accesso alla terza dimensione e, dunque, ha difficoltà enormi a capirla e ad accettarla.
E' una metafora adatta ad un sacco di questioni.
Ma stasera sono talmente bidimensionale che lascio a voi le più disparate fantasie.
Domattina spero di riuscire a ignorare la sveglia automatica dentro di me e dormire almeno fino alle nove. Le dieci sarebbe fantastico.
Ora, se davvero vivessi a Flatlandia, non potrei sdraiarmi sul divano, ma soltanto avvicinarmi ad esso.
Per fortuna, invece, pare che esso sia comodo e cicciottoso come sempre. Sfrutterò questi ultimi istanti di tridimensionalità per sdraiarmici e godermi mezz'oretta di sonno davanti alla tivù.
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