sabato 9 novembre 2013

Quiete e meraviglia

Scorcio della valle di Susa

Bisognerebbe scattare un milione di fotografie per raccontare il bosco in autunno. 

Ogni foglia ha un colore diverso, in continuo mutamento appena si sposta la luce, appena quelle due piccole gocce di rugiada vengono asciugate dal sole. Ci sono infinite tonalità di verde, giallo, marrone e rosso. Ci sono i grigi argentati dei riflessi, i grigi più spenti delle pietre, gli scuri della terra.

Ma non basterebbe comunque. Perché nel bosco d'autunno ci sono altrettanti profumi: quello del muschio che cresce sui sassi, quello dei funghi nascosti sotto le foglie e quello della terra umida. E come si possono raccontare i profumi con una fotografia? Come si possono raccontare i suoni? I rametti secchi che si spezzano sotto le zampe di qualche animale selvatico, il verso di un uccello infastidito dalla nostra presenza, il vento che muove le foglie.

Il bosco in autunno è un'esperienza capace di coinvolgere tutti i sensi. Quel vento che soffia lo percepisci anche sulla pelle e in una giornata con il cielo cristallino percepisci anche il chiaroscuro tra le foglie, il tiepido calore dei raggi novembrini, lo scarpone che si adatta alle asperità del suolo, attento a dove cammina.

L'autunno prepara il bosco all'inverno come una mamma che rimbocca le coperte ai suoi bimbi. Tutto, pian piano si addormenta e lascia il posto al riposo. Percorrendo i sentieri è grande la sensazione di quiete e meraviglia. Per quell'ultimo fiore che ha trovato la forza di sbocciare e per quegli alberi generosi, che sanno vivere e rinascere e accogliere ogni creatura.

Aspetto che cada la neve per ritornare sugli stessi passi. Per sentire come respira il bosco senza foglie. Per imparare ad amare il tempo e ad accettarlo, lasciando indietro tutto quello che non ha importanza, che non sarà mai un meraviglioso ricordo nella mia memoria.

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