Ho quasi sempre lavorato ascoltando la musica.
Prima ancora, ho quasi sempre studiato ascoltando la musica.
Per divertirmi andavo ai concerti, ascoltavo chi suonava o ci si trovava con la chitarra a cantarne due.
La musica ha attraversato tutta la mia vita.
Ora che lavoro in un posto dove la musica non si può ascoltare canticchio tra me e me e anche il macchinario che uso canta.
La parte da vocalist dice "Simmons" a ritmo. Sibilo, pausa breve, suono basso, altro sibilo. Di base, un tempo composto che un jazzista riconoscerebbe ma io no perché esula dai quattro quarti su cui la mia mente è inquadrata.
Quando canticchiamo insieme, devo rallentare tutti i pezzi perché il macchinario non si distrae mai. Come un serissimo batterista.
Spesso io e la mia mezza mela chiacchieriamo ascoltando musica.
Mettiamo un pezzo a testa oppure no. Oppure facciamo andare Youtube o la radio.
La musica.
Cosa sarebbe questa mia vita senza la musica?
La musica è come la letteratura. E' capace di dire le cose che pensiamo meglio di come le sapremmo dire noi.
Non riesco ad ascoltare musica italiana o brani stranieri che conosco a memoria leggendo un libro perché sono continuamente distratta dalle parole. Posso scrivere perché la mia mente dà priorità al mio pensiero. A meno che la canzone non sia proprio tra le mie preferite. In quel caso, il cervello segue la canzone.
La musica.
Un giorno dovrei provare a costruire una colonna sonora della mia vita.
Ma se per la colonna sonora di un film ci vogliono tra le quindici e le venti tracce, quante ne servirebbero per accompagnare una vita?
Figa l'idea della colonna sonora, dovresti farla Paoletta e non basta un CD allora fai un cofanetto...
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