martedì 25 settembre 2012

Tivù e romani

Torno oggi per condividere con voi alcune riflessioni riguardanti la televisione. Un paio di sere fa, sul tardi su Cielo, trasmettevano un serial intitolato "Spartacus, sangue e sabbia" (o qualcosa del genere). La trasmissione ha attirato la mia attenzione, nel parterre nullo della programmazione in seconda serata, perché c'erano, diciamocelo, decine di omaccioni muscolosissimi e seminudi che facevano finta di essere gladiatori.
Ora, io non sono certo Alberto Angela e non ho la pretesa di conoscere la vita ai tempi dell'antica Roma come lui, ma la messinscena mi è sembrata subito piuttosto poco aderente a quella che poteva essere la realtà di allora. In una mezzoretta di trasmissione mi sono fatta subito l'idea che il serial non fosse tanto studiato per "illustrare" un po' la storia (assolutamente irrilevante, pare, per gli autori) ma per soddisfare i pruriti di taluni adulti che fanno zapping la sera tardi con la speranza di trovare qualcosa di osé per addormentarsi contenti.
Non che ci sia nulla di male, per carità. Ma, nel frattempo che si osserva piacevolmente muscolosissimi uomini seminudi e unti che combattono o ancelle degne del consiglio regionale romano attuale (nella Roma descritta in tivù le persone non di bell'aspetto non sono contemplate), si potrebbe cogliere l'occasione d'imparare qualcosa.
Insegnare e informare, tuttavia, pare essere sempre meno di moda in tivù. Ma d'altra parte un popolo ignorante e poco informato, ormai lo sanno tutti, è molto più facile da governare con il populismo e le mazzette.

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