mercoledì 15 gennaio 2020

Inutilmente critica

Facendo la felicità del quadrupede canide di casa, in queste mattinate a casa sto andando a fare qualche passeggiata nei dintorni di casa.
Giusto quei 40/50 minuti a piedi, che per il canide si trasformano in 24 chilometri visto che va avanti e indietro continuamente facendo almeno sei volte la strada che faccio io.
Le condizioni meteorologiche stanno dalla nostra parte e ci consentono passeggiate quasi primaverili, soprattutto intorno alle 11 del mattino.
E' assai sconcertante, ogni volta, vedere la quantità di immondizia varia ed eventuale che si trova ai lati del sentiero.
Io non riesco a capire perché un essere umano debba fare chilometri fuoristrada con un mezzo di una certa dimensione per scaricare in natura porcherie di ogni tipo, che nella gran parte dei casi (chiamando il numero verde dell'Acsel) andrebbero a prendergliela a casa gratis.
Non mi capacito del fatto che esistano cervelli di così piccole dimensioni.
Poi, rifletto sulla semplice differenziata.
Dando rapidi sguardi ai cassonetti della nostra avanzata provincia, vedo la carta buttata nell'apposito cassone avvolta da sacchetti di plastica (ma perché?), lattine con il vetro (che saranno almeno dieci anni che si conferisce con la plastica) e, nei cassonetti aperti, qualsiasi cosa in qualsiasi cassonetto.
Ci lamentiamo continuamente di ogni cosa e poi non sappiamo distinguere un oggetto di carta da uno di plastica o da uno di vetro?
Poi, riflettendo, apro Facebook e leggo alcuni dei post che appaiono sul mio muro virtuale. Oppure vado in giro e ascolto i discorsi della gente.
E non mi stupisco più di nulla. 
Neanche dei risultati delle elezioni.
Figuriamoci della carta buttata via nei sacchetti di plastica.

Per fare da colonna sonora a questo post inutilmente critico e fine a se stesso non poteva che esserci un brano non critico e per nulla fine a se stesso. Ascoltatevi L'uomo nero di Brunori Sas. Vale la pena.


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