martedì 18 settembre 2012

Quattro anelli e una catenina

Quattro anelli e una catenina venduti per una manciata di euro. Un modo come un altro per arrivare a fine mese quando il lavoro non c'è. Crisi significa anche questo. Quattro anelli e una catenina possono valere il part-time di un mese.
Stamattina mentre cambiavo il cinturino dell'orologio c'era chi vendeva i suoi gioielli e i suoi ricordi. Oggi i ricordi si vendono a 30 euro al grammo, domani a 26, dopodomani a 31. Chissà. La quotazione dell'oro cambia ogni giorno ma, chiaramente, non si vende al prezzo a cui si comprerebbe. Il gioielliere che compra l'oro ci deve poi guadagnare. Spesso lo fonde e costruisce altri gioielli. C'è da contare anche il suo lavoro.
Qualche anno fa non era facile trovare un posto dove vendere una catenina, magari ereditata, che non avremmo mai indossato. Ora, in ogni paese si trova la gioielleria che acquista l'oro e lo paga in contanti.
Tutto acquista un nuovo valore quando si fa difficoltà a soddisfare le necessità primarie: nutrirsi, occuparsi della propria famiglia, pagare le bollette, pagare l'affitto. Continuiamo a pensare che non sia un problema diffuso e continuiamo a sbagliarci. La politica non dà nessuna risposta, come se avesse deciso di sacrificare una parte di popolazione, più di una generazione, sull'altare di un'impossibile crescita infinita.
Quattro anelli e una catenina. E chi non possiede neppure quelli?

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