martedì 3 giugno 2014

Sfogotto

Ho seguito il voto. Ho faticato e sofferto. Ho sperato e mi sono disperata.
Un'altra analisi del voto non serve a niente. Soprattutto se la scrivo io che, ormai è evidente, sono fuori dal mondo. E solo per un caso, forse anche grazie a quelle due per persone che ho convinto, non sono nuovamente rappresentata da una forza extraparlamentare.
Per cui questo post non è un post serio (men che meno con velleità giornalistiche #sapevatelo) ma solo uno sfogo. A otto giorni dal voto. Uno sfogotto.

Elezioni europee. Ovvero "L'Europa non vuole l'Europa".
Di Europa non ha parlato nessuno. O quasi. Ci ha provato Tsipras. Solidarietà, unione, accoglienza, cambiamento senza sopruso sono concetti vecchi, che non convincono, che non fanno breccia nelle menti offuscate dalla crisi. E' più facile dire che siamo senza lavoro per colpa dell'euro e di quelli che vengono qui a rubarci il lavoro e a mettersi in graduatoria prima di noi per le case popolari. Se poi hanno la pelle nera, il velo, gli occhi a mandorla è ancora meglio. Non dovrebbero scappare dalla guerra, dal patriarcato, dall'oltranzismo. Dovrebbero avere la decenza di morire a casa loro, che tanto la tivù, se non muoiono in massa, neanche ci disturba.
In Europa ha vinto l'odio a prescindere. 
La valle di Susa ha dimostrato che si può scegliere una strada diversa. A mio parere, avrebbe potuto essere un po' meno politicamente cieca ma tant'é. Alla val Susa va il merito che pensa con la sua testa e solo così si fanno passi avanti.

Elezioni regionali.
E' stato eletto Chiamparino. Lo si sapeva. Chi pensava ci fosse gara si sbagliava. Non so perché abbia perso del tempo a fare campagna elettorale. Voglio dire oltre 100mila (centomila, ripetetelo tra voi) persone hanno votato la Bresso per mandarla in Europa. Dopo che è stata governatrice di Regione.

Elezioni comunali.
In generale, in valle di Susa, il voto ha dimostrato che non serve un referendum per dire che la valle è No Tav. Lo ha fatto con percentuali bulgare, talvolta, e risicate, in altri casi. Lo ha fatto soffrendo e dimostrando che la ragione, anche se ci mette tempo, può riuscire a contenere gli slogan.
Il mio piccolo comune di residenza, noto come Bruzolo, ha rieletto se stesso, come fa dal dopoguerra ad oggi (con la sola differenza che il rosso si è sbiadito man mano) come se ci fosse davvero un progresso. Si elegge il delfino del sindaco e poi il delfino del delfino del sindaco e poi il delfino del delfino del delfino del sindaco ... ed evito di reiterare ad libitum. Ogni altra analisi sarebbe inutile, per quanto attiene a questo sfogotto.

La morale è: li avete/abbiamo eletti? Mo' ve/ce li tenete/teniamo per un altro simpatico quinquennio.

2 commenti:

  1. Le tue idee mi sembrano abbastanza chiare. Quello che non capisco è cosa speravi.
    Non ho elementi per valutare le elezioni regionali o comunali (date le dimensioni dei comuni dovrebbero essere analizzate caso per caso, se non casa per casa), ma mi permetto di scrivere un paio di cose sulle elezioni europee.
    Queste elezioni europee sono state particolari in Italia come in Europa. In pochi hanno pensato all'Europa o agli equilibri nel Parlamento Europeo. In Italia mi sono sembrate un referendum a favore del governo Renzi contro le urla di Grillo. Le urla di Grillo sono suonate così sgradevoli che le valutazioni degli elettori si sono fermate ai toni piuttosto che ai contenuti (ammesso che ve ne siano nel programma M5S). Il messaggio forte e di sicuro successo contro l'Europa non suonava tanto bene quando usciva dalla bocca di Grillo (i numeri parlano chiaro).
    La cicala greca Tsipras non può proporre alle formiche nord europee di seguire il suo modello, specie durante l'inverno, quando sopravvive grazie alle provviste delle formiche stesse. Un certo tipo di modello economico è semplicemente insostenibile. Non si tratta di non essere solidali, si tratta di essere realisti. Potrei portarti un'infinità di numeri su cui riflettere ma mi limito a un piccolo confronto tra pensione italiana e pensione inglese. Nazioni paragonabili per abitanti, qualità dei servizi (sono molto generoso) ed economia (sono un po' utopico).
    In Italia Mario, classe 1980, ha iniziato a lavorare nel 2005, guadagna 2,000 euro al mese. Previsioni di carriera nella media, senza interruzioni dell'attività lavorativa. Pensione attesa nel 2047: tra i 1000 e i 1200 euro (stime con il sistema contributivo).
    In Inghilterra John, classe 1980, ha iniziato a lavorare nel 2005, guadagna 2,000 euro (in pound)al mese. Previsioni di carriera nella media, senza interruzioni dell'attività lavorativa. Pensione attesa nel 2047: 600 euro.
    Capirai bene che nel 2014, quando chiedono a John alcune centinaia di euro per aiutare il paese di Mario a mantenere gli impegni presi con Mario, John non è esattamente felice. Ora ti chiedo, sono fessi gli inglesi a procedere in questo modo o c'è qualcosa di strano nel modello del sud Europa? Pensare di estenderlo anche nel resto d'Europa non ti pare un po' assurdo come progetto?

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    1. Hai ragione, forse non lo so nemmeno io cosa speravo.
      Di sicuro so che non ci vedo nulla di utopico nell'aiutare chi sta peggio. I grandi sacrifici non vanno chiesti a John che lavora da una vita per portarsi a casa il pane e pagare, se riesce, l'assicurazione o la scuola ai figli. I grandi sacrifici vanno chiesti a coloro che soldi ne hanno in abbondanza, spesso fatti sfruttando i John e non solo.
      Qui, come altrove a livello centrale, ci va il coraggio di fare scelte diverse sapendo che si andranno a colpire quei grandi interessi che si sentono sempre al sicuro, avendo il potere di comperare qualsiasi cosa (e spesso chiunque).

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