domenica 15 dicembre 2019

#18 Maggiorenne

Diciotto e via verso l'adolescenza.
Questo è un countdown. Mancano solo più diciotto giorni alla fine dell'anno. Ci pensate?
A diciotto anni, nel 1988, mi diplomavo, prendevo la patente, ascoltavo la musica trash dell'epoca (che ancora non era trash) e l'heavy metal. 
Mi iscrivevo all'università perché dopo lo scientifico cosa vuoi fare? Avrei voluto fare veterinaria e, invece, ho fatto informatica.
Sono andata a lezione di Analisi 1 e Geometria al Pier della Francesca, svegliandomi a un'ora improbabile del mattino per prendere un bus e due tram. Era giusto davanti all'Amedeo di Savoia, il Pier della Francesca, così se ti drogavi sapevi già che fine avresti fatto.
E sostanzialmente quasi nient'altro.
Nulla che ricordi quanto meno, vivendo nella "provincia denuclearizzata a sei chilometri di curve dalla vita". E non c'erano neanche quelli, in seconda cintura. Solo un bus verde con lo snodo in mezzo che, dopo 50 minuti di viaggio, arrivava a Porta Nuova.
Il Tagadà alla festa del paese una volta l'anno, la battaglia della farina a carnevale, i giri in bicicletta ma senza allontanarsi troppo che è un mondo pericoloso e la gente si approfitta.
I favolosi anni '80. C'era gente che era andata in Tibet in autostop dieci anni prima e io sapevo a malapena dove fosse il Tibet e non facevo l'autostop perché era il modo migliore per finire vittima di un maniaco.
Diciotto anni.
Ero serissima a diciotto anni.
Molto più di adesso.

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