L'altra sera ho rivisto in tivù un film che avevo visto tempo addietro: The illusionist con Edward Norton.
Oggi, che la giornata è volata in un millisecondo e non ho neanche avuto il tempo di finire tutto quello che dovevo fare, ho ripensato alla sua magia sul tempo. Quando dice che a volte vorremo che il tempo passasse più lentamente e altre volte più velocemente. Lui (che è già un bonone di suo) lo fa velocizzando e rallentando il passaggio di un'arancia da una mano all'altra.
Da qui a fine luglio, per me, il tempo volerà e non sarà mai comunque sufficiente e il mio cervello, abituato ad elaborare piani B (e se serve anche C e D), sta già scartando cose.
Spesso succede che i clienti mi chiedano di produrre cose a loro utili in un tempo inumano (ieri o l'altro ieri, di solito). A loro, dico sempre che ci proverò la prossima volta, quando rinascerò dio e potrò fare i miracoli.
Per il momento non sono ancora capace di farli, così come non posso avere il dono dell'ubiquità.
E' vero che, in certi campi, lavorando sempre sulle emergenze altrui si potrebbe guadagnare (bene?) in termini economici.
Io ho deciso che il mio tempo di vita debba avere un valore.
Ho deciso che, se e quando, deciderò di sacrificare il mio tempo di vita, questo dovrà avere un corrispettivo generoso.
Mi è successo recentemente che un nostro cliente avesse bisogno di una fornitura importante in tempi a dir poco ridicoli. Gli ho fatto il prezzo, considerando che se avessi dovuto stare sveglia la notte per fare le cose quel tempo, per me, andava pagato il giusto. Allora sarei stata sveglia.
Ha trovato qualcuno che lavorasse per meno. Molto meno.
Qualcuno che non solo non ha dormito ma l'indomani ci ha guadagnato poco più di nulla.
Supposto che l'abbiano pagato.
Perché sempre più spesso succede il contrario.
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