Manco da qualche tempo da queste pagine. Me ne scuso e vi racconterò cosa ha rubato tempo al mio scrivere (solo perché ha risvolti interessanti dal punto di vista delle opinioni e non per l'uso del mio tempo in sé) ma non oggi.
Oggi voglio ricominciare a parlare su questo blog, chiedendo a me stessa e a voi cosa deve fare ancora questo governo Pd/Pdl prima che il Paese si renda conto che, forse, son tante braccia rubate all'agricoltura - ma la terra è bassa, ce la farebbero?
Ieri l'illustre - si fa per dire - Roberto Calderoli (leghista) vice-presidente del Senato (non proprio la compagnia delle freccette del bar Sport, dunque) ha insultato pesantemente la ministra italiana di colore Kyenge. Non solo non sono arrivate in tempo zero le sue dimissioni ma nessuno le ha pretese. Ha provato a chiederle Napolitano ma il suo peso politico è ormai quello di una farfalla e non è stato neanche considerato.
Che gli insulti di Calderoli siano gravissimi mi pare palese non solo per gli insulti in sé - vergognosi - ma anche per il becero esempio che si dà al Paese e il fiato che si dà a tutti quei gruppi xenofobi che si rifanno al fascismo. Tanto che Forza Nuova, oggi a Pescara, ha pensato bene di appendere niente meno che dei cappi ai lampioni laddove la ministra Kyenge era attesa per una visita. Una protesta contro l'immigrazione doppiamente ignorante perché i neofascisti dovrebbero sapere che la ministra è italiana quanto loro.
Non voglio addentrarmi nella grandissima figura di guano fatta dal ministro Alfano (e dalla ministra Bonino) sul caso Shalabayeva. Sottolineerei solo che tra le varie scuse addotte c'è quella che loro ignoravano che sul passaporto lei avesse il suo cognome da nubile. Per fare il ministro, evidentemente, basta avere un ridottissimo numero di cognizioni e saperi e la grande attitudine a negare sempre. Prima o poi una testa cade per salvare la loro.
Tra tutti i grandi luminari di questo governo spicca Bondi. Non il portavoce del Berlusca (quello che quando era ministro ai beni culturali è crollata Pompei) ma Enrico Bondi, che appena eletto commissario dell'Ilva ha pensato bene di dire che se i tarantini muoiono è perché fumano troppo. L'inquinamento durato decenni non c'entra, secondo lui, e a me piacerebbe che fosse costretto per vent'anni a vivere a Taranto in due stanze con vista sullo stabilimento, a lavorare all'Ilva e a prendersi lo stipendio di un operaio dell'altoforno.
Le parole hanno ancora un significato? Se questo è un governo, beh, il ministro può farlo davvero chiunque.
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