venerdì 5 aprile 2013

Chi non ha niente da perdere

Chi non ha niente da perdere, a volte, decide di uccidersi. Oggi, marito e moglie si sono impiccati a Civitanova Marche. Lui era esodato (chissà se alla Fornero - ma anche ai 20 anni di indegna politica Pdl e oltre - fischiano le orecchie), lei pensionata. Ma i quattro soldi che la donna portava a casa non bastavano per arrivare a vivere dignitosamente. Non bastavano neanche per vivere. Neanche per pagare l'affitto.

Alle future generazioni stiamo uccidendo il futuro ma alla mia generazione e a quella che appena la precede stiamo cancellando la possibilità di invecchiare in maniera dignitosa, senza dipendere dai figli o, peggio, dall'assistenza sociale o dalla Caritas. Chi ci governa o è completamente cieco e sordo o ha deciso, scientificamente, di sacrificare tre o quattro generazioni di italiani che, in un modo o nell'altro, prima o poi scompariranno lasciando la situazione immutata ma con meno "peso" sociale, i soldi a chi li ha e le briciole agli altri (come da secoli, noi stessi facciamo con il terzo mondo?).

Chi non ha niente da perdere a volte decide di non sacrificare la propria dignità, i decenni di lavoro, i debiti fino a poco prima sempre pagati, i valori ricevuti, gli insegnamenti, i momenti di felicità sull'altare di un'economia che non guarda a chi soffre ed è senza soldi (perché il welfare è un capitolo di bilancio che non può - e non deve! - essere in attivo). Chi non ha niente da perdere, a volte, preferisce scomparire silenziosamente e questo doppio suicidio ne è quasi l'emblema. Quanti anni avrebbero potuto ancora vivere insieme i due? Dieci, cinque, venti? Sono anni rubati da una politica vergognosa, lanciata verso il nulla, che - come dico spesso - era facile prevedere perché negli States, patria del neo-liberismo, è già così da tempo. Non hai soldi? Non ti curi, non invecchi, non hai casa, non hai futuro, non hai voce. Niente.

Chi non ha niente da perdere a volte si uccide.

A volte.

A volte, invece, prende un bastone e uccide. Perché male che vada muore, esattamente come avrebbe fatto se avesse preferito il cappio al bastone. La politica che non prende in considerazione la forza della disperazione è una politica già morta in partenza. Chi non ha nulla da perdere, talvolta, diventa un esempio. Anche per chi qualcosa da perdere ce l'avrebbe, ma che lo mette in conto.




Uno dei link con la fredda cronaca:

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