mercoledì 12 dicembre 2012

Se il bosco brucia

Un blog deve essere una cosa viva. Se ci scrivi solo una volta a settimana, si perde un po' il significato. Pertanto mi scuso con i miei lettori (non tanti ma assidui... grazie!) per le assenze prolungate non dovute a pigrizia intrinseca, assicuro, ma a un carico non comune di impegni.

Questa sera voglio parlare del volontariato. In particolare vorrei parlare dell'Aib, associazione che si occupa non solo di anticendi boschivi (da cui l'acronimo) ma anche di protezione civile. In sostanza, se il bosco brucia l'Aib interviene coadiuvando i vigili del fuoco. Così, se c'è un'alluvione, un terremoto, una tromba d'aria o qualsiasi altra emergenza ugualmente interviene. Poi, pulisce i sentieri, le piste tagliafuoco, le sponde dei fiumi e dei torrenti e vigila sul territorio.

Il mio intento non è tanto quello di far conoscere l'Aib perché sono certa che la gran parte di voi abbia un'idea precisa di quanto possa essere preziosa. Quello che vorrei denunciare stasera è quanto lo Stato stia lasciando sempre più sole le associazioni. Ma se una Pro Loco, con tutto il rispetto, viene lasciata sola, nel peggiore dei casi diminuisce la qualità della vita della comunità. Se l'Aib o la Protezione civile vengono lasciate sole, quando la natura decide che ne ha abbastanza, ne va della sicurezza delle stesse comunità, della loro incolumità.

E' frustrante ed estremamente doloroso sapere che le Aib vengono, anno dopo anno, seppellite da quintali di procedimenti burocratici che sarebbero già pesanti per un Corpo dipendente dello Stato ma che sono assurdi e incomprensibili per un'associazione di volontariato. Perché le persone, i cittadini e le cittadine, vogliono bene al territorio ma se sono volontari e ostacolati in ogni modo possono anche decidere di appendere la divisa al chiodo e pazienza. In quel caso, mi chiedo, se brucia il bosco basteranno le squadre di vigili del fuoco? Se la mala-gestione del territorio, con la costruzione indiscriminata di ogni micro-ettaro edificabile, porta ad alluvioni o a frane, basteranno i vigili del fuoco? Se nessuno pulirà le sponde della Dora alla prima piena basteranno i vigili del fuoco?

Il volontariato è certamente una risorsa a cui attingere specialmente in periodo di crisi ma non si dovrebbe pretendere dalle associazioni di volontariato una gestione "aziendale" delle procedure. Non si può chiedere loro un impegno costante come fossero "dipendenti" e poi non sostenerle in alcun modo, almeno sollevandole dalla burocrazia. E non parlatemi di Bertolaso che là il volontariato è lontano anni luce. Se lo Stato, gli enti sovracomunali e, tante volte, anche i Comuni mettono i bastoni tra le ruote al volontariato non c'è alcuna speranza per il futuro. Ringraziare nei discorsi ufficiali la preziosa opera o pulirsi la coscienza con un micro-contributo non basta. Credo sia ora di capirlo.

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