domenica 12 gennaio 2020

Giocando s'impara


Quando ero piccola non c'erano molti giochi di società. Il gioco dell'oca, Monopoli, le carte, Risiko, Cluedo, la tombola e poco altro.
Poi per un lungo periodo, i giochi di società, quelli belli, sono stati un po' da nerd con i giochi di ruolo complicati,  le carte strane e personaggi improbabili che diventavano veri e propri avatar del giocatore.
Da qualche tempo ho scoperto che i giochi di società hanno fatto grandi passi in avanti (completamente a mia insaputa).
Ce ne sono un po' per tutti i gusti.
Un amico ci ha proposto, tra gli altri, un gioco che si chiama Dixit, che trovo assolutamente fenomenale. Le carte sono disegni meravigliosi e una di queste è diventata la copertina del post.
L'immaginazione è la chiave che va utilizzata con un po' di astuzia. Divertente e intrigante, questo gioco ha un solo difetto: il tabellone contapunti è sottodimensionato, per i miei gusti. Le partite finiscono troppo in fretta.
Di buono c'è che, come in ogni gioco, di partite ne puoi fare quante ne vuoi.

Mi sembra, ma è una mia opinione assolutamente sindacabile, che la mia generazione abbia un po' schifato i giochi di società.
Tuttavia, forse è ancora così.
La tecnologia con le console e la grafica ad alta definizione hanno sbancato. Principalmente ci hanno isolato ma facendoci credere di far parte di una grande comunità. Perché, alla fine, uno può giocare con tutto il globo (grazie ad internet) senza avere le difficoltà - per contro neppure l'arricchimento e la profondità - di un rapporto umano.

Ciance a parte, il brano di stasera è Erase and rewind dei Cardigans.
Perché ci sono giochi e giochi ma nella vita reale c'è solo il tasto play.







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