giovedì 6 giugno 2013

Una montagna di libri (ma non solo) contro il Tav

Questo fine settimana, a Bussoleno, si terrà la seconda edizione di "Una montagna di libri contro il Tav" ovvero una grande rassegna culturale e un'occasione per guardare alla valle di Susa e alla sua lotta più che ventennale contro la Torino-Lione sotto un punto di vista diverso dal solito. Una fiera dell'editoria all'aperto, condizioni meteo permettendo, e un momento di discussione e approfondimento con autori ed editori.
Domenica si tornerà in Clarea dove le parole dei racconti e degli autori accompagneranno quei percorsi compiuti ormai centinaia di volte, fino a quel cantiere, ferita aperta e sanguinante nel cuore della valle.

Io non sono una scrittrice ma, per questa occasione, voglio condividere con voi alcuni pensieri. Chiamiamolo un racconto, se volete, sul mio personale legame con questa valle meravigliosa e ostile al tempo stesso.

Radici

Ci sono persone che nascono con le radici. Nascono in un posto e subito sanno di appartenergli. Sarà che io son nata in un paese della seconda cintura di Torino, simile ad altri cento paesi di cintura, ma non ho mai pensato che nel posto in cui sono nata avrei trascorso la mia vita. Pensavo di essere una persona senza radici, incapace di affezionarsi a un luogo, seppur bello. Ci sono persone così, che amano viaggiare, che amano i luoghi ma che non stringono con essi alcun legame se non quello del ricordo.

Poi un giorno, 12 anni fa, sono approdata in valle di Susa per restare. C'ero già stata tante volte ma solo di passaggio. Sono venuta qui e, come una piantina che finalmente trova il terreno giusto, ho messo pian piano radici. Non me ne sono quasi accorta. A un certo punto mi è sembrato di voler andare e non ho più potuto. Qui ho costruito legami solidi e intensi non solo con le persone ma con i luoghi, con le tradizioni, con il passato. Sono diventati anche un po' miei e io ormai appartengo loro indissolubilmente. Quella piantina si è rafforzata grazie al terreno da cui ha trovato nutrimento e così io devo molto a questa valle e tento, come posso, di restituirle qualcosa, di proteggerla da chi non la rispetta, da chi la calpesta, la strazia, la umilia.

E' una valle meravigliosa la valle di Susa. Ostile anche. E dura, a volte. Come la sua gente, che da questa terra ha assorbito pregi e difetti. E' una valle resistente come la roccia delle sue montagne, perché un'altra terra sarebbe già morta al suo posto. Invece lei tiene duro e noi con lei. Ogni mattina, vado sul balcone, guardo le montagne e capisco che anche se dovessero strapparmi via di qua, le mie radici affondano già talmente tanto in questa terra che un pezzo di me resterebbe comunque in valle di Susa.

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