lunedì 17 dicembre 2012

Salviamo ostetricia

Domattina, davanti all'ospedale di Susa, un gruppo di mamme e non, donne e uomini si troveranno per protestare contro la chiusura del reparto di ostetricia. Non è la prima volta che corre la voce di un taglio del reparto, che ha il "difetto" di non avere i "numeri", ovvero di far nascere poche centinaia bambini e bambine l'anno rispetto agli ospedali di città. Il fatto che serva un territorio che va da Bardonecchia ad Avigliana (almeno!) e quindi molto vasto e per di più montano, pare non importare a nessuno.

Nell'ottica della guerra agli sprechi (anche se tagliare sulla sanità dovrebbe far inorridire chiunque) quelle poche donne che avranno complicazioni durante il parto in casa o nel viaggio fino a Rivoli (la struttura di riferimento più vicina) sono un prezzo che la Regione Piemonte può evidentemente permettersi di pagare. Questo, sommato all'evidente scomodità per una donna di Sestriere (ma anche di Susa o Condove) di doversi riferire a Rivoli.

Io ho partorito due figli a Susa. Non che sia sempre tutto rose e fiori nelle piccole strutture ma devo dire che la mia esperienza, rispetto ad altre donne che hanno partorito per esempio a Torino, è stata positiva. Il reparto piccolo è molto "umano" e le ostetriche ti seguono con più attenzione non dovendo far partorire numerose gestanti nello stesso giorno. Puoi anche permetterti di fare qualche domanda in più e ottenere qualche rassicurazione in più, che per una neo-mamma è molto importante.

Le voci di chiusura del reparto, finora, sono sempre state smentite - l'ultima in ordine di tempo solo quest'estate, quando era stata proposta una "pausa" estiva - e mi auguro che lo saranno anche queste. Tuttavia, ricordare l'importanza di una struttura ospedaliera con un presidio di fronte alla stessa non è mai troppo.

Io domattina non potrò esserci fisicamente ma ci sarò con il cuore. Quindi, faccio l'unica cosa che possoi fare per essere d'aiuto: divulgo.

Nessun commento:

Posta un commento