venerdì 18 ottobre 2019

#75 Lo spaventapasseri

Oggi sono una fucina di idee. Il fine settimana che incombe ha stimolato tutte le mie sinapsi. Così, visto che ho tutta l'intenzione di muovermi da casa il meno possibile potrò cominciare a svilupparle, quelle idee.
Il grosso problema delle idee e dei loro sviluppi è che vengono nei momenti meno opportuni: tardi la sera, mentre sono al volante dell'auto, mentre sto lavorando o sono in altre faccende affaccendata. E non è che si può mollare tutto e dedicarsi a sviluppare le idee.
Bisognerebbe scrivere subito. Almeno una nota. Perché le idee, quando ci ripenso dopo, non sono mai quel lampo che erano quando sono nate. Perché le parole hanno un loro peso specifico. Una parola al posto di un'altra cambia l'effetto.
Quando si parla o, peggio, si discute è impossibile pesare ciascuna parola. I pensieri emergono come il cervello li formula ed escono con molti meno filtri. Ma quando si scrive, no. Quando si scrive si ha il tempo di scegliere il vocabolo più adatto, la perifrasi esatta per descrivere una situazione o uno stato d'animo.

Bando alle ciance.
Ho un quesito da porvi. Come si dice spaventapasseri in piemontese?

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